ECONOMIA
Call center chiusi
Almaviva: dopo mesi di trattative nessun accordo. I lavoratori proclamano il 19 lo sciopero generale
Il viceministro allo Sviluppo Economico, Bellanova: parti lavorino a scongiurare licenziamenti. Impediamo che 2500 lavoratori e le loro famiglie trascorrano il peggior Natale della loro vita. E aggiunge: il Governo ha fatto tutto quello che era in suo potere

I sindacati hanno proclamato una giornata di sciopero dei lavoratori del Gruppo Almaviva per lunedì prossimo, 19 dicembre. La decisione, informa una nota, è stata presa "in considerazione del grave quadro che emerge sul futuro produttivo ed occupazionale delle sedi dei call center di Roma e Napoli, cui si aggiunge la decisione dell'azienda di procedere al trasferimento di alcune decine di lavoratori da Palermo a Rende, in concomitanza della ripresa del confronto presso il Mise".
Nel corso dell'incontro svoltosi ieri presso il ministero dello Sviluppo economica, riferisce una nota, il Governo "ha avanzato una disponibilita' a ricercare soluzioni utili a favorire l'accesso alla Cigs, nonostante ciò l'Azienda ha espresso la propria indisponibilità all'utilizzo della Cigs e ribadito, al contempo, il taglio secco del salario contrattuale dei lavoratori su tutte le sedi di Almaviva in Italia come unica soluzione alternativa ai licenziamenti. Le organizzazioni sindacali", conclude il comunicato, "apprezzano l'impegno del Ministero per la ricerca di una soluzione alla vertenza e giudicano altresi' grave e scellerata la posizione dell'azienda che, se non rimossa, rischia di compromettere l'esito della vertenza".
Bellanova: parti lavorino a scongiurare licenziamenti
"Per Almaviva abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere - dichiara in una nota il viceministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova - siamo sempre stati consapevoli della complessità della vertenza e anche della distanza, a volte profondissima, tra azienda e rappresentanze dei lavoratori, affermando proprio recentemente che non intendevamo assecondare tagli al salario dei lavoratori. Una trattativa lunga, a tratti estenuante, dinanzi alla quale il governo non si è mai tirato indietro".
"Lo dimostra lo stanziamento di 30 milioni, - sottolinea - inserito nella legge di bilancio che permette di accedere a un anno di cassa integrazione anche per i lavoratori coinvolti in questa trattativa e altrimenti a rischio licenziamento. Lo dimostrano anche le altre misure attivate, come i controlli sulle imprese che delocalizzano e l'aumento delle sanzioni portate fino a 150mila euro. Nel frattempo, come le parti sanno, gli uffici competenti hanno già inviato le diffide e comminato le prime sanzioni ai call center inadempienti situati nei Paesi extracomunitari".
"In questo momento non ci importa distribuire il carico di responsabilità. Ognuna delle parti in causa sa perfettamente quali sono, quali sono state le disponibilità date e poi invece ritirate improvvidamente. E ognuna delle parti in causa - aggiunge - sa di aver sottoscritto un accordo il 31 maggio che attende ancora di essere onorato integralmente o, nella peggiore delle ipotesi, riformulato dopo il raggiungimento di una nuova, ulteriore intesa".
"Non bisogna permettere che trascorrano altri giorni, a vuoto o in un estenuante rimpallo di responsabilità e accuse reciproche - conclude - Tutti noi sappiamo come quello dei call center sia un mercato del lavoro complicato e pieno di insidie. Adesso, lo dico a tutti, è il momento della responsabilità. Per impedire che 2500 lavoratori e relative famiglie trascorrano il peggiore Natale della loro vita".
