47 miliardi al mese. 37 al centronord. 10 al sud. Sono i costi del “tutto chiuso” in Italia calcolati dal rapporto Svimez sull'impatto economico del Coronavirus. Considerando poi, una ripresa delle attività nella seconda parte dell'anno, il Pil nel 2020 si ridurrebbe dell'8,4% per l'Italia, dell'8,5% al Centro-Nord e del -7,9% nel Mezzogiorno.
Il Rapporto sottolinea l’importanza di completare, al più, presto il pacchetto di interventi per compensare gli effetti della crisi sui soggetti più deboli, lavoratori non tutelati, famiglie a rischio povertà e micro imprese.
Attualmente sono 'fermi' in Italia circa 2,5 milioni di lavoratori indipendenti: oltre 1,2 milioni al Nord, oltre 500 mila al Centro e quasi 800 mila nel Mezzogiorno.
L’analisi sottolinea anche l'impatto delle misure anti-coronavirus sull'occupazione, in larga parte di autonomi e partite Iva: oltre 2,1 milioni, di cui 1 milione al Nord, oltre 400 mila al Centro e quasi 700 mila nel Mezzogiorno. Sono i lavoratori più fragili, e più a rischio povertà.
Le perdite di fatturato e reddito lordo operativo di autonomi e partite Iva - calcola la Svimez - sono piuttosto uniformi a livello territoriale. La perdita complessiva di fatturato è di oltre 25,2 miliardi in Italia, così distribuiti territorialmente: 12,6 al Nord, 5,2 al Centro e 7,7 nel Mezzogiorno.
Una distribuzione territoriale simile, si osserva, per le perdite di reddito operativo: circa 4,2 miliardi in Italia, di cui 2,1 al Nord, quasi 900 milioni circa al Centro e 1,2 milioni nel Mezzogiorno. La perdita di fatturato per mese di inattività ammonta a 12 mila euro per autonomo o partita Iva, con una perdita di reddito 3 lordo di circa 2 mila euro, 1.900 e 1.800 per mese di lockdown rispettivamente nelle tre macroaree.