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ECONOMIA

Il futuro della compagnia aerea

Alitalia pubblica per oltre il 50%. Di Maio: "Non sarà ridimensionata ed eviteremo i licenziamenti"

"Il nuovo piano industriale di Alitalia verrà presentato entro il 31 marzo prossimo" assicura il Ministro dello Sviluppo Economico. La partecipazione pubblica dovrebbe andare oltre il 50%". Sindacati: "Serve piano per rilancio e 'no' esuberi". Critiche le opposizioni: "Si torna alle nazionalizzazioni" 

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Il nuovo piano industriale di Alitalia verrà presentato entro il 31 marzo prossimo. È la deadline, secondo quanto riferiscono fonti sindacali presenti all'incontro al Mise, indicata dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. La partecipazione pubblica all'operazione Alitalia, con il contributo del Mef e delle Ferrovie dello Stato, dovrebbe arrivare ad oltre il 50% avrebbe aggiunto il vicepremier, spiegando che ciò non escluderebbe la partecipazione di altre società pubbliche e private. 

"Il governo è pronto a intervenire per rifinanziare il fondo volo e non renderlo incapiente. Nel decretone ce ne occupiamo ma siamo pronti a intervenire ancora. Diamo la garanzia che se se dovesse servire rifinanziamo gli ammortizzatori sociali" ha proseguito il ministro dello Sviluppo Economico, rivolto ai sindacati. Ed ha poi spiegato che in ogni caso la presenza del Mef: "garantisce la salvaguardia dei livelli occupazionali, evita i licenziamenti e garantisce una strategia ad Alitalia senza svenderla". Di Maio ha poi concluso: "Ci auguriamo si arrivi a accordo vincolante. Esprimo grande soddisfazione perché Alitalia è vista ancora oggi come grande potenzialità da realtà come Delta e easy jet". 

Uil. "Ci deve essere piano per rilancio e 'no' esuberi"
"Non abbiamo preoccupazioni ma abbiamo determinazioni che sono niente esuberi e un piano industriale che permetta il rilancio della compagnia". A indicarlo il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, prima dell'incontro con il ministro del Lavoro e Sviluppo economico, Luigi Di Maio. "Hanno fatto bene a cassare Lufthansa che voleva ridurre Alitalia a una compagnia regionale ", ha poi sottolineato.

Ugl: "Bene ingresso Mef e Fs"
"L'Ugl giudica positivamente l'intervento del Ministero dell'Economia e di Ferrovie dello Stato nel salvataggio di Alitalia, a garanzia di una maggiore salvaguardia dei livelli occupazionali e apprezza, nello stesso tempo, l'interessamento dei due partner privati e industriali Delta e EasyJet ma definendo il loro perimetro di azione in maniera molto chiara". Lo afferma Paolo Capone, segretario generale dell'UGL presente, insieme a Francesco Alfonsi, segretario nazionale Trasporto Aereo UGL, nel corso del tavolo su Alitalia, che si è tenuto oggi presso il ministero dello Sviluppo economico.

"Nel rilancio del vettore italiano e' ormai improcrastinabile rifinanziare in modo strutturale il Fondo del Trasporto aereo e non spacchettare la società. Anche per tale ragione occorre un serio piano industriale per il rilancio della compagnia, da condividere a breve termine con le parti sociali. Alitalia sia un'occasione di sviluppo strategico del Paese, non solo il rilancio della compagnia di bandiera", aggiunge.

Delrio (Pd): "Contrario a nazionalizzazione"
"Sono d'accordo se le soluzioni sono temporanee, cioè se lo Stato sta temporaneamente o con piccole quote in Alitalia. L'idea invece che la soluzione più semplice sia nazionalizzare mi trova fortemente contrario". Lo ha detto l'ex ministro ai Trasporti Graziano Delrio, capogruppo alla Camera del Partito democratico, a 24Mattino, rispondendo ad una domanda sull'ingresso del ministero dell'Economia nella nuova Alitalia.

Carrara (Fi): "Tornano nazionalizzazioni"
"Nessuna trattativa avviata e nessun impegno preciso. Nella nuova Alitalia di sicuro c'è soprattutto l'ingresso dello Stato nel capitale sociale. Con il M5S al governo ritornano le nazionalizzazioni e il dirigismo economico". Lo dichiara il deputato Maurizio Carrara, responsabile Industria di Forza Italia alla Camera. "Lo Stato, cioè i cittadini, - prosegue Carrara - attraverso il Mef, pagheranno almeno il 20% di Alitalia includendo la sicura conversione del prestito statale di 900 milioni di euro che scade fra quattro mesi e mezzo. Le Fs saranno costrette ad impiegare i propri fondi per coprire dal 40% al 50% della nuova società visto che i due partner industriali acquisteranno una quota che va dal 30% al 40% della nuova Alitalia.

In prossimità della scadenza del prestito il ministro Di Maio non è in grado di garantire un percorso di libero mercato all'ex compagnia di bandiera italiana. Alitalia continua a bruciare cassa e ha cancellato ben 700 voli a marzo. Ancora una volta i cittadini sono costretti a finanziare Alitalia ma stavolta le conseguenze sono più gravi. Di Maio, con una visione dirigista, ha imposto a FS di guidare la nuova Alitalia in cambio di un improbabile sviluppo dell'alta velocità ferroviaria negli aeroporti. Fs dovrà distogliere risorse finanziarie dall'indifferibile rinnovamento del proprio parco treni per sostenere la nazionalizzazione di Alitalia. Avremo una Alitalia che non sarà una libera compagnia di volo capace di competere con le altre e una ferrovia che invecchia senza avere le risorse per i necessari investimenti" conclude Carrara.