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ITALIA

Mamma Jessica: "Non sufficiente per quel che ha fatto"

Appello. Confermato ergastolo per tranviere che uccise 19enne con 85 coltellate

Alessandro Garlaschi, oggi in aula, in collegamento video dal carcere, ha chiesto "scusa" e ha aggiunto rivolgendosi alla corte: "Se mi fate uscire e mi fate ritornare a una vita normale, lavorerò e risarcirò il danno"

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Alessandro Garlaschi, il tranviere di 41 anni che oggi si è visto confermare in appello la condanna all'ergastolo per l'omicidio di Jessica Valentina Faoro, la ragazza di appena 19 anni  che ha ucciso con  85 coltellate nel suo appartamento in via Brioschi a Milano nel febbraio 2018, oggi in aula, in collegamento video dal carcere, ha chiesto "scusa" per quel che ha fatto e  ha aggiunto rivolgendosi alla corte: "Se mi fate uscire e mi fate ritornare a una vita normale, lavorerò e risarcirò il danno".

A riferire delle parole dell'imputato rese con le sue dichiarazioni spontanee durante il processo di secondo grado è il difensore, l'avvocato Francesca Santini, sottolineando come il suo assistito mancasse "di lucidità".  Il legale, che si è visto respingere la richiesta di una perizia per accertare la capacità di intendere e volere dell'uomo al momento del fatto e la capacità di stare in giudizio ha affermato: "Riproporremo l'istanza in Cassazione. Impugneremo la sentenza dopo aver letto le motivazioni".

Corte ha accolto richiesta del sostituto pg
La Corte, dunque, ha accolto la richiesta del sostituto pg Daniela Meliota, che aveva chiesto la conferma del verdetto emesso nel dicembre 2018 a carico di Garlaschi. La difesa, col legale Francesca Santini, aveva provato a giocare la carta della seminfermità mentale, chiedendo ai giudici di disporre una perizia sulla capacità di intendere e volere e di stare in giudizio dell'uomo. Istanza che era supportata da una consulenza con la quale il professor Alessandro Meluzzi, noto psichiatra e criminologo, aveva sostenuto il vizio parziale di mente.

Con la sentenza di oggi (motivazioni in 15 giorni) sono stati anche confermati i risarcimenti provvisionali a carico dell'imputato: 50mila euro per il fratello della ragazza, 25mila euro ciascuno per padre e madre e per il Comune di Milano, anch'esso parte civile con l'avvocato Maria Rosa Sala, 10 mila euro. I familiari sono rappresentati dai legali Eliana Capizzi, Veronica Villani e Mara Merlini. 

Come riportato nelle motivazioni di primo grado, fu la "lucida volontà criminale" di Garlaschi, esplosa in "tutta la sua brutale violenza" per il "rifiuto" di Jessica di intrattenerlo con "i giochi erotici da lui pretesi", a "scatenare la furia omicida" dell'uomo all'epoca 39enne. E che la ragazza volesse scappare da quell'abitazione, dove prima di lei erano state ospitate altre due giovani, era già chiaro una settimana prima dell'omicidio.

La 19enne, infatti, il primo febbraio, presa dal panico per le molestie che subiva, se ne era andata chiedendo pure aiuto ai carabinieri ed era stata ricoverata al Policlinico. Poi la mattina dopo, però, era tornata in quell'appartamento, dove una settimana dopo è stata massacrata. Garlaschi le aveva promesso che mai più si sarebbe comportato in quel modo e, come ha raccontato uno dei medici, lei non aveva un tetto sicuro dove dormire per via della sua "devastata situazione personale e familiare".

Mamma Jessica: "Ergastolo non sufficiente per quel che ha fatto"
"Avergli dato l'ergastolo non è sufficiente per quel che ha fatto". Sono le parole con cui Anna Maria Natella, mamma di Jessica Valentina, Faoro ha commentato la sentenza con cui la Corte d'Assise d'Appello di Milano oggi ha confermato la condanna del carcere a vita per Alessandro Garlaschi, il tranviere che nel febbraio del 2018 ha brutalmente ucciso sua figlia. "E' stata fatta giustizia e per questo Jessica almeno potrà stare tranquilla. La tristezza c'è sempre - ha aggiunto - e nulla potrà ridarmi quel che ho perso".