Altro balzo in avanti dei contagi da nuovo coronavirus nelle carceri del Paese: alle ore 20 di ieri sera erano 758 fra i detenuti - distribuiti in 76 penitenziari - e 936 fra gli operatori i casi accertati di positività al virus, mentre erano, rispettivamente, 638 e 885 venerdì scorso alle ore 13. A fornire l'aggiornamento dei dati sul Covid nei penitenziari è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria.
"Questa volta, durante la seconda ondata della pandemia, al di là di qualche caso isolato a livello periferico, non notiamo particolari responsabilità che potrebbero essere imputate all'Amministrazione penitenziaria, la quale, per quanto possibile alle condizioni date, si è adoperata al meglio per fornire dispositivi di protezione individuale in numero adeguato e ha diramato importanti direttive per prevenire e isolare il contagio - rileva De Fazio non nascondendo una "preoccupazione crescente" - e sentiamo anche la vicinanza dei vertici, con il Capo del Dap Petralia che, per la prima volta nella storia del Corpo di polizia penitenziaria, ha rivolto un videomessaggio di vicinanza e incoraggiamento agli operatori".
Ma sembra non bastare con l’aumento dei rischi e una situazione che potrebbe mandare fuori controllo la gestione sanitaria fuori controllo. Dunque, "con il virus che sembra dilagare e del quale chiediamo alla comunità scientifica e a chi di competenza di calcolare l'indice di contagio (Rt) in carcere - continua il leader della Uilpa penitenziari - si impongono urgenti e ulteriori misure da parte del Governo, che muovano su tre principali direttrici: ridurre il numero dei detenuti; il rafforzamento e supporto efficace della Polizia penitenziaria e soprattutto il potenziamento incisivo dei servizi sanitari nelle carceri”.