Mondo

Il conflitto

Siria, ultimatum della Turchia ai curdi: "Si ritirino entro oggi"

Militari e civili curdi hanno evacuato le città Ras al-Ayn e Tal Abyad. In base agli accordi sul cessate il fuoco la ritirata dovrà completarsi entro oggi, giorno in cui Erdogan incontra Vladimir Putin. Trump: un piccolo numero di militari Usa resterà in Siria

"Se i terroristi non si ritirano dal nord-est della Siria, "l'operazione riprenderà". Lo ha ribadito il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu, aprendo a Istanbul il forum della tv statale Trt World. Le forze democratiche siriane a guida curda hanno annunciato di non avere più combattenti a Ras Al Ayn, la città di confine sotto il più duro assedio turco. Il ritiro è stato confermato da Ankara e dall'osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo l'accordo Turchia-Usa, tutte le zone dell'area compresa nella 'safe zone' turca dovranno essere evacuate entro la scadenza della tregua, alle 20:30 locali di oggi (le 19:30 in italia). Fonti della Difesa turche riferiscono che non ci sarà alcuna estensione della tregua.

La Turchia prenderà "misure necessarie" nel nordest della Siria dopo l'incontro previsto per domani a Sochi tra Recep Tayyip Erdogan e Vladimir Putin. Lo ha annunciato lo stesso presidente turco intervenuto al Trt World Forum in corso a Istanbul. "Parleremo di questo processo con Putin e poi faremo i passi necessari", ha detto Erdogan, respingendo le accuse mosse alla Turchia di avere "mire espansionistiche" in Siria.

Nelle dichiarazioni riportate dai media locali, il leader turco è tornato a insistere sui timori di Ankara per la "sicurezza". "Altri possono avere interessi differenti in Siria, Iraq, Afghanistan, Libia, Africa e Balcani", ha accusato Erdogan, puntando il dito contro chi "crede che una goccia di petrolio sia più preziosa di una goccia di sangue".

Erdogan: Ue e Nato dalla parte dei terroristi
I paesi occidentali si sono "schierati dalla parte dei terroristi" contro la Turchia criticando l'operazione militare contro le milizie curde nel nord-est della Siria, ha sostenuto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, tornando a denunciare l'isolamento di Ankara. "Riuscite a crederci? Tutto l'occidente si è schierato con i terroristi e ci ha attaccato", ha detto Erdogan, accusando esplicitamente "i paesi della Nato e i paesi dell'Unione europea".

La Turchia: i curdi hanno violato 36 volte la tregua
Le autorità di Ankara hanno accusato i militanti delle Unità di protezione del popolo curdo di aver violato per 36 volte la tregua di 120 ore raggiunta tra la Turchia e gli Stati Uniti per permettere il ritiro degli uomini dell'Ypg dal nordest della Siria. Lo ha reso noto la portavoce del ministero della Difesa turco, Nadide Sebnem Aktop, nel corso di una conferenza stampa ad Ankara.

Aktop ha quindi aggiunto che, dall'inizio dell'offensiva lanciata lo scorso 9 ottobre, sono 765 i militanti curdi dell'Ypg/Pkk neutralizzati nel nordest della Siria. Le autorità turche usano il termine 'neutralizzato' per indicare che un militante è stato catturato, si è arreso o è stato ucciso.

Comandante curdo: "Sarà pulizia etnica, Usa responsabili"
Le forze armate turche compiranno una vera e propria ''pulizia etnica'' dei curdi in Siria e ''l'Amministrazione americana sarà responsabile di questo''. Lo ha dichiarato al 'New York Times' Mazlum Kobani, il leader militare dell'alleanza curdo araba delle Forze democratiche siriane, preoccupato per il ritiro delle truppe americane dalla Siria nordorientale. ''Ci sarà una pulizia etnica del popolo curdo dalla Siria e l'Amministrazione americana sarà responsabile di questo'', ha affermato.

''L'America ha bisogno di lavorare per ricostruire la fiducia con i suoi alleati contro l'Isis'', ha aggiunto Kobani riferendosi al sedicente Stato Islamico (Isis) e alla lotta che i combattenti curdi hanno condotto contro i jihadisti in Siria. Secondo il comandante curdo, gli Stati Uniti dovrebbero lavorare ''per limitare il danno provocato dalla decisione di ritirarsi e tutelare le zone che abbiamo liberato insieme''. Dicendo di non voler consentire una ''occupazione turca'', Kobani ha affermato che ''ci deve essere una linea rossa: i turchi non possono compiere una pulizia etnica o un cambiamento demografico. Non lo accetteremo''. 

