Economia

Palazzo Chigi

Vertice su Manovra. Lega e M5s puntano a oltre il 2%: si apre trattativa sul deficit

Tre ore di riunione a palazzo Chigi di buon mattino, ma il risultato stavolta sembra soddisfare i due azionisti di governo e soprattutto dà delle indicazioni chiare sulla piega che sta prendendo il discorso manovra, a pochi giorni dal termine per presentare il Def - il 27 settembre - che precede la legge di Bilancio di metà ottobre.

Il primo segnale è che dopo giorni di trattative sul deficit il paletto del 1,6% imposto dal ministro dell'Economia Giovanni Tria inizia a scricchiolare. I partiti continuano a ripetere che si può fare di più, andare verso il 2% e oltre, e alla fine fonti di governo avvisano che "non ci sono tabù intorno al 2% da parte di nessuno, l'importante è la credibilità della politica economica".

Il discorso, insomma, è aperto: difficile che il Mef lasci andare l'asticella oltre il 2, più probabile che ci si attesti appena sotto, liberando così qualche miliardo per le riforme da avviare. Sempre con il placet dell'Europa, ovviamente.

L'importante è che "il ministro Tria ha preso atto della volontà politica della Lega e del Movimento 5stelle di realizzare formule importanti di cambiamento, dal reddito di cittadinanza per gli italiani alla riforma delle pensioni" raccontano fonti della Lega.Che il vertice di venerdì mattina fosse destinato a esiti se non migliori almeno un pochino più concreti dei precedenti lo dimostra la compagine che ha varcato la porta di Palazzo Chigi di buon'ora.

Assente Di Maio, ancora in Cina, oltre al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, c'erano Tria, il ministro degli affari europei Paolo Savona, il ministro per gli affari con il parlamento Riccardo Fraccaro, il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi, la sottosegretaria pentastellata all'economia Laura Castelli e il sottosegretario all'economia del Carroccio Massimo Garavaglia. Matteo Salvini, è rimasto un'oretta, prima di partire per Genova. 

"Non si aumenterà l'Iva. Questo è un governo che è stato votato dagli italiani per tagliare le tasse", ha annunciato lì, spiegando che "non ci impiccheremo agli zero virgola", mentre da Pechino Di Maio rassicurava che il reddito  di cittadinanza sarà destinato agli italiani.Il punto è che "ora c'è l'impegno di tutti ad affinare le proposte e dello stesso ministro Tria a cercare soluzioni", spiegano dalla Lega.

L'ottica è quella di realizzare la maggior parte delle misure, anche le più costose, con coperture che abbiano un basso impatto sui conti pubblici e comunque senza aumentare le tasse e l'Iva perché "senza crescita non può esserci sviluppo e non si cambia il Paese".

La Lega conferma, tra le altre cose, quota 100 sulle pensioni (62 + 38), la riforma fiscale e propone un sistema snello di ammodernamento delle opere pubbliche che consentirebbe un miglioramento delle infrastrutture da affiancare all'apertura di cantieri più impegnativi.

Per il M5s i punti fermi sono tre: reddito di cittadinanza, quota 100 e flat tax.  "Siamo soddisfatti - raccontano fonti pentastellate - perché si è deciso di mettere da parte alcune misure per garantire il superamento della Fornero. C'è stata inoltre condivisione su quella che è sempre stata la linea M5s, cioè che i cittadini vengono prima delle virgole".