SCIENZA
Incidenti stradali
Alcol e distrazione: killer della strada
Una ricerca svolta presso l'Università del Kentucky mette in relazione tassi alcolemici legali e distrazioni tecnologiche alla guida

Negli USA i morti per incidente stradale sono stati 32.719 nel 2013 (l'anno più recente i cui dati siano interamente disponibili): una mortalità per milione di abitanti pari a 103,4. In Europa (secondo i dati dell'ISTAT) le strade sono molto più sicure: nello stesso anno la mortalità media registrata nella UE (28 Paesi) supera di poco i 51 morti per milione. In Italia siamo a quota 56.
Se questo è il contesto statistico dell'Occidente (o, almeno, di una sua parte cospicua), sulle cause degli incidenti stradali si discute molto: velocità dei mezzi, regole di circolazione, stato della rete viaria, abitudini di guida, tecnologia applicata alla protezione...tutte concause, nessuna decisiva.
La ricerca
Giunge quindi a proposito uno studio, condotto presso l'Università del Kentucky da Nicholas van Dyke e Mark Fillmore, che mette in relazione diversi fattori di rischio. In particolare: i ricercatori hanno indagato il peso della distrazione alla guida in soggetti già alterati per qualche altra ragione, in particolare dal consumo di alcol.
Alcol e guida
Negli USA i morti causati dall'alcol al volante sono, ogni giorno, 28. Il limite attuale di concentrazione nel sangue, oltre il quale non ci si può mettere alla guida, è pari allo 0.08%. E c'è chi vorrebbe portarlo allo 0,05. Secondo i professori del Kentucky, però, il vero problema è un altro.
Distrazione
Il succo della loro ricerca è questo: occorre tener conto di tutte le altre possibili distrazioni che si aggiungono agli effetti inbitori dell'alcol. Basta un SMS, un'occhiata anche fuggevole allo schermo dello smartphone e il veicolo sulla strada diventa due volte meno sicuro.
Esperimento al simulatore
Van Dyke e Fillmore sottoposto cinquanta adulti a una prova con un simulatore di guida. Una metà si è messa al volante dopo aver consumato un leggera bevanda alcolica (senza che il tasso alcolemico superasse i limiti di legge); l'altra metà, invece, era in stato di piena sobrietà. Il percorso, tipicamente urbano, era lungo poco meno di dieci chilometri e si doveva seguire una traiettoria prefissata.
Durante la prova sul cruscotto virtuale comparivano segnali non diversi da quelli che solitamente appaiono nelle superaccessoriate automobili di oggi: luci, indicazioni, anche parole da leggere e immagini da interpretare. Tutte stimolazioni che hanno sensibilmente distolto i guidatori dalla necessaria concentrazione, ma con esiti diversi tra i due gruppi.
Infatti: tra quelli che avevano sorbito un drink, le correzioni di direzione impartite al simulatore attraverso il volante sono state più frequenti, i rischi che i guidatori correvano maggiori, la condotta di guida - in generale - meno sicura.
"I continui progressi della tecnologia automobilistica e l'onnipresenza di elementi di disturbo durante la guida stanno diventando sempre più importanti" spiega van Dyke. "Occorre studiare con sempre più cura l'interazione tra alcol e distrazione alla guida".
Conclusioni
Anche se i dati statistici riflettono due realtà molto diverse tra Europa e Usa, le osservazioni dei due ricercatori statunitensi non sono peregrine. E forse aprono la strada al gioiello tecnologico che si è già affacciato nel nostro universo materiale: le auto che "si guidano" da sole. Quando saranno diventate uno standard, viene da pensare, potremo bere un drink, fumare una sigaretta, chattare al telefono anche mentre sfrecceremo lungo le autostrade. A meno che non prevalgano le biciclette...
Se questo è il contesto statistico dell'Occidente (o, almeno, di una sua parte cospicua), sulle cause degli incidenti stradali si discute molto: velocità dei mezzi, regole di circolazione, stato della rete viaria, abitudini di guida, tecnologia applicata alla protezione...tutte concause, nessuna decisiva.
La ricerca
Giunge quindi a proposito uno studio, condotto presso l'Università del Kentucky da Nicholas van Dyke e Mark Fillmore, che mette in relazione diversi fattori di rischio. In particolare: i ricercatori hanno indagato il peso della distrazione alla guida in soggetti già alterati per qualche altra ragione, in particolare dal consumo di alcol.
Alcol e guida
Negli USA i morti causati dall'alcol al volante sono, ogni giorno, 28. Il limite attuale di concentrazione nel sangue, oltre il quale non ci si può mettere alla guida, è pari allo 0.08%. E c'è chi vorrebbe portarlo allo 0,05. Secondo i professori del Kentucky, però, il vero problema è un altro.
Distrazione
Il succo della loro ricerca è questo: occorre tener conto di tutte le altre possibili distrazioni che si aggiungono agli effetti inbitori dell'alcol. Basta un SMS, un'occhiata anche fuggevole allo schermo dello smartphone e il veicolo sulla strada diventa due volte meno sicuro.
Esperimento al simulatore
Van Dyke e Fillmore sottoposto cinquanta adulti a una prova con un simulatore di guida. Una metà si è messa al volante dopo aver consumato un leggera bevanda alcolica (senza che il tasso alcolemico superasse i limiti di legge); l'altra metà, invece, era in stato di piena sobrietà. Il percorso, tipicamente urbano, era lungo poco meno di dieci chilometri e si doveva seguire una traiettoria prefissata.
Durante la prova sul cruscotto virtuale comparivano segnali non diversi da quelli che solitamente appaiono nelle superaccessoriate automobili di oggi: luci, indicazioni, anche parole da leggere e immagini da interpretare. Tutte stimolazioni che hanno sensibilmente distolto i guidatori dalla necessaria concentrazione, ma con esiti diversi tra i due gruppi.
Infatti: tra quelli che avevano sorbito un drink, le correzioni di direzione impartite al simulatore attraverso il volante sono state più frequenti, i rischi che i guidatori correvano maggiori, la condotta di guida - in generale - meno sicura.
"I continui progressi della tecnologia automobilistica e l'onnipresenza di elementi di disturbo durante la guida stanno diventando sempre più importanti" spiega van Dyke. "Occorre studiare con sempre più cura l'interazione tra alcol e distrazione alla guida".
Conclusioni
Anche se i dati statistici riflettono due realtà molto diverse tra Europa e Usa, le osservazioni dei due ricercatori statunitensi non sono peregrine. E forse aprono la strada al gioiello tecnologico che si è già affacciato nel nostro universo materiale: le auto che "si guidano" da sole. Quando saranno diventate uno standard, viene da pensare, potremo bere un drink, fumare una sigaretta, chattare al telefono anche mentre sfrecceremo lungo le autostrade. A meno che non prevalgano le biciclette...