Tahir Elci, capo dell'associazione degli avvocati di Diyarbakir, nel sud-est a
maggioranza curda della Turchia, è stato ucciso in una sparatoria a Diyarbakir. Secondo le prime informazioni, è stato raggiunto da colpi di pistola dopo una conferenza stampa.
Nella sparatoria è rimasto ucciso anche un poliziotto e altri agenti 3 risultano feriti, così come tre giornalisti. Non è ancora chiara la dinamica dell'attacco. Avvocato per i diritti umani molto noto in Turchia, Tahir Elci era stato arrestato e poi rilasciato in attesa di giudizio il mese scorso per aver sostenuto durante una trasmissione tv di non considerare il Pkk un'organizzazione terroristica, come invece ritenuto da Ankara.
In seguito è stato imposto il coprifuoco dalle autorità turche nel centro storico di Sur a Diyarbakir.
"Questo incidente mostra quanto la Turchia abbia ragione nella sua determinazione a combattere contro il terrorismo". Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. L'agenzia stampa Anadolu ha accusato dell'omicidio il Partito dei lavoratori del Kurdistan, citando testimoni.
Lacrimogeni a Istanbul
La polizia turca ha usato lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere una corteo di
circa 2mila persone scese in strada a piazza Taksim, a Istanbul, dopo l'uccisione di Elci.
Ambasciatore Usa si dice "scioccato"
L'ambasciatore Usa ad Ankara, John Bass, in un tweet si è detto "scioccato e profondamente addolorato" per l'uccisione di Elci, che il diplomatico definisce
"campione di quanti cercano un futuro in cui i cittadini possano vivere in pace e dignità".
<iframe src="http://webtv.hurriyet.com.tr/embed/?vid=123207&resizable=1&autostart=scroll" width="100%" height="326" frameborder="0" scrolling="no" allowfullscreen></iframe>
I reporter di Cumhuriyet in carcere: "Ue non accetti compromessi"
Una lettera aperta ai leader Ue per chiedere di non chiudere gli occhi sulle "pratiche che violano i diritti umani e la libertà di stampa" della Turchia in cambio di un accordo sulla crisi migratoria. A inviarla dal carcere di Silivri a Istanbul, dove vengono detenuti da giovedì sera, sono Can Dundar ed Erdem Gul, direttore e caporedattore di Cumhuriyet, quotidiano di opposizione. L'appello viene lanciato alla vigilia del summit tra Ue e Turchia a Bruxelles. "Il primo ministro della Turchia, che incontrerete questo fine settimana, e il regime che rappresenta sono noti per le loro politiche e pratiche che violano i diritti umani e la libertà di stampa. Speriamo sinceramente che l'incontro produca una soluzione duratura a questo problema. Vorremmo anche sperare che il vostro desiderio di porre fine alla crisi non si metterà sulla strada della vostra sensibilità verso i diritti umani, la libertà di stampa e di espressione come valori fondamentali del mondo occidentale", scrivono i due giornalisti, accusati di "spionaggio" e "propaganda terroristica" per un articolo in cui denunciarono un presunto passaggio di camion carichi di armi dalla Turchia alla Siria.