Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/america-sceglie-tra-incertezze-e-paure-di-disordini-e-contestazioni-e62d613f-33c2-4493-b8f3-2bf7a9ee4124.html | rainews/live/ | true
USA2020

Usa 2020

Trump o Biden: gli Usa scelgono tra incertezza e paure di contestazioni. Boom dell'affluenza

Record del voto anticipato. La diretta su RaiNews24 sui risultati e speciale su Rainews.it

Condividi
Con oltre 101,1 milioni di voti espressi in anticipo di persona e per posta prima ancora che le urne si aprissero il giorno delle elezioni americane, oggi potrebbe registrarsi la più alta affluenza alle urne in oltre un secolo, secondo i dati dell'Us Elections Project, riportati dal New York Times. La cifra è un segno di intenso interesse per la competizione tra il repubblicano Donald Trump e lo sfidante democratico Joe Biden, così come il desiderio degli americani di ridurre il rischio di esposizione al Covid-19, che è già costato la vita a oltre 223 mila persone nel Paese. Molti Stati hanno ampliato le votazioni anticipate di persona e le votazioni per corrispondenza prima dell'election day di oggi, come via sicura per votare durante la pandemia di coronavirus.

L'alta partecipazione al voto anticipato ha portato Michael McDonald, il professore dell'Università della Florida che amministra lo Us Elections Project, a prevedere un'affluenza record di circa 150 milioni, pari al 65% degli elettori aventi diritto, il tasso più alto dal 1908. Almeno sei Stati - tra cui Texas, Colorado, Washington, Oregon, Hawaii e Montana - hanno registrato più voti nelle votazioni anticipate rispetto alle elezioni del 2016. Diversi Stati, tra cui i decisivi Florida, Georgia e North Carolina, si sono avvicinati al totale del 2016.

Incertezza sull'esito
Grande incertezza su come si chiuderà questo Election Day del 2020: se alla fine della maratona notturna si avrà un vincitore ufficiale, oppure se bisognerà andare avanti per giorni, o addirittura settimane, per conoscere chi siederà nello Studio Ovale nei prossimi quattro anni.

North Carolina, scrutinio posticipato di un'ora
I funzionari elettorali della North Carolina hanno deciso di prorogare il voto in quattro distretti oltre le 19.30 (1.30 in italia), orario programmato per la chiusura dei seggi, che ritarderà la pubblicazione dei risultati dello Stato. I funzionari hanno sottolineato che la proroga, che secondo loro sarebbe durata meno di un'ora, era un evento relativamente di routine. Il North Caroina è uno degli swing state e vale quindici grandi elettori.

Pennsylvania e Michigan, risultati non prima di venerdì
Per sapere chi sarà il prossimo presidente Usa bisognerà avere un'idea chiara su chi vincerà nei cosiddetti stati battleground, in alcuni dei quali lo spoglio sarà ritardato dal grande ricorso al voto per posta, così in Michigan e Pennsylvania l'esito potrebbe conoscersi non prima di venerdì.

Proprio la Pennsylvania, dove non a caso il candidato democratico terrà oggi il suo ultimo comizio, è lo stato che quest'anno potrebbe diventare decisivo. Se Trump riuscisse a vincere qui, potrebbe sperare in un secondo mandato, in caso contrario diventerebbe più probabile la vittoria di Biden. "Le elezioni non vengono mai 'chiamate', non finiscono mai la notte delle elezioni, e certamente non abbiamo mai avuto prima  tra 2,5 e 3 milioni di schede per corrispondenza da contare", ha detto ieri la Segretaria di Stato, Kathy Boockvar, precisando di aspettarsi che la maggioranza dei voti venga contata entro venerdì.

Anche in Michigan bisognerà forse aspettare venerdì per avere un primo esito del voto. La Segretaria di Stato, Jocelyn Benson, ha precisato oggi che sono circa 3,1 milioni le persone che hanno già votato, pari a tre volte il dato del 2016 sul voto anticipato, e altri due milioni di elettori sono attesi oggi ai seggi. In altri stati battleground, come la Georgia, il Minnesota, la Carolina del Nord, l'Ohio e il Wisconsin, i funzionari elettorali si sono invece detti fiduciosi di poter avere risultati chiari, ma non definiti, già questa notte o domani.

Stando a quanto riportato da Axios, le autorità di Arizona, Florida e Texas, non hanno invece offerto una stima dei tempi necessari per avere i dati.

Pelosi: Camera pronta a decidere se voto contestato
La Camera Usa è pronta a decidere sull'esito delle elezioni presidenziali se i risultati saranno contestati e se il 6 gennaio non ci sarà ancora un esito chiaro: lo ha detto la speaker Nancy Pelosi, riferendosi alle minaccia di una lunga battaglia legale da parte di Donald Trump. "Siamo preparati a questa ipotesi - ha detto Pelosi - perché vediamo l'irresponsabilità del presidente e il suo mancato rispetto della costituzione, della democrazia e dell'integrità del voto".

Donald già all'attacco
Trump promette battaglia legale per contestare i voti per posta che in alcuni Stati decisivi continueranno ad arrivare per giorni. Mediterebbe anche di autoproclamarsi vincitore se i primi dati lo daranno in testa in alcuni Stati chiave e prevede "una magnifica vittoria" durante l'ultimo comizio elettorale a Grand Rapids, nel Michigan.

"Siamo stanchi dei tweet, della paura e dell'odio. E' il momento per Trump di fare le valigie". Afferma Joe Biden, avanti nei sondaggi, promettendo un piano per il Covid non appena entrerà alla Casa Bianca. "Affronteremo il sistemico razzismo di questo paese e ricostruiremo l'economia e la renderemo migliore. Lo dico sul serio non solo per parlare", dice Biden citando i nomi di George Floyd e Breonna Taylor, due degli afroamericani uccisi dalla polizia. "La fede nel nostro paese è stata messa alla prova" con Trump, aggiunge Biden esortando a votare e voltare pagina. Per Obama, il tycoon è un 'dittatore da quattro soldi'.

Ad agitare il voto anche lo spettro di disordini e violenze dei pro-Trump. Twitter censura come "controverso" e"fuorviante" un post in cui Donald Trump definisce "pericolosa" la decisione della Corte Suprema di estendere in Pennsylvania la validità dei voti postali oltre l'election day.