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ITALIA

L'allarme

Alitalia, sindacati: danni inestimabili, Italia come 75 anni fa

 Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti: "Chiedere la partenza di una nuova compagnia senza nome, senza logo e senza aerei e personale e slot sufficienti a competere in un mercato agguerrito come quello del trasporto aereo italiano e globale è come chiedere a un campione di scherma di andare alle Olimpiadi con le mani legate dietro la schiena"

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"Una compagnia aerea anonima, di dimensioni regionali, con un piano industriale con modesti obiettivi imposto dalla direzione generale concorrenza della Commissione europea riporterebbe l'Italia indietro di 75 anni e cioè a non avere, entro i prossimi due anni, una compagnia aerea nazionale". Così i segretari generali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti Stefano Malorgio, Salvatore Pellecchia e Claudio Tarlazzi, che commentando le notizie su Alitalia, apparse stamattina su alcuni quotidiani parlano di "danni inestimabili al Paese", qualora confermate.

"Qualora le anticipazioni fossero confermate, il lavoro dei precedenti governi sarebbe cancellato con un colpo di spugna e l'Italia perderebbe definitivamente le quote di mercato di trasporto aereo difese fino a oggi coi denti dalle lavoratrici e dai lavoratori di una compagnia, Alitalia, in amministrazione straordinaria da circa quattro anni", proseguono i leader delle federazioni dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil. Inoltre - affermano - ci troveremmo, di fatto, di fronte a un trattamento discriminatorio dell'Unione europea nei confronti dell'Italia atteso che, alle compagnie di bandiera tedesca e francese, a fronte di significativi aiuti economici da parte dello Stato (il gruppo Lufthansa ha collezionato 11 miliardi di euro di cui 9 alla casa madre e Air France ha ricevuto 7 miliardi di euro a fronte dei quali dovrà cedere solo 18 slot sugli oltre 300 in suo possesso) ha richiesto un sacrificio modesto se rapportato a quanto richiesto ad Alitalia che ha ricevuto 1,4 miliardi di euro.

Chiedere la partenza di una nuova compagnia senza nome, senza logo e senza aerei e personale e slot sufficienti a competere in un mercato agguerrito come quello del trasporto aereo italiano e globale è come chiedere a un campione di scherma di andare alle Olimpiadi con le mani legate dietro la schiena". "Ribadiamo la nostra contrarietà - sottolineano Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi - rispetto a condizioni che determinano discriminazioni e asimmetrie e ci auguriamo che, come già è stato fatto reiteratamente in un recente passato, vengano totalmente respinte le pretese della direzione della concorrenza. Nel frattempo, rispetto ad Alitalia in amministrazione straordinaria, occorre un intervento che sblocchi i ristori a compensazione delle perdite determinate dalla pandemia al fine di garantire il pagamento degli stipendi e di poter far fronte ai costi operativi". "Ricordiamo - concludono i segretari generali di filt-cgil, fit-cisl e uiltrasporti - che nella vicenda Alitalia sono coinvolti 11 mila lavoratori tra il personale diretto e potenzialmente 40 mila lavoratori considerando anche gli indiretti. Anche alla luce dei recenti dati Istat non pensiamo che l'Italia possa permettersi nuovi disoccupati, senza contare le ricadute sull'economia nazionale e in particolare sul turismo. È da più di un mese che stiamo chiedendo un confronto interministeriale per entrare nel merito della vicenda ed esplorare tutte le possibili soluzioni e fino a oggi tutti stanno facendo orecchie da mercante".  

Claudio Di Berardino, assessore al lavoro, scuola e formazione della Regione Lazio è intervenuto sulla vicenda Alitalia con una nota in cui dice no alla trasformazione della Alitalia in una piccola compagnia aerea ed insiste per continuare a lavorare per suo rilancio:  "Le notizie stampa che leggiamo in queste ore sul destino di Alitalia destano grande preoccupazione. Non possiamo accettarne la trasformazione in una piccola compagnia aerea, con una drastica riduzione del personale e della flotta". Così si esprime l'assessore Di Berardino. "Le ripercussioni sul fronte occupazionale sarebbero estremamente pesanti: il Lazio non può essere il luogo in cui si scaricano altri cassintegrati della compagnia Alitalia e altri disoccupati provenienti dal settore dell'indotto aeroportuale. Occorre che il Governo continui a lavorare per trovare una soluzione capace di conciliare le normative europee con gli interessi economici e di sviluppo del nostro paese", continua Di Berardino. L'assessore poi spiega: "Come Regione continuiamo a credere nelle potenzialità di una compagnia di bandiera che possa svolgere non solo un servizio dentro i confini nazionali ma soprattutto verso l'Europa e resto del mondo così da salvaguardare anche le alte professionalità già presenti, l'occupazione, l'innovazione e la crescita del paese".