Politica

Bufale on line

Scontro su fake news. M5s: Renzi dietro inchieste-bufala. Orfini: terreno unisce Salvini e Di Maio

Chiamati in causa dagli articoli dei due media Usa siti di 'disinformazione' vicini al Movimento 5 stelle e alla Lega che usano gli stessi codici per la pubblicità. Già un anno fa il dipartimento di Stato Usa aveva lanciato l'allarme sui condizionamenti provenienti dalla Russia

E scontro politico frontale sulle fake news, ovvero le bufale on line. Il Movimento 5 stelle, chiamato in causa dal New York Times e da BuzzFeed, replica attaccando. "BuzzFeed e il New York Times pubblicano 2 articoli spacciandoli per inchieste giornalistiche sulle fake news partendo da una ricerca condotta da un dipendente di Marco Carrai, fonte, vista la sua estrema vicinanza a Renzi, piuttosto discutibile. E lo fanno proprio alla vigilia della Leopolda, aperta all'insegna delle fake news, puntando il dito ancora una volta contro il M5S", scrive il Movimento sul blog di Grillo. "Diciamocelo chiaramente: sembra un giochino apparecchiato su misura al segretario del Pd, oramai in caduta libera".

NYT e BuzzFeed: rischio condizionamento delle elezioni
A provocare l'ira dei 5 stelle è l'allerta lanciata dalle due testate Usa sul rischio che le prossime elezioni politiche in Italia vengano condizionate o comunque inquinate dalle bufale, ovvero notizie false appositamente diffuse sul web. Era stato Renzi, chiudendo la Leopolda a Firenze, a rilanciare la notizia di un legame nei codici per la pubblicità tra due siti sensazionalistici che sostengono il Movimento 5 stelle e la Lega e ad annunciare un rapporto ogni 15 giorni del Pd sulle fake news. 

L'allerta del Dipartimento di Stato Usa nell'autunno 2016
La questione era emersa già un anno fa, quando nell'autunno del 2016 l'intelligence americana avverte Roma di un'offensiva russa per influenzare la politica italiana. Secondo La Stampa, il dipartimento di Stato Usa inviò una missione per avvisare l'ambasciata Usa e i servizi italiani di presunte manovre di Mosca per destabilizzare i Paesi occidentali o comunque favorire le forze politiche più "aperte" agli interessi russi, identificate allora proprio nella Lega e nel Movimento 5 stelle. 

Orfini: M5s fa fatica a rinunciare alle bufale, terreno che unisce Salvini e Di Maio
"I 5 stelle purtroppo fanno fatica a rinunciare a una modalità che li ha molto aiutati, più che altro dovrebbero chiarire le cose piuttosto curiose che sono emerse: i siti collegati a Salvini sono accomunati in rete al M5s, visto che hanno la stessa matrice, cioè la pubblicità, legata agli stessi soggetti. Quello che interessa è capire come mai fanno finta di scontrarsi e poi su questo terreno Salvini e Di Maio sono la stessa cosa", dice il presidente del Pd, Matteo Orfini. "Il rischio che le fake news incidano sugli effetti della democrazia è un tema che si sta ponendo in tutto l'occidente, dagli Stati Uniti alla Germania. Credo che meriti attenzione, perché quello che accade ogni giorno è abbastanza inquietante: cercare gli strumenti per arginare questo fenomeno è non solo doveroso ma anche fondamentale per tutti noi".

Stroppa: sono una persona libera, non mi spaventano
E' Andrea Stroppa l'informatico che si è occupato dei tra mondo grillino e leghista con gli stessi codice Analytics e Adsense per incassare pubblicità. La sua società è stata consulente, tra gli altri, anche di Renzi. Agli attacchi ricevuti risponde:  "C'ero preparato. Sono una persona libera, lavoro all’estero, non mi spaventano. Vengo definito parte dei “Carrai boys”, “pupillo di Carrai”, e lo comprendo. Quando non si è liberi, si cerca di mettere le catene anche agli altri. Ma io non appartengo a nessuno, appartengo a me stesso».  

Carrai: non ci sono io dietro articolo del NYT su fake news
"Non esiste. Ecco, questo è un esempio di fake news". Così l'imprenditore toscano Marco Carrai, esperto di cybersecurity e amico di lunga data di Matteo Renzi,  ha commentato con il Corriere della Sera la notizia secondo cui ci sarebbe lui dietro l'articolo del New York Times, che partendo da un report di Andrea Stroppa ha segnalato il rischio che le elezioni possano venire inquinate dalle fake news. "Escludo nel modo più totale" che sia stata la sua società di sorveglianza informatica, dove lavora anche Stroppa, a girare il report al Nyt. "Stroppa lo conosco - ha aggiunto - e per un periodo ha collaborato con una mia società. Chiunque può andare al registro delle Camere di commercio e vedere che non ho mai avuto società con lui".