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MONDO

Le dichiarazioni dei Ministri degli Affari Esteri e Difesa

Guerini: "Gli eventi in Afghanistan hanno sorpreso". Di Maio si appella alla UE per i profughi

"I militari italiani escono a testa alta dal loro impegno in Afghanistan" 

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Nell'audizione alle Commissioni riunite  Affari Esteri e Difesa di Camera e Senato i Ministri Luigi Di Maio e Lorenzo Guerini hanno fatto il punto sulla situazione.

"Al Qaeda, pur indebolita, è ancora viva e può contare sull'ambiguità del rapporto coi Talebani e sulla loro incapacità di controllare efficacemente l'intero territorio afghano. Daesh, al contrario, si è sempre mantenuto su posizioni antagoniste".  Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio  e ha confermato che "l'Afghanistan sarà al centro del mio incontro con il ministro degli Esteri russo Lavrov venerdì". 
Per fronteggiare l'aumento delle migrazioni dall'Afghanistan "non possono esistere soltanto soluzioni nazionali. È perciò necessario che l'Unione Europea,al di là della gestione dell'emergenza, metta a punto una risposta comune, in stretto raccordo con i partner della regione". 

Guerini, i numeri dell'evacuazione
"Finora sono stati evacuati 3.741 afgani di cui 2.659 in Italia attraverso 44 voli. Quanto avvenuto in questi giorni non può mettere in discussione l'operato dei nostri militari. Penso che i primi ad essere rimasti colpiti da quanto sta accadendo sono proprio i nostri militari.La rapida avanzata dei Talebani ha incontrato la quasi nulla resistenza delle forze di sicurezza locale che sono fuggite e, in alcuni casi, lasciando armi e mezzi". Lo ha affermato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini sempre nel corso dell'audizione. Per il ministro "sullo sfondo di questi evidenti insuccessi militari c'è anche la mancanza di coesione e di leadership credibili delle autorità afghane".
Guerini ha anche ripercorso le tappe che hanno portato alla chiusura della missione internazionale: "già in occasione della scorsa Ministeriale di febbraio, avevo rappresentato la necessità di valutare la possibilità di confermare la presenza della NATO anche oltre la scadenza del 1° maggio - prevista dagli accordi stipulati – in quanto il raggiungimento delle condizioni sia politiche che di sicurezza previste da tale accordo, appariva lontano. Nei mesi successivi l’Amministrazione americana decideva però un cambio di paradigma fissando la conclusione della missione RS al 1° maggio ed articolando il rientro delle forze entro la data, fortemente simbolica, dell’11 settembre ed è stata sostenuta in coerenza al valore fondante della coesione dell’Allenza, e non solo del principio “in together, out together”.