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MONDO

Afghanistan. Escalation talebana, ribelli avanzano a Sud controllando già 9 distretti su 10

Escalation dopo il ritiro delle truppe Usa. Ieri 8 morti in un attentato nella "green zone". Esecuzioni sommarie di soldati prigionieri e giornalisti. Turchia: non accetteremo altri profughi, Usa irresponsabili

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L'attacco kamikaze rivendicato
Non si ferma l'offensiva talebana in Afghanistan, dopo il ritiro definitivo delle truppe Usa, avvenuto il 1 maggio. Kabul è teatro di violenze sanguinose. I talebani hanno rivendicato uno dei due attacchi di ieri, quello contro la residenza del ministro della difesa, Bismillah Mohammadi. Un kamikaze si è lanciato con un'autobomba, almeno 8 persone sono morte e 4 sono rimaste ferite, ma il ministro è rimasto illeso. 

Il ministero dell'Interno, tramite un portavoce, ha dichiarato che il bilancio delle vittime potrebbe aumentare. I talebani hanno rivendicato l'attentato tramite il portavoce Zabihullah Mujahid, sottolineando che l'azione è da considerarsi una rappresaglia per i recenti attacchi da parte delle forze afghane in varie province, che hanno causato vittime civili e sfollati e minacciano un escalation di attacchi.

Nel mirino talebano c'è la 'green zone', quella nel centro della capitale afghana che ospita gli edifici governativi, tra cui il palazzo presidenziale, le ambasciate e le sedi delle agenzie umanitarie. Testimoni riferiscono ad Al Jazeera che i terroristi entrano nelle case, in ristoranti e caffè e di scontri con le forze di sicurezza.

E stamane sempre a Kabul, un altro ordigno è esploso in strada vicino al Ministero dei martiri e dei disabili, facendo tre feriti. 

Ma il vero obiettivo talebano è il Sud del paese, dove hanno conquistato nove dei 10 distretti del capoluogo provinciale di Helmand, Lashkar Gah. Lo rendono noto residenti e funzionari. Le forze governative di Kabul hanno condotto attacchi aerei, sostenute dagli Usa, nel tentativo di difendere la città. C'è il rischio che Lashkar Gah cadi del tutto in mano agli estremisti islamici e sarebbe il primo capoluogo provinciale sotto il loro controllo da anni.

Il comandante dell'esercito nell'Helmand, generale Sami Sadat, in un messaggio audio condiviso con i giornalisti ha chiesto alla popolazione che vive nelle zone prese dai talebani di fuggire immediatamente. E arrivano notizie anche di soldati giustiziati, agenti di polizia e civili che avevano legami con il governo di Kabul. A denunciarlo Human Rights Watch (Hrw) in un rapporto pubblicato ieri sera a New York.

Secondo testimonianze di residenti, i talebani hanno chiesto ad ex agenti di polizia ed ex soldati di registrarsi nell'organizzazione in cambio di un documento che ne garantiva la sicurezza, ma successivamente hanno detenuto alcune di queste persone e le hanno giustiziate sommariamente.
"L'esecuzione sommaria di chiunque sia in custodia, sia un civile che un combattente, è una grave violazione delle convenzioni di Ginevra ed un crimine di guerra", ha commentato Patricia Gossman, direttrice per l'Asia di Human Rights Watch: "I comandanti talebani che sovrintendono a tali atrocità sono anche responsabili di crimini di guerra". 

Secondo un giornalista di Malistan, i talebani hanno ucciso almeno 19 membri delle forze di sicurezza afgane in loro custodia ed hanno bruciato l'abitazione di Abdul Hakim Shujoyi, un ex comandante della milizia che aveva lavorato con le forze statunitensi. Inoltre, Hrw ha ottenuto una lista con i nomi di 44 uomini provenienti dalla città di Spin Boldak nella provincia di Kandahar, che sarebbero stati uccisi dai talebani dal 16 luglio. 

L'Unicef si dice "profondamente preoccupato per l'escalation di violenze contro bambini" nel paese. In una nota denuncia l'indignazione e la violenza "per la notizia di un ragazzo di 12 anni del distretto di Shirin Tagab, nel villaggio di Kohsayyad nella provincia di Faryab, che ha subito una brutale fustigazione da parte di un membro di un elemento antigovernativo. Il bambino - aggiunge - ha subito ferite alla schiena, alle gambe e ai piedi, ed è traumatizzato dal feroce attacco.

Gli Stati Uniti condannano gli attacchi e parlano "senza ambiguità" di attentati "di marchio talebano", ha commentato il portavoce del dipartimento di Stato. Le esplosioni a Kabul sono l'ultimo episodio di una spirale di violenza che ha colpito l'Afghanistan negli ultimi mesi per l'offensiva dei talebani, che hanno ampliato le loro conquiste ad oltre metà del territorio nazionale dopo il ritiro delle forze internazionali. Nelle ultime 24 ore, almeno 40 civili sono morti e altri 118 sono rimasti feriti nei combattimenti tra gli insorti e forze afgane nella città assediata di Lashkar Gah, nel sud del paese. L'esercito ha chiesto alla popolazione di lasciare la città per poter lanciare la controffensiva militare contro i talebani. 

Il ministero degli Esteri turco ha definito gli Stati Uniti "irresponsabili" dopo che l'amministrazione Biden ha annunciato che amplierà gli sforzi per assistere i cittadini afghani a rischio facendoli ospitare in un Paese terzo prima di vedersi riconosciuto lo status di rifugiato. Secondo il portavoce del ministero, Tanju Bilgic, la dichiarazione degli Stati Uniti aveva suggerito la Turchia come luogo per presentare domanda di asilo, 'senza consultazione' del Paese. Il portavoce ha affermato che la Turchia non ha la capacità di sostenere un'altra crisi migratoria.

'Gli Stati Uniti possono trasportare direttamente queste persone in aereo. La Turchia non si assumerà le responsabilità internazionali dei Paesi terzi, ha detto Bilgic e ha aggiunto che la Turchia non permetterà che le sue leggi vengano abusate da altri Paesi. Ha sottolineato che l'annuncio degli Stati Uniti scatenerà una grave crisi di rifugiati.

Il ministero della Cultura e dell'Informazione dell'Afghanistan ha reso noto che da quando è ripartita l'offensiva dei talebani nel Paese a maggio, 51 organi di stampa sono stati costretti a chiudere e due giornalisti sono stati uccisi. A rendere noto il dato l'organizzazione Data by Nai, attiva in Afghanistan, che specifica che hanno smesso di lavorare 5 canali tv, 44 stazioni radio e due agenzie, mentre 1.000 giornalisti hanno perso il lavoro. Negli ultimi giorni è stata particolarmente drammatica la situazione nella provincia di Helmand, dove 16 organi di stampa, tra cui un canale Tv, sono stati presi d'assalto dagli estremisti e costretti a chiudere, mentre 6 di questi sono sotto controllo talebano.Oltre ad Helmand, la situazione è drammatica nelle province di Kandahar, Badakhshan, Takhar, Baghlan, Samangan, Balkh, Sar-e-Pul, Jawzjan, Faryab, Nuristan e Badghis.