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MONDO

Afghanistan, torna l'Emirato islamico

I talebani entrano a Kabul: "A breve proclameremo l'Emirato islamico"

Il capo negoziatore talebano Abdul Ghani Baradar verso la presidenza ad interim. Gli Usa garantiscono la sicurezza dell'aeroporto. Gli occidentali chiudono le ambasciate, restano russi e cinesi. Stanno rientrando a Roma gli evacuati italiani. Oggi riunione Consiglio sicurezza Onu
 

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La bandiera bianca dei Talebani sventola sul pennone del palazzo presidenziale di Kabul. L'immagine viene diffusa sui social. La bandiera, con una scritta nera che indica la testimonianza di fede dei musulmani, era stata utilizzata dai talebani quando presero il potere negli anni '90, proclamando per la prima volta la nascita dell'Emirato islamico dell'Afghanistan. È stato "consegnato" ufficialmente ai Talebani il Palazzo presidenziale di Kabul, da dove questa mattina era fuggito il  presidente Ashraf Ghani e sul quale adesso sventola la loro bandiera. Secondo al Jazeera, che ha mostrato in diretta le immagini dal  Palazzo, tre funzionari governativi erano presenti alla 'cerimonia'. Un responsabile della sicurezza dei Talebani ha detto che "non c'è  stato alcuno spargimento di sangue durante il passaggio di consegne" e che "una consegna pacifica delle strutture del governo è in corso in tutto il Paese". Un altro leader talebano ha detto che i militanti vogliono un governo inclusivo.

I talebani cantano vittoria dal palazzo presidenziale
Decine di combattenti talebani che hanno preso il controllo del palazzo presidenziale e hanno dichiarato vittoria sul governo afghano, da quanto si vede nelle immagini trasmesse in televisione. "Il nostro paese è stato liberato e i mujaheddin hanno vinto in Afghanistan", ha detto un miliziano ad Al Jazeera dal palazzo. I combattenti hanno mostrato ai giornalisti le loro armi in un tour dell'edificio, che è stato preso dopo che il presidente Ashraf Ghani è fuggito dal paese.

Portavoce talebani: Governo islamico inclusivo
Un portavoce e negoziatore talebano ha detto all'Associated Press che il gruppo militante sta tenendo colloqui volti a formare un "governo islamico aperto e inclusivo" in Afghanistan. Suhail Shaheen ha parlato con l'AP dopo che i talebani hanno invaso la maggior parte del Paese in pochi giorni e si sono spinti nella capitale, Kabul, mentre gli Stati Uniti si affrettavano a ritirare diplomatici e altri civili. In precedenza, un funzionario talebano ha detto che il gruppo avrebbe annunciato un nuovo governo dal palazzo presidenziale, ma quei piani sembrano essere sospesi.

Mullah Baradar: raggiunta vittoria inaspettata, ora proteggiamo nostro popolo
''Abbiamo raggiunto una vittoria che non ci aspettavamo; dovremmo mostrare umiltà davanti ad Allah, ora è il momento della prova, si tratta di come serviamo e proteggiamo il nostro popolo e assicuriamo il loro futuro e buona vita al meglio  delle possibilità''. Così il mullah Abdul Ghani Baradar, indicato da più parti come leader ad interim dell'Afghanistan, in un video si rivolge ai talebani che hanno riconquistato Kabul.

Domani Consiglio sicurezza Onu
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunirà domani per discutere della situazione in Afghanistan. I membri discuteranno dell'escalation nel Paese dopo che i talebani sono entrati nella capitale Kabul. La riunione del Consiglio di sicurezza è prevista per le 10 ora di New York, le 16 in Italia.

