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TECH

La tecnologia ha permesso di falsare i dati delle emissioni di gas inquinanti

Scandalo Volkswagen: quando basta mettere un algoritmo nel motore

Un riga di codice: tanto è bastato perché la lettura delle emissioni di gas sulle auto con motore diesel venissero modificate. L'avviso di violazione dell'agenzia per l'ambiente americana a Volkswagen è arrivata a seguito di una ricerca universitaria, che ha notato delle discrepanze nei valori reali delle emissioni e ha scoperto che qualcosa non andava nel software.  

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di Celia Guimaraes
Il ‘defeat device’  (tradotto molto liberamente ‘sistema per bypassare’) usato da Volkswagen e Audi è un software che si attiva solo quando le automobili devono essere sottoposte a valutazione di conformità con gli standard di emissioni di gas. Infatti quando le auto vengono messe in quelle condizioni, il software ‘sa’ che si tratta di un test e offre risposte in linea con i parametri sui gas di scarico inquinanti stabiliti dalla legge per i motori diesel.

Una volta finito il test, tornano in funzione le massime prestazioni del motore durante la guida e quindi le emissioni reali.  Il trucco è stato scoperto grazie ad una ricerca dell’università della West Virginia dello scorso anno. L’Epa (Environmental protection agency americana), che ha reso noto il procedimento da parte di Volkswagen e Audi e ha svelato la notizia, ha detto che l’utilizzo di software per falsare i valori dei test di emissioni inquinanti, soprattutto ossido di azoto, (che in realtà superavano i limiti stabiliti anche di 40 volte) potrebbe concludersi con multe dal valore di 18 miliardi di dollari per le case automobilistiche indagate, mentre all’orizzonte si preannunciano controlli mirati su tutte le auto alimentate a diesel.

Alla ricerca del colpevole
Tutta colpa di un algoritmo, una parte di codice del software impostato per attivarsi soltanto durante le fasi di test del motore. E secondo gli esperti, inserire un algoritmo in un software è una cosa tanto semplice quanto banale nella sua ‘genialità’.

Curiosamente è stata la stessa agenzia Epa ad essersi opposta ad alcune proposte per modificare il ‘default device’ come quello presumibilmente utilizzato da VW, che consentirebbe a consumatori e ricercatori di decodificare il software utilizzato nei veicoli. L’Epa infatti ha ritenuto che esaminare il codice ed eventualmente modificarne il software sarebbe una violazione del Clean Air Act e del Digital Millennium Copyright Act, sulle opere protette da copyright.

Per un utente comune, modificare la mappatura della centralina di un’automobile non è una operazione semplice e non basta un’app per intervenire sul software. Ma basta invece farsi un giro sui motori di ricerca per scoprire che ‘rimappare’ l’unità di controllo elettronica è pratica tanto diffusa quanto ‘truccare’ i motorini per aumentarne la potenza. Una pratica comunque illegale e pericolosa dal punto di vista della sicurezza, osservano molti siti specializzati. 

Si alza il velo sul NOx
Secondo il New York Times, non è chiaro quali parti del software siano state alterate nel 'caso Volkswagen', ma alcuni esperti sentiti dal quotidiano ritengono che si tratti di possibili modifiche per risparmiare carburante o aumentare le prestazioni del motore, che nel contempo aumentano le emissioni di ossido di azoto (NOx), un gas tossico che può causare una serie di malattie respiratorie.


Che cosa esce dal tubo di scarico?
La combustione dei carburanti che alimentano i motori di tutti i veicoli circolanti comporta l'emissione di gas di scarico, che finiscono nell'aria che respiriamo. Vediamo come è composta la miscela che esce dalle nostre marmitte

Il valore dell'algoritmo
Al di là delle specificità del caso, legate all'industria automobilistica e alle leggi contro l'inquinamento atmosferico, resta il fatto che il predominio del software va avanti e diventa terreno di conquista per aziende e nuove professioni.

li algoritmi sono, ad esempio, ciò che rende Google uno dei marchi di maggior valore al mondo e per questo sono tra i segreti gelosamente custoditi da chi li possiede. Mentre già si lavora al software cognitivo, che ‘pensa’ e ‘esegue’ autonomamente (in pratica l’intelligenza artificiale), il potere dell’algoritmo in prospettiva crescerà enormemente.

Peter Sondergaard, senior vice-presidente della società di ricerche Gartner, afferma che “questo inevitabilmente creerà nuovi mercati per la compravendita di algoritmi, che creerà un incremento negli introiti delle aziende e favorirà la nascita di molte startup tecnologiche specializzate“. Un enorme mercato dove miliardi di algoritmi sono in attesa di essere acquistati o brevettati.