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MONDO

Sgarbo diplomatico

Afghanistan: saluti finali con sgarbo, l'Italia convoca l'ambasciatore degli Emirati

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La cerimonia dell'ammainabandiera per il ritiro delle truppe italiane dall'Afghanistan è stata rovinata dagli Emirati Arabi Uniti: Abu Dhabi ha negato il passaggio nel suo spazio aereo al velivolo dell'aeronautica militare che portava giornalisti e militari a Herat per l'evento.

Su indicazione del ministro, Luigi di Maio, la Farnesina ha convocato l'ambasciatore emiratino al quale il segretario generale, Ettore Sequi, non ha nascosto "la sorpresa e il forte disappunto per un gesto inatteso che si fa fatica a comprendere". Uno sgarbo, con l'aggravante che la tratta di volo era stata inizialmente autorizzata, ma che si innesta su rapporti complicati, inaspriti dal divieto italiano all'export di armi ad Abu Dhabi e dal supporto emiratino, con armi e mercenari, all'esercito guidato in Libia dal generale Khalifa Haftar.

Il volo KC767 pilotato dal Maggiore Valentina Papa dell'Aeronautica militare, con a bordo soldati italiani e alcuni giornalisti diretti ad Herat per la cerimonia di ammaina bandiera simbolica alla presenza del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha dovuto cambiare piano di volo.

Dopo l'atterraggio in Arabia Saudita il piano di volo per raggiungere Herat è stato modificato e i passeggeri hanno finalmente raggiunto destinazione dopo diverse ore. L'aereo dell'Aeronautica Militare con 40 giornalisti a bordo diretti da Pratica di Mare a Herat per la cerimonia di ammaina bandiera è stato bloccato per tre ore nell'aeroporto di Dammam, in Arabia Saudita. Dopo la sosta forzata, ha ripreso il viaggio per Herat.

A bordo è stata anche valutata, in contatto con le autorità della Difesa italiana interessate, l'ipotesi di tornare indietro, annullando la presenza della stampa alla cerimonia di Herat, nel frattempo spostata in avanti di alcune ore. Poi si è deciso di proseguire, effettuato il rifornimento, alle 8 (ora italiana) l'aereo è decollato con una nuova rotta verso l'Afghanistan. Rotta necessariamente più lunga per aggirare il territorio degli Eau.

Inoltre, nel lasciare lo stesso territorio saudita il velivolo dell'Aeronautica italiana ha dovuto seguire una aerovia che non prevedesse il sorvolo di basi militari. E anche questo ha contribuito ad allungare di ore la durata del volo, partito a mezzanotte da Pratica di Mare e che inizialmente prevedeva l'arrivo a Herat per le 9,30 locali (le 7 italiane), invece avvenuto alle locali (le 12 italiane).

Il volo di ritorno
Il Boeing K767 dell'Aeronautica italiana con a bordo giornalisti di rientro da Herat, in Afghanistan, dopo l'ammainabandiera del tricolore, ha scelto la rotta che passa per il Kuwait per
rientrare in Italia, evitando di richiedere all'autorità degli Emirati Arabi Uniti il permesso di sorvolo del loro territorio. La decisione è stata presa dopo il no della scorsa notte che aveva costretto il gigante dell'aria dell'Aeronautica militare italiana a una rotta molto più lunga prima di arrivare a Herat. Inoltre, non si è voluto rischiare che l'equipaggio, in caso di no di EAU al sorvolo anche al ritorno, si trovasse ad avere sulle spalle 24 ore ininterrotte di servizio. Così è stato deciso di puntare sul Kuwait, dove un nuovo equipaggio subentrerà consentendo il turno di riposo a quello dell'andata e che già aveva coperto più ore del programmato. Dopo la sosta rifornimento, il Boeing ripartirà per l'Italia, dove giungerà tra le 5 e le 6 di domani mattina.