Ghani: ho lasciato Kabul per evitare massacro
Il presidente afghano, Ashraf Ghani, ha spiegato su Facebook di aver abbandonato il Paese per evitare ai cittadini di Kabul un bagno di sangue. "Oggi, mi sono imbattuto in una scelta difficile: dover affrontare i talebani armati che volevano entrare nel palazzo o lasciare il caro paese alla cui protezione ho dedicato la mia vita a proteggere negli ultimi vent'anni", ha scritto Ghani. Sarebbe giunto in Uzbekistan (non in Tagikistan come sembrava in un primo momento) l'ex presidente afghano Ashraf Ghani. Secondo Al Jazeera sarebbe a Tashkent con la moglie e alcuni membri dello staff. Ghani ha inoltre affermato che, se avesse affrontato i talebani, "ci sarebbero stati innumerevoli connazionali uccisi", "la città avrebbe dovuto affrontare la distruzione" e il risultato sarebbe stato "un grande disastro umano". "I talebani ce l'hanno fatta a rimuovermi, per evitare il bagno di sangue, ho pensato che fosse meglio partire", scrive ancora Ghani, "i talebani hanno vinto il giudizio di spada e pistole e ora sono responsabili della tutela dell'onore, della ricchezza e dell'autostima dei connazionali. Ma hanno guadagnato la legittimità nei cuori? Mai nella storia il solo potere ha dato legittimità a nessuno e mai glielo darà". Ghani ha quindi auspicato che i talebani superino la "nuova prova storica" proteggendo "il nome e l'onore dell'Afghanistan". E'" necessario che i talebani garantiscano tutte le persone, le nazioni, i diversi settori, le sorelle e le donne dell'Afghanistan per conquistare la legittimità e il cuore del popolo", conclude Ghani, promettendo di "continuare a servire sempre la nazione".

Proclamazione Emirato islamico
I talebani sono pronti a proclamare l'Emirato islamico che 20 anni fa era stato abbattuto dall'intervento occidentale. Il leader dei talebani, il Mullah Abdul Ghani Baradar, è in partenza dal Qatar e arriverà a Kabul con l'incarico di leader ad interim dopo il passaggio di consegne dal governo afghano esistente, a quanto annunciano fonti talebane in Qatar. Kabul non sarà attaccata e la transizione avverrà pacificamente ha assicurato il ministro ad interim, Abdul Sattar Mirzakwal, in un video twittato da Tolonews. Il ministro ha anche detto che le forze di sicurezza garantiranno l'incolumità dei cittadini.

I leader dei talebani hanno ordinato ai combattenti di entrare a Kabul nelle zone abbandonate dai funzionari afghani e dalla polizia, e dove c'è il rischio di furti e rapine. È quanto si legge in una dichiarazione pubblicata dal portavoce degli insorti Zabihullah Mujahid su Twitter. Un portavoce dei talebani ha confermato che i loro combattenti sono entrati in massa nella città in risposta a un "problema di legge e ordine". Secondo quanto riferisce il Guardian, testimoni oculari e il ministero degli Interni afghano segnalano sparatorie in diverse parti della città. Un ospedale di Kabul ha scritto su Twitter che "più di 40 persone" sono rimaste ferite in scontri alla periferia della capitale afghana e sono state ricoverate per cure. 

Media: forti esplosioni a Kabul
Forti esplosioni sono state udite a Kabul. Lo riportano media locali rilanciati da Reuters. Secondo l'agenzia Sputnik, sono state segnalate due grosse deflagrazioni nei pressi dell'ambasciata Usa, evacuata nelle scorse ore, e del palazzo presidenziale, che sarebbe ora sotto il controllo dei talebani.

Caos all'aeroporto
Un'allerta dell'ambasciata statunitense a Kabul, riportata dalla Cnn, parla di spari sull'aeroporto della capitale dell'Afghanistan, dove sono in attesa di lasciare il paese i cittadini stranieri. Ai cittadini Usa è stato ordinato di mettersi al riparo, poiché "la situazione della sicurezza a Kabul sta cambiando rapidamente". Anche l'ambasciatore americano Ross Wilson ha lasciato Kabul dopo essere stato trasportato dall'ambasciata all'aeroporto. La ricerca di voli per lasciare il Paese sta gettando lo scalo nel caos. La Bbc riferisce di un vero e proprio 'assalto' alla zona per i cittadini afghani. La gente e' stata vista correre verso gli aerei sulla pista, secondo i racconti dei testimoni oculari. Ci sono pochissime persone rimaste per il personale della compagnia aerea e i banchi dell'immigrazione. Tutti i voli commerciali sono stati sospesi, solo i voli militari sono autorizzati.

"Non ci sarà vendetta"
"Nei prossimi giorni vogliamo una transizione pacifica dei poteri" ha detto una fonte ufficiale afghana ad Ap. "Assicuriamo le persone, in particolare nella città di Kabul, che le loro proprietà, le loro vite sono al sicuro, non ci sarà vendetta su nessuno", ha detto alla Bbc un altro portavoce, Suhail Shaheen. "Siamo i servitori del popolo e di questo Paese", ha aggiunto. "La nostra leadership ha incaricato le nostre forze di rimanere alle porte di Kabul, di non entrare in città. Stiamo aspettando un trasferimento pacifico del potere", ha ribadito. Due funzionari talebani hanno riferito a Reuters che non ci sarà nessun governo di transizione e che gli insorti si aspettano un trasferimento totale del potere. Il ministro degli Esteri afghano ad interim, Sattar Mirzakawal, aveva dichiarato che il potere sarebbe stato ceduto a un esecutivo di transizione.

