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ITALIA

Perugia

Delitto Meredith, Amanda si difende: "È Rudy l'assassino, contro di me nessuna prova"

Gli avvocati hanno spedito ad Amanda la motivazione della Corte d'assise e lei ribadisce: "Sono innocente. Non capisco, non capisco proprio come questo processo possa andare ancora avanti"

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Amanda Knox
Perugia
"È Rudy Guede l'assassino di Meredith, e non ci sono prove che dimostrino la mia partecipazione a questo terribile crimine". Amanda Knox lo scrive in una dichiarazione resa nota dai suoi avvocati, dopo che la Corte d'assise d'appello di Firenze ha reso note le motivazioni della sua condanna e di quella di Raffaele Sollecito. 

Amanda: "Nessuna prova credibile"
"Gli esperti hanno concluso che il mio Dna non è stato trovato da nessuna parte, mentre quello del vero omicida, Rudy Guede, è stato individuato ovunque, anche sul corpo di Meredith", scrive
Amanda. "Questo rigetta la teoria dell' aggressione multipla contenuta nelle motivazioni" della sentenza. "Come per le precedenti teorie, le ultime 'motivazioni' non sono supportate da nessuna prova credibile. Semplicemente non ci sono le basi per questa ultima teoria" che accusa Amanda. 

Il coltello e la prova del delitto
La ragazza cita poi il tema dell'arma del delitto: "Esperti indipendenti non hanno trovato il sangue di Meredith o il suo Dna sul coltello, che oltretutto non coincide con le ferite e l'impronta sul cuscino" di Meredith. "Tanto che il precedente tribunale che mi ha assolto ha concluso che le prove forensi escludevano la mia partecipazione al delitto", aggiunge Amanda.

La fiducia nella giustizia
La Knox rimane tuttavia ottimista: "Ora mi concentrerò sull'appello in Cassazione. Rimango fiduciosa sul fatto che la giustizia italiana riconoscerà ancora una volta la mia innocenza".