Tre giorni dopo la tragedia nel Canale di Sicilia, la Procura di Catania ha disposto il fermo di due scafisti e ha ricostruito la dinamica dei fatti: il naufragio del barcone al largo della Libia sarebbe dovuto allo spostamento dei migranti sull'imbarcazione, che era sovraffollata, e all'errata manovra dello scafista che l'ha portata a collidere con il mercantile "King Jacobs", arrivato per soccorrere i migranti. I due fermati sono un tunisino di 27 anni, Mohammed Alì Malek, ritenuto il comandante, e un siriano di 25 anni, Mahmud Bikhit, indicato come componente dell'equipaggio. I superstiti sono arrivati a Catania lunedì sera. Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha parlato di una "ferita lacerante".
Le parole del premier Renzi
Il premier Matteo Renzi, che mercoledì alle 9 riferisce alla Camera sulla questione, esprime soddisfazione per gli impegni che l'Unione europea ha promesso di prendere sull'emergenza migranti, a partire dal piano in dieci punti presentato a Lussemburgo al vertice dei Ministri degli Esteri e dell'Interno della Ue.
"Le donne e gli uomini che stanno salvando vite umane nel Mediterraneo ci rendono orgogliosi dell'Italia e di quello che stiamo facendo", ha affermato il presidente del Consiglio su Facebook, enunciando i principali provvedimenti in programma in ambito Ue: "Interventi nei Paesi d'origine, distruzione dei barconi, raddoppio di Triton, ricollocazione d'emergenza condivisa tra tutti i Paesi, collaborazione con le Nazioni Unite, sforzo comune alle frontiere meridionali della Libia". Poi l'attacco a chi strumentalizza la tragedia dei migranti: "Gli sciacalli tornino a casa: la demagogia non serve, è il tempo della politica. Se davvero finalmente alle parole scritte corrisponderanno fatti concreti per l'Europa sarà un primo passo. Ma la strada da fare è ancora tanto lunga: davanti al dolore dell'Africa e agli schiavisti del ventunesimo secolo non è possibile voltare la testa dall'altra parte. L'Italia c'è e sta facendo ciò che stiamo vedendo consapevole di portare sulle spalle secoli di valori e di civiltà".
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I racconti dei sopravvissuti
Secondo i sopravvissuti, lo scafista che era al comando del barcone, nel cercare di nascondersi e non farsi riconoscere, avrebbe pilotato con poca attenzione l'imbarcazione che sarebbe entrata in collisione con il mercantile "King Jacob". "Voleva guidare la barca - hanno raccontato i sopravvissuti - e allo stesso tempo nascondersi tra di noi". Questo atteggiamento del tunisino avrebbe portato il barcone ad urtare la "King Jacob". I funerali dei 24 migranti, di cui sono stati recuperati i corpi, saranno officiati a Malta, nel corso di una cerimonia interreligiosa.