Il Codacons ritiene del tutto irricevibile il decreto varato oggi dal Consiglio dei Ministri che dispone i rimborsi in favore dei risparmiatori coinvolti nel salvataggio delle 4 banche. L'associazione impugnerà il decreto al Tar del Lazio per ottenerne l'annullamento dinanzi la Corte Costituzionale.
"I criteri fissati dal Governo sono a vanvera, senza senso e del tutto illogici - spiega il presidente Carlo Rienzi - Tutti i risparmiatori sono stati danneggiati allo stesso modo, ma senza alcuna valida motivazione gli indennizzi saranno parziali e pari all'80% del valore delle obbligazioni, e verranno disposti solo in favore di soggetti con reddito basso e patrimonio immobiliare sotto i 100mila euro, lasciando ingiustamente fuori tutti gli altri e creando inaccettabili discriminazioni. I risparmiatori sono stati danneggiati per la seconda volta, e per questo invitiamo tutti gli obbligazionisti a non accettare le condizioni assurde imposte dal premier Renzi. Il decreto, continua Rienzi, presenta evidenti profili di incostituzionalità, tali da portare il Codacons ad impugnare le misure annunciate al Tar del Lazio, al fine di ottenerne l'annullamento".
Anche l'Adusbef e la Federconsumatori considerano la proposta del governo, per il rimborso degli obbligazionisti coinvolti dal crack delle 4 banche salvate, "inaccettabile" perché "aggiunge al grave danno dell'esproprio la ben architettata beffa per 10.000 risparmiatori delle quattro banche (su 130.000 famiglie truffate), ai quali sono stati appioppate obbligazioni subordinate". Per le due associazioni dei consumatori "è grave che Renzi ed il governo, continuino ad affermare che questi risparmiatori espropriati, compresi gli azionisti costretti a diventare tali pena la mancata concessione di fidi, prestiti, mutui, siano definiti speculatori" e i rimborsi "sono elemosine che non sanano il grave vulnus agli espropriati per decreto, che saranno costretti ad adire azioni giudiziarie, sostenute da Adusbef e Federconsumatori, per tentare di sanare la gravissima ingiustizia patita, per precise responsabilità del Governo, e soprattutto di Consob e Bankitalia".