Washington (Stati Uniti),
Il presidente degli Stati Uniti è pronto a rivelare il suo piano per la riforma dell’immigrazione, che potrebbe dare uno status legale a milioni di migranti irregolari. La renderà pubblica domani alle 20 locali, quando in Italia saranno le 2 di venerdì notte. Dopo l'annuncio si recherà a Las Vegas, dove parlerà alla scuola superiore Del Sol, frequentata da molti studenti immigranti. Fu proprio in quell'istituto che nel 2013 annunciò la bozza del suo progetto."Il nostro sistema di immigrazione non funziona"
Obama ha dato l’annuncio su Facebook. "Tutti sono d'accordo che il nostro sistema di immigrazione non funziona – ha detto in un video - Purtroppo, Washington ha permesso al problema di marcire per troppo tempo”. “Quello che presenterò", ha continuato, è un piano per l'immigrazione "che posso fare in base alla mia autorità come presidente per rendere il sistema migliore, mentre continuo a lavorare con il Congresso e incoraggiarlo a un piano bipartisan che risolverà il problema".
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Il viaggio in Nevada
Il giorno dopo l'annuncio, Obama sarà a Las Vegas. Nella città del Nevada parlerà dalla Del Sol High School, la stessa scuola in cui aveva tenuto un discorso importante sull'immigrazione nel 2013. In quell'occasione aveva presentato la legislazione passata dal Senato a maggioranza democratica, ma bocciata dalla Camera controllata dai repubblicani.
I media: fino a 5 milioni di persone coinvolte
Secondo i media statunitensi, le azioni potrebbero riguardare fino a 5 milioni di immigrati irregolari che potrebbero accedere ai benefici della cosiddetta “deferred deportation”, la sospensione delle espulsioni per motivi umanitari. Secondo quanto riferiscono fonti a conoscenza dei piani presidenziali, tra i criteri adottati per accedere ai benefici rientrerebbero gli anni di permanenza già trascorsi negli Stati Uniti e la presenza di legami familiari nel Paese.
Le speranze degli immigrati illegali
Gli immigrati illegali che sono genitori di figli in possesso della cittadinanza americana rientrerebbero sicuramente nella sanatoria. Più controverso è il caso dei genitori dei cosiddetti “Dreamers”, i giovani condotti negli Stati Uniti da bambini, molti dei quali hanno finora evitato l'espulsione in virtù della politica adottata dall'amministrazione nel 2012.