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MONDO

Passo indietro del ministro del Lavoro

Dopo Flynn, anche Puzder lascia l'amministrazione Trump

Molti senatori repubblicani non sarebbero stati disponibili a confermare la nomina del segretario al Lavoro scelto dal presidente. Su di lui pesa l'accusa di non aver pagato interamente le tasse sui dipendenti della sua catena di fast food

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Andrew Franklin Puzder si è ritirato dalla candidatura a segretario al Lavoro, voluta dal presidente americano Donald Trump. "Mentre non servirò nell'amministrazione, appoggio pienamente il presidente e il suo team altamente qualificato", ha scritto lui stesso nella nota con cui ha annunciato il passo indietro.

Puzder è l'amministratore delegato di una catena di fast food, CKE restaurants. La scelta era stata molto criticata, soprattutto per le sue posizioni sui diritti dei lavoratori: l'ad infatti è contro l'aumento del salario minimo, che dal suo punto di vista ridurrebbe i posti di lavoro creando una crisi economica. 

Molti senatori repubblicani indisponibili a confermare la nomina
L'amministrazione Trump, dopo il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Michael Flynn, costretto a dimettersi per rapporti impropri con la Russia, perde dunque un altro pezzo. E' stato un gruppo di senatori repubblicani di peso a suggerire al presidente di ritirare la nomina di Andrew Puzder perché, malgrado il Gran Old Party abbia 52 senatori su 100, avrebbe potuto essere bocciata. E' quanto riferisce Politico sottolineando che molti senatori repubblicani hanno espresso riserve su di lui e stavolta non sarebbe bastato, come per il ministro dell'Istruzione, la miliardaria Betsy DeVoos, l'irrituale voto del vicepresidente Mike Pence, che vista la perfetta parità (50 a 50), fu costretto ad esprimersi nella veste di presidente del Senato. Cosa mai accaduta per la ratifica della nomina di un ministro.  

Le accuse: abusi sulla moglie e tasse non pagate sui suoi dipendenti irregolari
Contro Puzder, scrive Politico, hanno giocato l'accusa di abusi avanzata dalla moglie nel 1990 allo show di Oprah Winfrey ed il mancato pagamento di tasse su dipendenti clandestini - già un controsenso per un uomo di Trump - della sua catena di fast food.