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ITALIA

L'incendio doloso in Sicilia

Sindaco Altofonte: abbiamo subìto un attentato, dichiariamo stato calamità

Si contano i danni mentre si lavora ancora per spegnere le fiamme di natura dolosa alle porte di Palermo. Oggi la giunta regionale chiederà lo stato di calamità. La sindaca di Altofonte: non sono servite bombe, armi, il nostro territorio è distrutto lo stesso

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Vigili del fuoco e uomini della forestale sono ancora impegnati nelle operazioni di spegnimento del rogo divampato intorno alle 21 di sabato ad Altofonte, alle porte di Palermo, e che ha costretto circa 400 persone a lasciare le proprie case. I pompieri e i vigili del fuoco hanno accertato che i roghi sono di natura dolosa.

Le fiamme, che hanno accerchiato il paese hanno provocato danni a diverse abitazioni, distrutto il bosco della Moarda e proseguito verso Portella della Ginestra e Piana degli Albanesi. Gli ultimi focolai sarebbero ora sotto controllo. Sempre nel Palermitano, a Termini Imerese, Buonfornello, Aliminusa e Bolognetta stanno per esser domati gli incendi divampati ieri anche grazie al vento favorevole.

Fortunatamente da alcune ore ha smesso di soffiare con la stessa intensità di ieri e questo
rende più agevole l'intervento delle squadre antincendio. Al momento, fanno sapere dalle sale operative di pompieri e forestali, non ci sono incendi che minacciano le abitazioni.

Intanto, oggi si riunisce la giunta regionale siciliana per chiedere lo stato di calamità. Già da ieri le forze dell'ordine sono impegnate nel dare la caccia ai piromani che hanno messo a rischio la vita di tante persone oltre a distruggere centinaia di ettari di bosco e numerose abitazioni.

Conta dei danni anche nel Trapanese, soprattutto nella riserva naturale dello Zingaro, distrutta ieri da un incendio che è avanzato da Macari, nel Comune di San Vito Lo Capo. Lo Zingaro aveva subito considerevoli danni già nel 2012 a causa di un incendio altrettanto devastante.  

"Appare chiaro a tutti l'attentato che abbiamo subito, non sono servite bombe, armi, ma hanno distrutto il nostro territorio. Dichiareremo lo stato di calamità, perché la montagna per noi era vita, ossigeno, acqua e per tanti lavoro. Un attentato che ci costerà carissimo dal punto di vista di risorse e di cuore". Lo dice la sindaca di Altofonte Angela De Luca dopo l'incendio che ha distrutto centinaia di ettari di polmone verde.

"Paesaggi e luoghi che abbiamo percorso con lo sguardo, da bambini, coi nostri figli adesso non ci sono più - dice - L'odore acre del fumo è sui nostri vestiti, sulla nostra pelle, fisso nelle pareti delle
nostre case e li resterà per giorni". "Un pensiero lo voglio rivolgere ai volontari della protezione civile, vigili del fuoco, croce rossa, 118, impiegati comunali e soprattutto operai forestali che sono ancora impegnati ad Altofonte ed in tutta la Sicilia che ancora brucia sotto i nostri occhi", dice.

"Faremo la conta dei danni, fortunatamente non abbiamo subito vittime umane ma danni a macchine, rete idrica, pubblica illuminazione, strade, e soprattutto la nostra identità, il nostro cuore, la nostra vita", "Stiamo facendo il punto della situazione con il comandante dei carabinieri e della polizia municipale", conclude.

Cosi' sul suo profilo Facebook, in merito al vasto incendio che ha distrutto ettari di vegetazione nel palermitano, il sindaco di Altofonte, Angela De Luca, che annuncia la dichiarazione dello stato di calamita'

La protezione civile siciliana
"Non basta piu' spegnere gli incendi, occorre un'azione di prevenzione, bloccando sul nascere l'azione dei piromani, anche con ronde di pattugliamento e un'attivita' di intelligence messa in campo dall'autorita' giudiziaria attraverso le forze dell'ordine", ha detto Salvo Cocina, direttore del Dipartimento di Protezione Civile della Regione Siciliana attraverso un post pubblicato sui social, a proposito della lotta "al fenomeno di piromani e incendiari" e dopo che la Sicilia - da Altofonte, a San Vito Lo Capo, da Piana degli Albanesi alla Riserva dello Zingaro - e' stata "ferita" da fiamme devastanti, alimentate da alte temperature e dal vento di scirocco ma, anche, da atti dolosi.

"Come sempre si tratta di incendi appiccati di proposito da sconosciuti, che - sottolinea Cocina - hanno fatto leva sulle condizioni meteo di questi due giorni, caratterizzate da forte vento di scirocco e temperature elevate".