Non si fermano le proteste in Iran anti governative, contro il carovita e contro la corruzione del regime. La televisione statale iraniana riporta che 10 persone sono state uccise durante le proteste in corso nel Paese. Trecento gli arresti tra Teheran, Izeh e Arak dove 12 agenti di polizia sono rimasti feriti negli attacchi all'ufficio del governatorato della stessa città. Due persone sono rimaste uccise e altre ferite durante le proteste antigovernative a Izeh, una città nella provincia di Khuzestan nel sudovest dell'Iran: lo ha detto il parlamentare iraniano Hedayatollah Khademi all'agenzia di stampa semi ufficiale Ilna, aggiungendo che alcune persone sono state arrestate e che materiale esplosivo è stato trovato nelle loro abitazioni.
Negli scontri della notte tra sabato e domenica almeno due persone sono morte a Doroud, nel Lorestan. Sei le vittime secondo altre fonti, non ufficiali. Nella sola Teheran, inoltre, sono stati arrestati 200 manifestanti, alcuni dei quali già rilasciati, e una quarantina di leader della protesta, accusati di aver organizzato "manifestazioni illegali" e di aver danneggiato proprietà pubbliche, ha reso noto il vicegovernatore della capitale, Nasser Bakht. E proprio per evitare i raduni di strada, le autorità hanno bloccato, anche se "solo temporaneamente", l'accesso ai social netowrk, in particolare Telegram e Instagram.
Ieri in serata è intervenuto per la prima volta dall'inizio delle proteste il presidente iraniano Hassan Rohani, che ha parlato in un incontro del governo trasmesso dalla tv di Stato. "Il popolo iraniano è libero di manifestare", basta che le proteste "siano autorizzate e legali" e che non si trasformino in violenza. "Una cosa è la critica - ha detto - un'altra la violenza e la distruzione della proprietà pubblica". Pur attaccando il presidente americano Trump per le sue "interferenze" e il sostegno su Twitter agli iraniani in piazza, Rohani riconosce tuttavia che il popolo non è solo preoccupato per motivi economici, ma anche "per la corruzione e la trasparenza".
"La gente finalmente ha capito che i loro soldi e il loro benessere viene sperperato per il terrorismo - aveva twittato Trump -. Sembra che gli iraniani non ne possano più. Gli Usa vigilano su eventuali violazioni dei diritti umani".