 ''Sarà il caos - ha detto al 'New York Times' Abdulqader Omar Nabi, 46 anni, fuggito dalla città di Ras al-Ayn dopo che la sua casa è stata distrutta da un raid aereo turco - Non sarà una zona di sicurezza. Sarà distrutta''. Suo figlio Shiyar, uscito ieri da Ras al-Ayn insieme ad altri residenti feriti a bordo di un convoglio, ha detto di temete i combattenti siriani sostenuti dai turchi. ''Non fanno alcuna differenza tra i combattenti e i civili - ha detto - Se sei un curdo, ti uccidono''.

Lo stesso Kobani si trova al centro di una lotta di potere. Il regime di Damasco vuole riconquistare le terre che le Forze democratiche siriane hanno liberato dall'Isis, così come la Turchia vuole prenderne il controllo per farne la cosidetta ''zona di sicurezza'' e ricollocarvi i rifugiati che ospita.

Convoglio di 100 blindati Usa raggiunge l'Iraq
Un convoglio di 100 blindati americani ha abbandonato intanto la Siria e raggiunto il confine con l'Iraq, attraverso il valico di Semelka. A renderlo noto i media locali, secondo cui il convoglio è passato da Duhok ed è ora atteso presso la base americana di Ayn ul Esad.  Il segretario alla Difesa americano, Mark Esper, aveva ieri comunicato che, per decisione del presidente Donald Trump circa 1.000 soldati americani del contingente stanziato in Siria non sarebbero rientrati in America, ma sarebbero stati trasferiti in Iraq.

I curdi lanciano patate contro l'esercito Usa che si ritira
I curdi siriani hanno protestato contro il ritiro dei soldati americani dal nordest della Siria lanciando patate contro i militari al passaggio di un convoglio vicino a Qamishli. Lo riferiscono i media curdi. ''Gli americani stanno scappando come topi. Vergognatevi!'', hanno urlato i curdi al passaggio dei carri armati americani. Fonti curde hanno riferito che il convoglio era in viaggio verso il valico di frontiera di Sahela e diretto in Iraq, nella provincia settentrionale di Dohuk.

<blockquote class="twitter-tweet"><p lang="en" dir="ltr">Kurds in <a href="https://twitter.com/hashtag/Kurdistan?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#Kurdistan</a> Region’s Erbil city throw rocks to retreating U.S. soldiers from northern Syria, “Fuck you” repeatedly heard. <a href="https://t.co/OIaaLCFBcK">pic.twitter.com/OIaaLCFBcK</a></p>&mdash; Rudaw English (@RudawEnglish) <a href="https://twitter.com/RudawEnglish/status/1186281897913180160?ref_src=twsrc%5Etfw">October 21, 2019</a></blockquote> <script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

In Turchia arrestato il sindaco di Diyarbakir
Non si ferma in Turchia la repressione contro il filo-curdo Hdp, unico partito in parlamento a opporsi all'operazione militare nel nord-est della Siria. Adnan Selcuk Mizrakli, eletto lo scorso 31 marzo sindaco di Diyarbakir, 'capitale' curda nel sud-est del paese, è stato arrestato stamani con accuse di "propaganda" e "associazione terroristica". Mizrakli era già stato rimosso dalla guida della città, che è stata commissariata, come decine di altri centri del sud-est governati dall'Hdp negli ultimi anni. oltre a lui, sono stati arrestati stamani altri tre sindaci della zona.

Trump: tregua tiene, sconfitta Isis grazie a me, piccolo numero di soldati resterà
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato che "il cessate il fuoco in Siria sta tenendo", visto che ci sono state solo "poche schermaglie", e che le truppe statunitensi stanno lasciando l'area "in modo intelligente", "non rapidamente". Ha poi detto di essere favorevole a "lasciare delle truppe statunitensi in Siria per tenere al sicuro i campi petroliferi e in una seconda regione, vista la richiesta di Giordania e Israele". Gli Stati Uniti hanno ottenuto dalla Turchia un cessate il fuoco di cinque giorni in Siria, per permettere ai curdi di lasciare le aree al confine tra i due Paesi. Parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha poi chiesto che gli sia riconosciuto il merito della sconfitta dell'Isis. "Io sono quello che ha lavorato alla cattura di quelli dell'Isis, io sono quello che li ha catturati".

Pompeo: pronti a eventuale azione militare contro Ankara
Donald Trump è pronto a una eventuale azione militare contro la Turchia. Lo ha detto il segretario di Stato americano Mike Pompeo in una intervista a Cnbc. "Preferiamo la pace alla guerra - ha spiegato - ma nel caso in cui si renda necessaria un'azione militare o un'azione cinetica, dovete sapere che il presidente Trump è pronto a intraprenderla".