"Ghani ha lasciato il Paese"
Due fonti hanno affermato che il presidente Ashraf Ghani ha lasciato l'Afghanistan oggi dopo che i talebani sono entrati a Kabul. Lo conferma anche il capo dell'Alto Consiglio per la riconciliazione nazionale in Afghanistan, Abdullah Abdullah, in un video su Facebook, come riportato dal Guardian. Con lui, riferisce Tolonews, anche i suoi stretti collaboratori, tra cui il vicepresidente Amrullah Saleh. Ghani si sarebbe trasferito in Tagikistan, secondo media locali. L'ufficio di Ghani ha chiarito di non poter dire nulla per motivi di sicurezza. Abdullah ha chiesto alla gente di mantenere la calma e alle forze di sicurezza afghane di cooperare per garantire la sicurezza.

All'inizio della giornata, il ministro della Difesa, Bismillah Mohammadi, ha affermato che Ghani ha affidato l'autorità di risolvere la crisi nel Paese ai leader politici. E che domani una delegazione si recherà a Doha per colloqui sulla situazione del Paese. La delegazione comprende leader politici chiave, tra cui Younus Qanooni, Ahmad Wali Massoud, Mohammad Mohaqiq. Fonti vicine ai talebani hanno affermato che è stato concordato che Ghani si dimetterà dopo un accordo politico e consegnerà il potere a un governo di transizione.

Emergency: arrivati 80 feriti, ospedale Kabul pieno
"Ricevuti circa 80 feriti. In questo momento il nostro ospedale è pieno, abbiamo aggiunto 13 letti in più e possiamo prendere solo i casi più gravi: i pazienti che necessitano di cure urgenti salvavita. #Afghanistan". Lo twitta Emergency riferendo  della situazione dell'ospedale a Kabul.

In fuga da Kabul
Nell'imminenza della presa del potere da parte dei talebani, la gente sta scappando da Kabul anche in auto, causando lunghe code di traffico in uscita dalla città. Lo riporta la Bbc mostrando le immagini della fuga. Alcune persone, secondo quanto viene riferito, abbandonano i veicoli fermi in coda e proseguono a piedi verso l'aeroporto. Centinaia di afgani sono giunti al valico della Porta dell'Amicizia nella città di Chaman, al confine tra Afghanistan e Pakistan. Lo riporta Sky News, pubblicando immagini delle persone alla frontiera. Molti stanno trasportando solo una borsa con le loro cose dopo essere fuggiti dalle loro abitazioni. Un certo numero di alti funzionari afgani, tra cui alcuni consiglieri del presidente Ashraf Ghani, sono arrivati nella sala Vip dell'aeroporto di Kabul in attesa di un volo per lasciare la capitale. Lo ha riferito alla Cnn una fonte allo scalo internazionale Hamid Karzai della città. La loro destinazione è sconosciuta. 

L'avanzata degli insorti
Dopo che tutte le principali città afghane si sono arrese, gli insorti hanno attaccato Kabul da almeno due fronti. A Nord-Ovest i talebani si sono impadroniti di alcune postazioni di sicurezza del distretto di Paghman, un importante snodo della rete elettrica che dista circa 20 chilometri dall'aeroporto internazionale. A Est, a una decina di chilometri dal centro della capitale, è stata invece espugnata la prigione di Pul-e-Charki, la maggiore dell'Afghanistan. I 5 mila detenuti sono fuggiti ed è presumibile che in molti si siano uniti ai talebani. A Sud è concentrato un altro contingente di islamisti che nel pomeriggio ha preso il controllo del distretto di Char Asyab. Il ministro dell'Interno pakistano, Sheikh Rashid Ahmed, ha confermato che i talebani hanno conquistato il lato afghano del valico di Torkham, l'ultimo rimasto sotto il controllo dei governativi. Il portavoce dei talebani ha annunciato che anche Bamiyan è caduta: la città e la sua valle sono famose per i Buddha distrutti proprio dai talebani esattamente 20 anni fa, nel 2001. Lo riferiscono i media internazionali.

