Politica

Il sindacato su Twitter

Lavoro, nuovo attacco della Cgil a Renzi: Estendere i licenziamenti manda tutti in serie B

La Cgil nazionale torna sulla polemica sul Jobs Act, coniando un nuovo hashtag su Twitter #fattinonideologia con cui replica alle accuse del premier secondo cui la Cgil difenderebbe le ideologie e non le persone. Il commento della presidente della Camera, Laura Boldrini: "Dallo scontro esca tutela effettiva per precari e donne madri"   

"Mandare tutti in serie B non è estendere i diritti e le tutele". Così, in un tweet, la Cgil torna sulla polemica sul riforma del lavoro, il cosiddetto 'Jobs Act', coniando un nuovo hashtag, #fattinonideologia con cui replica alle accuse di ieri lanciate dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, secondo il quale il sindacato difende le ideologie e non le persone. "Non vogliamo che chi lavora possa essere licenziato senza una ragione #fattinonideologia" cinguetta ancora Cgil riferendosi in particolare alla discussione accesa sull'articolo 18. In questo senso, prosegue il post, la Cgil "da sempre" si batte per estenderle. "Renzi - si chiede nel twitter - vuole fare lo stesso?".

<blockquote class="twitter-tweet" lang="it"><p>RiformaLavoro/1 &#10;Non vogliamo che chi lavora possa essere licenziato senza una ragione <a href="https://twitter.com/hashtag/fattinonideologia?src=hash">#fattinonideologia</a></p>&mdash; CGIL Nazionale (@cgilnazionale) <a href="https://twitter.com/cgilnazionale/status/513263817716166656">20 Settembre 2014</a></blockquote>
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Il sindacato guidato da Susanna Camusso indica sei punti per la riforma del lavoro, o meglio sei 'paletti'. Il primo, appunto, recita: "Non vogliamo che chi lavora possa essere licenziato senza una ragione". Il secondo guarda invece alle spaccature all'interno del mondo del lavoro: "Mandare tutti in serie 'B' non è estendere i diritti e le tutele". Segue il terzo: "Malattia e maternità: estendiamo a tutti i diritti e le tutele". Con il quarto invece il sindacato della Camusso chiude alla possibilità di 'declassamenti' di qualifica: "Stesso lavoro, stessa retribuzione. No al demansionamento". E ancora, con il quinto, la Cgil chiarisce la sua posizione sul contratto a tutele crescenti, a cui dice "sì" ma a patto che "si cancellano i tanti contratti che producono precarieta'". Da ultimo, "RiformaLavoro/6", ricorda: "La regola più semplice: garantire la dignita' di chi lavora". Il sindacato di Corso d'Italia chiude la raffica di tweet con un interrogativo: "Da sempre ci battiamo per estendere diritti e tutele. Renzi vuole fare lo stesso?". E poi invita a chiudere la polemica:

<blockquote class="twitter-tweet" lang="it"><p>Basta insulti al sindacato: guardiamoci negli occhi e discutiamone&#10;<a href="https://twitter.com/hashtag/fattinonideologia?src=hash">#fattinonideologia</a></p>&mdash; CGIL Nazionale (@cgilnazionale) <a href="https://twitter.com/cgilnazionale/status/513264819274002433">20 Settembre 2014</a></blockquote>
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Boldrini: "Dallo scontro esca tutela effettiva per precari e donne madri"
Sul duro confronto governo-sindacati su welfare e lavoro è intervenuta anche la presidente della Camera, Laura Boldrini che tenta di mediare: "Sull'Art. 18 non do' pagelle. Mi auguro che da questo scontro, anche aspro, si arrivi a una tutela effettiva dei lavoratori, sia quelli più garantiti, sia i precari e soprattutto quelle donne che per troppo tempo hanno dovuto scegliere tra maternità e lavoro". Boldrini si trova a Conversano per partecipare a una giornata di studio sulla Grande Guerra promosso dalla Fondazione Di Vagno.