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ECONOMIA

Brutta tegola sulla compagnia aerea

Financial Times: "Il prestito di 900 milioni ad Alitalia violò le regole Ue sugli aiuti di Stato"

Nel frattempo si consuma lo strappo tra azienda e sindacati. Oggi blocco della Roma-Fiumicino da parte dei lavoratori ex Alitalia. Domani assemblee a partire dalle 10

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Mentre si consuma la rottura tra azienda e sindacati sull'annoso tema del passaggio di lavoratori da Alitalia a Ita, sul Financial Times viene dato spazio a una notizia che potrebbe cambiare drasticamente il piano d'azione e d'intervento sulle sorti della ex Alitalia.

Secondo il quotidiano finanziario, l'Antitrust dell'Unione europea chiederà al governo italiano di recuperare dalla vecchia Alitalia i 900 milioni di euro di prestito ponte, in quanto considerati aiuti di Stato illegali. Il governo italiano avrebbe violato le regole Ue sugli aiuti di Stato quando ha concesso prestiti per il salvataggio di Alitalia nel 2017. 
Il diritto dell'Unione europea vieta a uno Stato membro di concedere a un'azienda un sostegno finanziario che le dia un vantaggio rispetto ai suoi rivali.

Il Financial Times riporta la notizia arricchendola di conferme che giungono da fonti istituzionali vicine al dossier. La decisione dovrebbe essere annunciata domani dalla Commissione europea.

Il diritto dell'Ue vieta a uno Stato membro di concedere a un'azienda un sostegno finanziario che le dia un vantaggio rispetto ai suoi rivali. La decisione "segna l'ultimo vergognoso capitolo per Alitalia, compagnia di bandiera italiana perennemente in perdita da 75 anni", scrive il Financial Times. Il governo di Roma ha già lavorato con Margrethe Vestager, capo della concorrenza dell'Ue, su un accordo per consentire la creazione di una nuova compagnia aerea che sarà indipendente da Alitalia. 

Nel frattempo si consuma lo strappo tra azienda e sindacati
Salta la trattativa sindacale su Ita. "Pesano pregiudiziali non più attuali", commenta il presidente Alfredo Altavilla che, a questo punto, potrà procedere all'assunzione dei 2.800 dipendenti della compagnia che prenderà il posto di Alitalia, senza bisogno di trattative con i sindacati.

"Nell'impossibilità di soluzioni condivise - spiega la nota dell'azienda - la conclusione di questa fase deriva dalla necessità di attivare i numerosi e complessi processi per garantire la partenza operativa il 15 ottobre e per consentire alle strutture aziendali l'esame dei 30.000 profili ricevuti (oltre 7.000 dei quali - pari al 70% degli attuali dipendenti - provenienti da Alitalia) che hanno dimostrato di credere nel progetto di Ita in vista dell'assunzione nella nuova compagnia".

A determinare la rottura, a quanto risulta è stato il problema della cassa integrazione a zero ore in scadenza a fine mese. I sindacati chiedono la proroga per tutti i dipendenti Alitalia che non passeranno a Ita fino al 2025. Si tratta di almeno 7.500 lavoratori. Una nuova proroga, dopo le tante del passato, che rischierebbe di costare ai contribuenti fino a 2 miliardi di euro secondo i calcoli dell'economista Ugo Arrigo. Soldi che andrebbero sommati ai più di 10 miliardi spesi dallo Stato per ripagare le perdite di Alitalia nell'ultimo mezzo secolo.

La trattativa è stata accompagnata da una manifestazione dei lavoratori: prima un corteo di auto che procedeva a velocità ridotta sulla strada tra Fiumicino e l'Eur e poi con una manifestazione sotto la sede di Ita.

Domani assemblea dei lavoratori a Fiumicino
Domani si terranno nuove assemblee dei lavoratori Alitalia dopo il mancato accordo di oggi tra Ita e sindacati sul personale della nuova compagnia. Le assemblee partiranno dalle 10.

Sindacati: "Il governo ci convochi su Ita"
"La rottura delle trattative da parte di Ita è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. È inaccettabile che un'azienda di proprietà dello Stato agisca con una modalità al limite delle regole e senza alcuna idea di responsabilità sociale, fino a mettere in discussione l'esistenza del contratto nazionale, in una trattativa complessa che riguarda migliaia di lavoratori e lavoratrici''. Così unitariamente i segretari generali Cgil e Filt, Cisl e Fit e Uil e Uiltrasporti, commentano lo stop di oggi al confronto.

''Ora - sostengono i segretari generali - serve intervenire e convocare urgentemente il tavolo sull'emergenza trasporto aereo che avrebbe dovuto essere già stato convocato a seguito delle nostre reiterate richieste, rimaste totalmente inascoltate da parte dei Ministeri che ne avrebbero avuto la titolarità, finanziando innanzitutto un ammortizzatore sociale che accompagni il piano industriale messo in campo da un'azienda pubblica".

Giorgetti attende la decisione della Commissione Ue
"La rotta è prestabilita, dalla decisione della Commissione Ue e dalle leggi approvate dal Parlamento. Siamo in attesa, spero che sia questione di ore, della decisione finale della Commissione europea, che è stata preceduta da confort letter, che contiene gli elementi sulla base dei quali, congiuntamente alle norme di legge approvate dal Parlamento, l'amministrazione straordinaria, vigilata dal Mise, si sta muovendo. Queste decisioni della Commissione europea sono del tutto eccezionali rispetto alla normativa comunitaria e nazionale, che impedisce sostanzialmente allo Stato di costituire una società interamente pubblica per operare nel mercato". Così il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, durante il question time alla Camera.