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Mafia Capitale, ancora arresti a Roma. Tensione in Campidoglio, M5S all'attacco

Nuove indagini sugli appalti legati all'aula consiliare del Comune. La gara sarebbe stata affidata con trattativa privata a un imprenditore coinvolto nell'inchiesta principale

Bufera sul Campidoglio e nuovi arresti nell'inchiesta su Mafia Capitale. La Guardia di finanza ha arrestato altre cinque persone in un'operazione disposta dalla Procura della Repubblica capitolina nel settore degli appalti pubblici e di contrasto alle frodi fiscali. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip di Roma nei confronti di sei persone, di cui una recentemente deceduta, tra cui un alto dirigente in servizio alla Sovrintendenza dei beni culturali di Roma Capitale che avrebbe favorito un imprenditore nell'iter procedurale per l'aggiudicazione di gare pubbliche.

I reati contestati
Tra le gare "truccate" ci sarebbe anche quella relativa al restauro dell'aula Giulio Cesare del palazzo Senatorio dove si riunisce il consiglio comunale, affidata a trattativa privata a un imprenditore, coinvolto anche nell'inchiesta. Tra i reati contestati agli arrestati, associazione a delinquere, truffa aggravata e continuata a danno del Comune di Roma, falso, turbativa d`asta, emissione e utilizzo di fatture false, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte con l`aggravante del reato transnazionale, commesso a Roma, Lussemburgo e altrove.

Caos in Campidoglio, si dimette Vincenzi
Nel frattempo in Campidoglio, la tensione è salita alle stelle: prima dell'attesa seduta del Consiglio comunale per la surroga dei consiglieri arrestati nell'ambito dell'inchiesta su Mafia Capitale, protesta dei M5S, i cui rappresentanti regionali e comunali sono stati bloccati fuori dal portone dell'ingresso della Lupa. Intanto Marco Vincenzi, presidente del gruppo del Pd alla Regione Lazio si è dimesso, dichiarando di essere estraneo ai fatti.

Buzzi aveva una talpa in Quirinale
Nuovi dettagli su Buzzi, il ras delle cooperative romane, che poteva contare su informatori tra le forze dell'ordine che lo avvisavano sulle indagini e sulla sorte di alcuni appalti. Emerge dalle carte della maxinchiesta della Procura di Roma. Tra questi un appuntato scelto in servizio presso il Reparto Carabinieri Presidenza della Repubblica. Dal settembre del 2013 i carabinieri del Ros hanno registrato almeno 50 contatti telefonici tra Buzzi e l'appuntato. Buzzi, scrivono gli investigatori, utilizzava la 'talpa' "per acquisire informazioni di natura giudiziaria e per ottenere favori di vario genere".