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ECONOMIA

Tre settimane per chiudere

Alitalia: ore decisive, ultimi confronti in attesa di Lufthansa, Fs e Atlantia

Il Mise è in attesa di una comunicazione che formalizzerebbe l'interesse alla costituzione del consorzio, anche senza la proposta definitiva

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Alitalia (archivio)
Momenti decisivi per conoscere il destino di Alitalia. Martedì scadono i termini per l'offerta vincolante e il piano industriale da parte di Ferrovie dello Stato.

Ora tutto dipenderà dai CdA di Atlantia e di Fs, mentre il ministero dello Sviluppo economico è in attesa di una comunicazione che, secondo le indicazioni che emergono, potrebbe non contenere la proposta definitiva, ma formalizzerebbe l'interesse alla costituzione del consorzio: una formula che consentirebbe di "rispettare" i termini, ma che aprirebbe comunque la strada ad una nuova proroga, forse 2-3 settimane.

Tempo necessario per sciogliere i nodi e definire offerta, piano industriale e governance. Nel frattempo Lufthansa, che nei giorni scorsi si è riproposta come partner a Fs e al Mise, in alternativa a Delta, ha inviato una delegazione a Roma. I tedeschi, guidati dal direttore commerciale Harry Hohmeister, hanno incontrato separatamente Fs e Atlantia.

L'attenzione è tutta puntata sui CdA: in mattinata quello di Atlantia, nel pomeriggio quello di Fs, che, alla luce delle decisioni di Atlantia, dovrà inviare la comunicazione al Mise. Secondo indiscrezioni, si va verso una richiesta motivata di proroga in cui verrebbe confermato l'interesse alla costituzione del consorzio in cui Fs e Atlantia avrebbero il 37,5%, Delta il 10% e Mef il 15%.

Tra le questioni industriali, le perplessità di Atlantia, che in una lettera al Mise sul dossier delle concessioni, evidenzia in particolare le risposte attese da Delta su rotte ed equity: punti che saranno oggetto di ulteriore trattativa tra i partner.

Sul tavolo anche il nodo della governance, con la scelta dell'amministratore delegato e gli esuberi, che potrebbero arrivare a 2.800. Se tra 2-3 settimane tutto fosse pronto, inizierebbe un periodo transitorio di 2-3 mesi. Non si sa se la liquidità in cassa (310 milioni a fine settembre) basterà per far volare la compagnia fino al rilancio. L'ipotesi è quella di un nuovo prestito ponte, per circa 250-300 milioni.