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ECONOMIA

50 milioni in più di quanto deliberato il 25 luglio dai soci

Alitalia pronta risposta Etihad. Sull'ultimatum di Hogan il nodo dell'aumento capitale a 300 milioni

Dopo l'incontro di ieri a Palazzo Chigi tra governo, soci, banche e i vertici dela compagnia, Alitalia avrebbe chiesto una proroga a Etihad per valutare la fattibilità e il perfezionamento della mid-co chiesta da Poste per poter investire circa 72 milioni di euro. Si aspetta la risposta degli arabi: oggi era il termine ultimo imposto dall'ad Hogan. La firma dell'intesa, se Etihad accettasse le richieste di Alitalia, potrebbe andare quindi alla prossima settimana

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Alitalia Etihad
Roma
Oggi è il termine ultimo. O meglio, Etihad aspetta in data odierna la risposta esaustiva alle sue richieste. Alitalia, dopo il vertice di ieri a Palazzo Chigi tra governo, azionisti, banche e vertici della compagnia potrebbe chiedere agli arabi una nuova proroga per risolvere le ultime questioni. La firma dell'intesa finale, sempre che Etihad accetti, potrebbe quindi arrivare il 6 o il 7 agosto. L'incontro con l'esecutivo si era reso necessario dopo la lettera-ultimatum inviata due giorni fa all'Alitalia dall'ad di Etihad, James Hogan: una lettera in cui si individuava i dubbi e i nodi da sciogliere per poter siglare l'accordo. Il governo è sceso in campo anche, e soprattutto, a causa delle condizioni sollevate da Poste, condizioni che hanno fatto indispettire gli altri soci. La compagnia guidata da Francesco Caio ha chiesto infatti di poter investire circa 72 milioni non in Cai (come fanno tutti gli altri soci, ndr), ma in una mid company per non assumersi i rischi del contenzioso nè del peggioramento dei conti di Alitalia nel 2014 (previsto, peraltro, in un recente studio, ndr). Sale poi a 300 milioni di euro, 50 milioni in più di quanto deliberato il 25 luglio scorso dai soci, l'impegno di capitale che le banche e i maggiori azionisti di Alitalia-Cai sono disposti ad assumere per fare l'accordo con la compagnia araba e salvare quella italiana.

Il nodo della midco
Secondo indiscrezioni di stampa, ieri sera l'ad di Alitalia Del Torchio, avrebbe comunicato a Etihad l'esito dell'incontro del governo in cui venivano riassunte proprio le questioni: dall'aumento di capitale a 300 milioni di euro, alla condizione di Poste, ossia poter investire in una mid co con la conseguente richiesta di una proroga. Questa sarebbe infatti necessaria a banche e a soci proprio per perfezionare la procedura e la fattibilità della compagnia intermedia. Se questa saltasse, infatti, salterebbe l'accordo, avrebbe detto a uno dei banchieri coinvolti l'ad di Poste Caio.

Venerdì probabile nuovo cda 
Se Etihad accettasse la proroga e, di conseguenza, la mid co, forse per venerdì potrebbbe essere convocato un nuovo cda per varare il nuovo impegno, che dovrà passare anche al vaglio dell'assemblea: quindi la firma del pre-accordo non arriverà prima della prossima settimana. Poste si dice "soddisfatta", soprattutto per il fatto che il Governo abbia condiviso la propria posizione sulla mid-co. Ora si tratta di capire se la soluzione della mid-co andrà bene anche ad Etihad. Non a caso, gli altri soci, secondo quanto si apprende da fonti finanziarie, si sarebbero detti d'accordo a procedere con la mid-co, ma chiedendo a Poste di impegnarsi, nel caso in cui per motivi fiscali o tecnici ad Etihad questa soluzione non dovesse andare bene, a tornare al vecchio schema, investendo quindi nella old company. In tutto questo, intanto, il nodo sindacale è passato in secondo piano. I sindacati al momento rimangono sulle loro posizioni (con la Uil che ribadisce la propria richiesta di spalmare i tagli al costo del lavoro su 12 mesi) e attendono una convocazione.

I dubbi di Etihad
Nella lettera ultimatum, l'ad di Etihad sollevava il dubbio che al momento del closing, previsto a ottobre, Alitalia non avesse liquidità sufficiente per fare le operazioni previste, cioè il conferimento delle attività operative e di volo, in una nuova società, la new co, senza il rischio fallimento. I dubbi di Hogan si basano sulle previsioni di peggioramento dei conti di Alitalia nel 2014 e sulla struttura proposta da Poste, la mid-co appunto (una società intermedia tra Cai e la nuova Alitalia) in cui entrerebbe la stessa Etihad con il 49%. Ora non rimane che attendere il pronunciamento degli arabi. Alitalia aspetta.