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MONDO

L’intervista

L’ambasciatore Ue in Libano: “Non possiamo dimenticarci dei bambini siriani”

Angelina Eichhorst in visita nella tendopoli di Sarafand: “Anche l’Italia ha generosamente contribuito ad affrontare l’emergenza dei profughi siriani”

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di Emma Farne’
Le priorità per i siriani? “Istruzione, dare un futuro ai bambini”. Lo dice Angelina Eichhorst, che rappresenta l’Ue in Libano, il maggior donatore di aiuti nella crisi siriana. Per evitare “di perdere una generazione intera”.

Che cosa sta facendo l’Ue per i profughi siriani?
“Fin dall’inizio abbiamo cercato di aiutare al massimo il governo libanese ad affrontare questa grande sfida. La metà dei rifugiati sono bambini: hanno bisogno di cibo, di istruzione, di essere protetti. Abbiamo aperto i nostri portafogli, generosamente. Lo hanno fatto tutti gli stati, Italia compresa. Abbiamo aiutato il governo libanese, le Nazioni Unite, le Ong, la società civile a lavorare per dare almeno i servizi di base e l’assistenza umanitaria che serve. Siamo al terzo anno della crisi, la gente se ne dimentica. Ma non possiamo scordarci dei bambini”.

Quali sono le emergenze da affrontare?
“La maggiore sfida è la salute e l’istruzione. Poi cerchiamo di dar loro anche un supporto di tipo psicologico. Molti arrivano dalla Siria con traumi, anche donne e bambini. Dobbiamo aiutarli. Se non lo facciamo perdiamo una generazione. Per questo è importante il supporto internazionale: l’Italia ne è stata parte, anche con Ong come l’Avsi che io ringrazio: non sono arrivati qui ieri ma sono qui da anni e sono conosciuti dalle persone”. 

Quali sono le iniziative per le donne?
“Ci concentriamo sul prevenire la violenza di genere, i matrimoni prematuri. Spesso le ragazzine sono ancora piu vittime dei loro coetanei. Collaboriamo, per esempio, col ministero degli Affari Sociali libanese per avere centri con funzione di consultorio”.

Nel nord del Paese un gruppo di estremisti ha rapito 19 soldati libanesi. Sul sequestro c’è l’ombra dell’Isis. Quanto il Libano è a rischio estremismo?
“Il Libano sta affrontando particolari sfide. Per vincerle servono istituzioni funzionanti. Occorre che sia le agenzie che si occupano di sicurezza, sia l’esercito, siano forti. Come Ue speriamo che ci sia presto un presidente, un parlamento e un governo funzionante al 100 per cento”.