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L'enigma del nuovo governo

L'Islanda è tornata al voto dopo gli scandali

E' la quarta volta dal 2008 che gli elettori vengono chiamati alle urne

L'Islanda è tornata alle urne per la seconda volta in un anno sulla scia dello scandalo che ha travolto la coalizione di centro-destra del premier Bjarni Benediktsson.

A settembre uno dei tre partiti al governo ha revocato il suo appoggio quando è venuto alla luce che il padre del premier aveva scritto una lettera di referenze per 'riabilitare' nella società un amico, condannato per aver violentato la figliastra per oltre 12 anni. Il governo è finito nell'occhio del ciclone con l'accusa di aver cercato di nascondere l'identità dell'autore della lettera.

Il premier e le banche fallite
Sempre a settembre, un altro scandalo ha colpito Benediktsson quando si è venuto a sapere che il premier, all'epoca del collasso delle tre principali banche islandesi nel 2008, aveva ritirato i suoi soldi poco prima che gli istituti finissero a gamba all'aria, lasciando l'isola in ginocchio. Nessuna attività illegale ma una pessima pubblicità per il politico, allora già deputato.

I Panama Papers
Una rivelazione che riporta alla memoria la 'ferita' ancora fresca dei 'Panama Papers' che un anno e mezzo fa avevano fatto cadere il governo di Sigmundur David Gunnlaugsson. Il suo nome, come quello di altri 600 islandesi - non pochi su una popolazione di 335mila persone - era comparso tra i milioni di documenti sui proprietari di società offshore in paradisi fiscali, suscitando la rabbia degli islandesi. A sopravvivere era stato l'allora ministro delle Finanze, Benediktsson, anche lui nominato nei documenti, che era riuscito a costruire una risicata coalizione di governo. 

Quarta elezione dal 2008
E' la quarta volta dal 2008 che gli elettori vengono chiamati a votare e il timore è che si ripeta la situazione dello scorso autunno: allora, dalle elezioni non era uscita una maggioranza chiara ed erano serviti tre mesi di consultazioni per arrivare a una coalizione di governo tra il Partito per l'Indipendenza di Benediktsson, i Progressisti e Futuro Luminoso.

Maggioranza incerta
Gli ultimi sondaggi danno 17 seggi sui 63 del Parlamento alla formazione dell'ex premier, 5-6 ai Progressisti, 6 per i Centristi e 5 per il Partito Riformista. Dall'altra parte, sarebbero 29 i seggi per il Movimento Sinistra-Verde con i suoi alleati, l'Alleanza Social Democratica e i Pirati. Nessuno dei due principali schieramenti avrebbe quindi la maggioranza (32) ma con l'aiuto di un quarto partito, l'opposizione di sinistra potrebbe arrivare al governo, per la seconda volta dall'indipendenza dalla Danimarca nel 1944.