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Coronavirus

Lotta al Covid

​Agenas: terapie intensive ai minimi da autunno, nessuna regione oltre soglia d'allerta

Oggi sono al 12%, due mesi fa erano al 41%

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Scende ancora, fino a quota 12%, a livello nazionale, la percentuale di posti letto nelle terapie intensive degli ospedali italiani occupati da pazienti Covid e senza che nessuna regione superi la soglia di allerta del 30%. 

Mentre calano all'11% i posti in reparto, anche in questo caso con tutte le regioni sotto la soglia d'allerta, che è pari al 40%. Questi i numeri, relativi al 30 maggio, forniti dall'Agenas - l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali - e basati su una rielaborazione di quelli forniti della protezione civile. Si tratta dei valori più bassi mai raggiunti dall'inizio del monitoraggio Agenas, ovvero da novembre 2020. 

Secondo l'Agenas i dati sono ancora più significativi se si confrontano con quelli di due mesi fa: il 29 marzo, infatti, le terapie intensive covid erano al 41% e i ricoveri covid al 44%.

Questo, nel dettaglio, è ora il tasso di occupazione da parte di pazienti covid nelle terapie intensive e nei reparti di area medica (malattie infettive, medicina generale e pneumologia) delle varie regioni e province autonome. In testa la Toscana, poi la Lombardia, ultima la Basilicata.

Le percentuali regione per regione in ordine alfabetico:

Abruzzo (8% intensive, 10% reparti ordinari);
Basilicata (2%, 13%);
Calabria (11%, 26%);
Campania (10%, 8%);
Emilia Romagna (13%, 8%);
Friuli Venezia Giulia (3%, 3%);
Lazio (16%, 14%);
Liguria (14%, 7%);
Lombardia (17%, 13%);
Marche (13%, 10%);
Molise (5%, 4%);
Pa di Bolzano (3%, 4%);
Pa di Trento (14%, 4%);
Piemonte (13%, 11%);
Puglia (11%, 15%);
Sardegna (6%, 9%);
Sicilia (8%, 14%);
Toscana (21%, 8%);
Umbria (5%, 9%);
Valle d'Aosta (3%, 3%);
Veneto (5%, 5%).