TECH
e-commerce
Alibaba, trionfo di vendite nel Singles' day. Ma è crollo in Borsa
Record di vendite nel 'giorno dei single' ma il colosso cinese risente del mancato debutto in Borsa della controllata fintech Ant, operazione sospesa da Pechino

Alibaba, il colosso dell'e-commerce cinese, festeggia il record di vendite online, per 56 miliardi di dollari, in un solo giorno, il Singles' Day, evento dell'11 novembre dedicato alle persone singole, in contrapposizione al San Valentino statunitense.
Alla fine della maratona, durata complessivamente quattro giorni, gli ordini cinesi sulla piattaforma hanno raggiunto il record di 498,2 miliardi di yuan (75,1 miliardi di dollari), secondo dati diffusi dalla stessa Alibaba. Si tratterebbe del più grande evento di vendita online al mondo, che ha eclissato il Black Friday e il Cyber Monday negli Stati Uniti.
Un successo in parte oscurato dal tonfo in Borsa per il titolo Alibaba: a Hong Kong perde quasi il 10% e trascina giù i listini cinesi. In una sola seduta, quindi, Alibaba brucia in Borsa oltre 250 miliardi di dollari, quasi cinque volte l'incasso delle sue vendite online in un giorno.
La performance negativa dipende dallo stop all'Ipo di Ant, il ramo fintech di Alibaba, sulle borse di Hong Kong e Shanghai, ufficialmente per mancati requisiti di quotazione. Il mancato debutto, in realtà, è stato deciso dal governo cinese che vorrebbe imporre nuove regole per eliminare le pratiche monopoliste nel comparto.
Lo stop all'Ipo di Ant
La decisione delle Borse infatti è giunta dopo che, una settimana fa, il fondatore e Ceo di Alibaba, Jack Ma, era stato convocato insieme al presidente di Ant, Eric Jing e all'amministratore delegato, Simon Hu, per un colloquio con i rappresentanti della banca centrale e l'autorità che vigila sulla Borsa cinese.
L'Ipo di Ant (controllata al 33% da Alibaba), bloccata a 48 ore dal via, avrebbe dovuto portare al collocamento di azioni per 34,5 miliardi di dollari sia alla borsa di Hong Kong che a quella Shanghai: la più grande Ipo nella storia finanziaria globale.
Il governo cinese però punterebbe a sottoporre le piattaforme di pagamento alle regole previste per il sistema bancario. Pechino non vuole permettere a queste piattaforme di operare come delle banche e quindi vorrebbe introdurre dei freni regolatori ai prestiti e ai depositi delle controllate di Alibaba e alle altre aziende del settore.
Alla fine della maratona, durata complessivamente quattro giorni, gli ordini cinesi sulla piattaforma hanno raggiunto il record di 498,2 miliardi di yuan (75,1 miliardi di dollari), secondo dati diffusi dalla stessa Alibaba. Si tratterebbe del più grande evento di vendita online al mondo, che ha eclissato il Black Friday e il Cyber Monday negli Stati Uniti.
Un successo in parte oscurato dal tonfo in Borsa per il titolo Alibaba: a Hong Kong perde quasi il 10% e trascina giù i listini cinesi. In una sola seduta, quindi, Alibaba brucia in Borsa oltre 250 miliardi di dollari, quasi cinque volte l'incasso delle sue vendite online in un giorno.
La performance negativa dipende dallo stop all'Ipo di Ant, il ramo fintech di Alibaba, sulle borse di Hong Kong e Shanghai, ufficialmente per mancati requisiti di quotazione. Il mancato debutto, in realtà, è stato deciso dal governo cinese che vorrebbe imporre nuove regole per eliminare le pratiche monopoliste nel comparto.
Lo stop all'Ipo di Ant
La decisione delle Borse infatti è giunta dopo che, una settimana fa, il fondatore e Ceo di Alibaba, Jack Ma, era stato convocato insieme al presidente di Ant, Eric Jing e all'amministratore delegato, Simon Hu, per un colloquio con i rappresentanti della banca centrale e l'autorità che vigila sulla Borsa cinese.
L'Ipo di Ant (controllata al 33% da Alibaba), bloccata a 48 ore dal via, avrebbe dovuto portare al collocamento di azioni per 34,5 miliardi di dollari sia alla borsa di Hong Kong che a quella Shanghai: la più grande Ipo nella storia finanziaria globale.
Il governo cinese però punterebbe a sottoporre le piattaforme di pagamento alle regole previste per il sistema bancario. Pechino non vuole permettere a queste piattaforme di operare come delle banche e quindi vorrebbe introdurre dei freni regolatori ai prestiti e ai depositi delle controllate di Alibaba e alle altre aziende del settore.