Ambasciata Usa svuotata entro 72 ore
Intanto gli Usa hanno cominciato le operazioni di evacuazione del personale dell'ambasciata a Kabul. Nelle prossime 72 ore gli Stati Uniti svuoteranno completamente l'ambasciata da tutto il personale, compresi gli alti funzionari. Lo hanno riferito due fonti informate alla Cnn. La maggior parte dei diplomatici statunitensi andrà all'aeroporto della capitale afghana e poi tornerà in America, mentre un piccolo numero di membri del personale, incluso l'ambasciatore, rimarrà per ora all'aeroporto della città, hanno affermato le fonti. Ciò significa che l'ambasciata degli Stati Uniti a Kabul sarà chiusa, almeno per il momento, entro martedì. Diversi membri dello staff dell'Ue sono stati trasferiti in una località segreta e più sicura a Kabul. Lo riferiscono fonti della Nato, citate dalla Reuters.

Oggi il ponte aereo per gli italiani
Alla luce del deterioramento delle condizioni di sicurezza in Afghanistan sono state avviate le procedure per predisporre il rientro in italia del personale dell'ambasciata italiana a Kabul. A quanto si apprende il personale dell'ambasciata e i connazionali italiani che hanno risposto all'appello della Farnesina sono arrivati all'aeroporto di Kabul. Questa sera, verso le 21:30 (le 19 italiane) un volo dell’Aeronautica Militare riporterà in Italia i concittadini che si trovano in Afghanistan. Ieri, l'appello della Farnesina, tramite una mail mandata agli italiani presenti in Afghanistan, a ritornare in Italia tramite il volo messo a disposizione dall'Aeronautica militare.

Mosca: situazione fluida
La situazione in Afghanistan resta fluida, il passaggio di poteri ai Talebani non è cosa certa. Lo fa sapere il ministero degli Esteri russo citato da Interfax. Nel mentre la commissione Difesa della Duma, la camera bassa del parlamento russo, ha chiesto che l'Afghanistan passi sotto il controllo del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. E a questo proposito la Russia ha lavorato con i partner internazionali per convocare la riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza Onu sull'Afghanistan, ha annunciato Zamir Kabulov, inviato speciale del presidente russo per l'Afghanistan. 

Cina: non mandiamo soldati. Pronti per ricostruire
La Cina non è orientata a mandare propri militari a colmare il vuoto lasciato dagli Usa in Afghanistan ma sarebbe pronta a partecipare alla ricostruzione del Paese. Lo scrive il Globale Times citando "esperti cinesi". L'invio di soldati cinesi è definito "una speculazione totalmente infondata, e il massimo che la Cina può fare è evacuare cittadini cinesi se si verifica una massiccia crisi umanitaria, o contribuire alla ricostruzione post-bellica e allo sviluppo, spingendo in avanti i progetti sotto la Belt and Road Initiative (BRI) proposta dalla Cina quando la sicurezza e la stabilità siano ripristinate nel paese devastato dalla guerra". Gli Stati Uniti, scrive il Globale Times, "non possono semplicemente andarsene e non assumersi più alcuna responsabilità nella regione, e se l'Afghanistan incontra gravi problemi umanitari, come una crisi di rifugiati, Washington dovrebbe cooperare con altri paesi regionali e almeno fornire assistenza economica, perché sono stati gli Stati Uniti a creare questo casino, hanno notato gli esperti". Chiaro il messaggio ai talebani, se "costruiscono un nuovo paese dopo averne preso il controllo completo, dovrebbero mantenere la promessa di tagliare tutti i legami con i terroristi, gli estremisti e i separatisti (i "tre mali") nella regione, e assicurarsi che l'Afghanistan non diventi un terreno fertile per queste forze". Se riusciranno a farlo, dicono gli analisti cinesi, avranno il riconoscimento internazionale. In caso contrario, "se l'Afghanistan diventa un terreno fertile per i "Tre mali", il Consiglio di sicurezza dell'ONU potrebbe considerare l'invio di una forza di pace nel paese".

Evacuata l'ambasciata dell'Arabia Saudita
Tutti i membri dell'ambasciata del Regno nella capitale afghana Kabul sono stati evacuati e sono arrivati a casa. Lo scrive l'agenzia statale dell'Arabia Saudita Spa.

Biden invia altri 1.000 soldati per evacuazione
Il presidente americano Joe Biden ha deciso di inviare altri mille soldati a Kabul che si aggiungono ai 5.000 già inviati per garantire l'evacuazione dei civili americani e afghani. In totale "nei prossimi giorni saranno 6.000 i soldati americani a raggiungere la capitale afghana.
 
