Economia

Il fondo da 100 milioni per i risarcimenti potrebbe ampliarsi

Banche. De Vincenti: "Non escludo il risarcimento totale"

Così al Corriere della Sera il sottosegretario alla presidenza del Consiglio in merito alla vicenda di circa 130mila risparmiatori che in 24 ore hanno visto incenerirsi azioni e obbligazioni subordinate sottoscritte con le quattro banche “salvate” dal governo (Etruria, Carife, Carichieti e Banca Marche)

"Il rimborso totate? In linea di principio l'ipotesi non è da escludere. Ora si sta ragionando sui principi che porteranno a fissare criteri precisi". Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, in un'intervista al Corriere della Sera in merito alla vicenda di tutti quei risparmiatori, circa 130mila, che in 24 ore hanno visto incenerirsi azioni e obbligazioni subordinate sottoscritte con le quattro banche “salvate” dal governo (Etruria, Carife, Carichieti e Banca Marche). Per De Vincenti il primo criterio è che non sarebbe stata "fornita al risparmiatore un'informazione adeguata su quel tipo di investimento", il secondo è che "saranno privilegiate le posizioni più fragili, considerando sia il tipo di investimento sia il profilo generale del risparmiatore".

De Vincenti è netto. Chi ha sbagliato dovrà pagare, "ma in ogni caso - afferma il sottosegretario - escludo conseguenze di qualsiasi tipo sul governo". Non esclude poi la possibilità che per i rimborsi arriveranno altre risorse oltre ai 100 milioni di euro messi a disposizione dal sistema bancario. "Prima - aggiunge - bisogna capire quante risorse saranno assorbite dalle decisioni degli arbitrati. Poi, se necessario, potremo intervenire".

In tema di fondi europei, "il dato finale lo avremo a febbraio ma siamo molto soddisfatti. Abbiamo sostanzialmente raggiunto l'obiettivo di assorbimento delle risorse, stimiamo un rischio residuo non superiore al 2-2,5%. Insomma alla peggio potrebbe restare fuori un miliardo", dichiara il sottosegretario. In merito alla cordata per l'Ilva, "non abbiamo preferenze di nazionalità. L'unica preferenza è per una soluzione che mantenga la forza industriale e finanziaria dell'azienda e il radicamento sul territorio italiano di tutti gli attuali stabilimenti, a cominciare da Taranto", spiega De Vincenti, secondo cui chi parla di esproprio "non sa ci cosa sta parlando. Siamo nel pieno rispetto della Legge Marzano".