L'annuncio del piano di riorganizzazione aziendale lo scorso 5 ottobre
Almaviva Contact lo scorso 5 ottobre "ha annunciato l'apertura di una procedura di riduzione del personale, all'interno di un nuovo piano di riorganizzazione aziendale". Il piano prevede "la chiusura dei siti produttivi di Roma e di Napoli ed una riduzione di personale pari a 2.511 persone riferite alle sedi di Roma (1.666 persone) e Napoli (845 persone)", si legge in una nota dell'azienda. Le perdite medie mensili nei due siti "nel periodo successivo all'accordo del 31 maggio (giugno - settembre 2016), nonostante l'utilizzo di ammortizzatori sociali, sono pari a 1,2 milioni di euro su ricavi mensili pari a 2,3 milioni di euro. Il piano coinvolge il 5% del personale attualmente in forza al gruppo a livello globale".
Nel corso dell'incontro svoltosi ieri presso il ministero dello Sviluppo economica, riferisce una nota, il Governo "ha avanzato una disponibilita' a ricercare soluzioni utili a favorire l'accesso alla Cigs, nonostante ciò l'Azienda ha espresso la propria indisponibilità all'utilizzo della Cigs e ribadito, al contempo, il taglio secco del salario contrattuale dei lavoratori su tutte le sedi di Almaviva in Italia come unica soluzione alternativa ai licenziamenti. Le organizzazioni sindacali", conclude il comunicato, "apprezzano l'impegno del Ministero per la ricerca di una soluzione alla vertenza e giudicano altresi' grave e scellerata la posizione dell'azienda che, se non rimossa, rischia di compromettere l'esito della vertenza".
Bellanova: parti lavorino a scongiurare licenziamenti
"Per Almaviva abbiamo fatto tutto quello che era in nostro potere - dichiara in una nota il viceministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova - siamo sempre stati consapevoli della complessità della vertenza e anche della distanza, a volte profondissima, tra azienda e rappresentanze dei lavoratori, affermando proprio recentemente che non intendevamo assecondare tagli al salario dei lavoratori. Una trattativa lunga, a tratti estenuante, dinanzi alla quale il governo non si è mai tirato indietro".
"Lo dimostra lo stanziamento di 30 milioni, - sottolinea - inserito nella legge di bilancio che permette di accedere a un anno di cassa integrazione anche per i lavoratori coinvolti in questa trattativa e altrimenti a rischio licenziamento. Lo dimostrano anche le altre misure attivate, come i controlli sulle imprese che delocalizzano e l'aumento delle sanzioni portate fino a 150mila euro. Nel frattempo, come le parti sanno, gli uffici competenti hanno già inviato le diffide e comminato le prime sanzioni ai call center inadempienti situati nei Paesi extracomunitari".
"In questo momento non ci importa distribuire il carico di responsabilità. Ognuna delle parti in causa sa perfettamente quali sono, quali sono state le disponibilità date e poi invece ritirate improvvidamente. E ognuna delle parti in causa - aggiunge - sa di aver sottoscritto un accordo il 31 maggio che attende ancora di essere onorato integralmente o, nella peggiore delle ipotesi, riformulato dopo il raggiungimento di una nuova, ulteriore intesa".
"Non bisogna permettere che trascorrano altri giorni, a vuoto o in un estenuante rimpallo di responsabilità e accuse reciproche - conclude - Tutti noi sappiamo come quello dei call center sia un mercato del lavoro complicato e pieno di insidie. Adesso, lo dico a tutti, è il momento della responsabilità. Per impedire che 2500 lavoratori e relative famiglie trascorrano il peggiore Natale della loro vita".
L'annuncio del piano di riorganizzazione aziendale lo scorso 5 ottobre
Almaviva Contact lo scorso 5 ottobre "ha annunciato l'apertura di una procedura di riduzione del personale, all'interno di un nuovo piano di riorganizzazione aziendale". Il piano prevede "la chiusura dei siti produttivi di Roma e di Napoli ed una riduzione di personale pari a 2.511 persone riferite alle sedi di Roma (1.666 persone) e Napoli (845 persone)", si legge in una nota dell'azienda. Le perdite medie mensili nei due siti "nel periodo successivo all'accordo del 31 maggio (giugno - settembre 2016), nonostante l'utilizzo di ammortizzatori sociali, sono pari a 1,2 milioni di euro su ricavi mensili pari a 2,3 milioni di euro. Il piano coinvolge il 5% del personale attualmente in forza al gruppo a livello globale".