Italia

Nel pomeriggio atteso il ministro del lavoro Andrea Orlando

Prato, la protesta di operai e sindacati dopo la tragica morte di Luana D'Orazio

In centinaia con bandiere e cartelloni si sono riversati in piazza questa mattina per esprimere solidarietà alla famiglia della giovane operaia e invocare maggiore sicurezza sul lavoro

Presidio dei lavoratori, a Prato, dei sindacati Cgil Cisl e Uil di Prato, organizzato in seguito all'incidente sul lavoro che lunedì è costato la vita a Luana D'Orazio, operaia di 22 anni trascinata negli ingranaggi dell'orditoio a cui era addetta nella ditta 'Luana' di Oste di Montemurlo. La manifestazione, è stata organizzata in concomitanza con lo sciopero generale di quattro ore proclamato dai sindacati. Circa un migliaio le persone che si sono trovate in piazza delle Carceri, con bandiere e cartelloni per esprimere solidarietà alla famiglia D'Orazio e invocare maggiore sicurezza sul lavoro.

Sul Castello dell'Imperatore, che domina piazza Santa Maria delle Carceri, sede del presidio, svetta uno striscione con la scritta 'Morire di lavoro oggi non solo è inconcepibile, è intollerabile'. Sul palco i tre segretari provinciali dei sindacati confederali che hanno promosso la manifestazione e sei lavoratori iscritti alle sigle, alcuni dei quali provenienti dal settore tessile.   Al presidio anche i lavoratori in sciopero della Texprint, dipendenti pakistani in protesta da mesi, iscritti al Si Cobas.

I sindacati sottolineano la difficoltà di vigilare sul distretto tessile con 48 tecnici della prevenzione a controllare circa 30.000 aziende operanti sul territorio. In piazza per mandare un segnale di sostegno anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, il sindaco di Prato, Matteo Biffoni e il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai.

Nel pomeriggio atteso anche il ministro del lavoro Andrea Orlando che ha convocato un vertice in prefettura sulla sicurezza sul lavoro e a cui Calamai, intende chiedere "un impegno deciso del governo" su questi temi. Parteciperanno all'incontro anche il sindaco di Prato e gli l'assessori regionali alla salute e al lavoro, Bezzini e Nardini.

Il sindaco: "Lo Stato raccolga il grido di aiuto"
"La piazza di oggi è un bel segnale, ora lo Stato deve raccoglierlo. La morte di Luana ha scosso la coscienza del Paese: basta morti bianche, non si può più recriminare su incidenti del genere, io spero che questa attenzione generi una reazione importante delle istituzioni. Non è più decoroso andare avanti cosi'". Così il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, in piazza delle Carceri accanto a sindacati e operai nel corso della manifestazione che ha raccolto centinaia di persone per chiedere più sicurezza sul lavoro.Nel distretto pratese operano quasi 30.000 imprese, la maggioranza di piccole e medie dimensioni, e gli ispettori del lavoro a vigilare sul rispetto delle norme sono 48.

"Secondo me anche meno - commenta Biffoni - come Comune, con il supporto della Regione, ci siamo attivati e abbiamo fatto circa 15.000 controlli ma non è affatto sufficiente, ci serve il supporto del Governo. Lo Stato deve essere presente, il nostro è il distretto tessile più grande d'Europa con tante microimprese come quella di Luana, a conduzione familiare, se non si prende in considerazione questa peculiarità e si predispongono mezzi adeguati non si riuscirà mai a porre un argine a questo problema. Sono sindaco dal 2014 - sottolinea Biffoni - si sono alternati vari governi di diverso colore politico ma e' tanto che lo facciamo presente che il nostro distretto ha delle esigenze tutte sue. Speriamo che questa volta sia la volta buona, perché o c'è un cambio e un rinforzo vero a livello di controlli, oppure rischiamo di rendere vano questo grande dolore".

"Il nostro è un distretto tessile particolare, ma è il più grande in Europa. Di Orditura Luana, azienda con 20 dipendenti, ne abbiamo migliaia di esempio nella nostra città. L'azienda più grande ha 100 dipendenti, è un distretto che ha numeri pazzeschi ed ha bisogno di attenzione. Lo sforzo messo in campo da comune e regione Toscana è importante, ma non basta. Serve che lo Stato rafforzi la sua presenza", ha detto il sindaco di Prato, a margine della manifestazione.

La madre di un'altra vittima: "E' lavoro, non guerra"
"Non è giusto, ho cercato di andare avanti ma è difficile, non è possibile morire così sul lavoro, non siamo in guerra". Queste le parole, dal palco della manifestazione organizzata a Prato della mamma di un'altra giovane vittima sul lavoro, Sabri Jaballah, operaio 23enne deceduto il 2 febbraio in un incidente in un'azienda tessile di Montale (Pistoia). La donna ha anche mostrato la foto del figlio. Toccante poi anche l'intervento di Stefania Valente, operaia e madre che ha chiesto alle istituzioni di intervenire "per fermare tutto questo". Valente, delegata sindacale della Cgil, ha fatto anche un appello ai lavoratori affinché  "non si girino dall'altra parte".

Operai Textprint riuniti nei pressi della Prefettura
"La morte di Luana non è una tragedia ma la semplice conseguenza di un distretto, quello pratese, dove nelle aziende si tollera di tutto nel silenzio: lavoro nero, precarietà contrattuale, negazione di tutele per gli infortuni e scarsa sicurezza". Un gruppo di 50 lavoratori della stamperia pratese Textprint, coordinato dal sindacato intercategatoriale Cobas Prato, si è riunito sotto la Prefettura per protestare contro le condizioni di lavoro "degradanti che ricordano la schiavitù". Molti di loro indossano pettorine con scritto "8x5 =40" in riferimento all'orario lavorativo negato. Gli operai in maggioranza stranieri, che da 3 mesi sono in sciopero e hanno un processo aperto con l'azienda, denunciano "turni di lavoro di 12 ore per tutta la settimana, contratti di finto apprendistato per risparmiare sugli stipendi e gravi infortuni" tanto che "Hamid ha perso un dito, Faisal si è tranciato una mano e Shah con un braccio schiacciato da un macchinario costretto a lavorare 3 giorni dopo".