Il Gop all'attacco di Biden, 'l'uomo di Saigon'
Joe Biden è diventato il presidente del "Saigon moment", l'"uomo che scappa", quello che ha riportato l'America indietro di 46 anni. Dentro il suo incubo. Sopra il tetto di un'ambasciata. Con l'elicottero pronto a evacuare i diplomatici in fuga dalla città assediata. L'avanzata dei talebani a Kabul rende ogni momento più drammatico l'improvviso tracollo del presidente degli Stati Uniti, alle prese con la prima vera crisi politica da quando è entrato alla Casa Bianca. L'immagine del 'Saigon moment' è corrosiva, devastante, rievoca angosce passate. A meno di un mese dalla commemorazione dei vent'anni dall'11 Settembre, quando probabilmente i talebani diranno all'America 'non ci avete sconfitti', riportare gli americani alla grande ferita del Vietnam può avere un effetto depressivo. Il primo a paragonare la caduta di Kabul a quella della capitale vietnamita assediata dai vietcong era stato il leader dei repubblicani al Senato Mitch McConnell. Da quel momento la parola Saigon è entrata a far parte del dizionario politico, è diventato il mantra dei conservatori. "Biden l'uomo di Saigon" lo ha ripetuto in collegamento con la Cbs il conservatore alla Camera Steve Scalise. "E' dura - ha commentato - vedere l'ambasciata degli Stati Uniti evacuata. Pochi giorni fa avevamo Biden che garantiva che non avremmo visto elicotteri come a Saigon". "Avrà le mani sporche di sangue", ha accusato un altro repubblicano, Michael McCaul, intervistato dalla Cnn. "Hanno sottostimato completamente - ha aggiunto - la forza dei talebani".

Il presidente afghano Ashraf Ghani ha lasciato il Paese. I cittadini americani sono in fuga verso l'aeroporto. La bandiera degli Stati Uniti, esposta fino a ieri all'ambasciata, sarebbe stata ammainata. Sui media compaiono immagini umilianti, che hanno infiammato i repubblicani e ricompattato il partito. La stessa Liz Cheney, isolata per le sue posizioni anti-trumpiane, ha messo sullo stesso piano il presidente e il suo predecessore: "la calamità Trump-Biden è cominciata quando l'amministrazione Trump ha negoziato con i terroristi, pretendendo che fossero interlocutori di pace, ed è finita con la resa americana mentre Biden consegna il Paese ai nostri nemici terroristi". Il senatore Ben Sasse ha attaccato la "dottrina della debolezza Trump-Biden" portata avanti dalle diplomazie delle due amministrazioni, le quali hanno "deliberatamente deciso di perdere" la guerra in Afghanistan. L'ex segretario di Stato, Mike Pompeo, parlando alla Fox, ha detto che la sua amministrazione "non si era mai fidata dei talebani" nonostante il tentativo di negoziare la ritirata. Biden ha scaricato la responsabilità su Trump, ricordando come fosse stato il suo predecessore ad aver promesso ai talebani il ritiro entro maggio 2021. Vero, mancava un ultimo tweet del tycoon per annunciare ufficialmente il ritiro, ma è stato Biden, accusano i conservatori, a non aver fatto rispettare le condizioni poste da Trump, e nemmeno tentato di rinegoziare. "Voglio sapere dove si trova il presidente Ghani", ha tuonato il leader repubblicano alla Camera Kevin McCarthy. Saigon, la grande fuga, le canzoni di Bob Dylan e Aretha Franklin si fondono con le immagini moderne di un altro elicottero e l'eco delle raffiche di colpi nella notte di Kabul. Il segretario di Stato, Antony Blinken, è andato in tv per dire che "questa non è Saigon". Le immagini drammatiche che arrivano dall'Afghanistan, rilanciate anche dalle emittenti più vicine ai democratici, non aiuteranno la narrazione autoassolutoria della Casa Bianca.

Michel: chiaro che dobbiamo trarre molte lezioni
"In stretto contatto con (l'Alto  rappresentante Ue per gli affari esteri) Josep Borrell per seguire gli sviluppi in Afghanistan. La sicurezza dei cittadini Ue, degli staff e delle loro famiglie è la priorità nel breve periodo. Egualmente chiaro che dovremo trarre molte lezioni". Così su twitter il presidente del  Consiglio europeo Charles Michel.