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MONDO

Rapporto declassificato

Usa: il principe saudita Mohamed bin Salman approvò l'operazione per uccidere Khashoggi

L'intelligence americana ha stabilito che il principe ereditario approvò l'omicidio dell'oppositore. "Vedeva il dissidente come una minaccia per il regno e sostenne ampiamente l'uso della violenza se necessario per metterlo a tacere". Il Segretario di Stato Blinken: "Vogliamo ricalibrare i rapporti con Riad"

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Era stato ampiamente anticipato, ma ora è scritto nero su bianco: "Il principe saudita Muhammad bin Salman approvò l'operazione di Istanbul, in Turchia, per catturare o uccidere il giornalista saudita Jamal Khashoggi". È il passaggio chiave del rapporto dell'intelligence Usa, desecretato e divulgato dall'amministrazione Biden dopo che Donald Trump aveva preferito tenerlo riservato per preservare l'alleanza strategica con Riad in chiave anti-Iran.

Il documento è il frutto di un'approfondita indagine sulla morte del giornalista Khashoggi, oppositore di bin Salman e editorialista del Washington Post, ucciso se smembrato il 2 ottobre 2018 nel consolato saudita a Istanbul. Secondo la ricostruzione degli analisti americani, Mohammed bin Salman vedeva il giornalista dissidente Jamal Khashoggi come una minaccia al regno e sostenne ampiamente l'uso della violenza se necessario per metterlo a tacere. Il rapporto dell'intelligence elenca 21 persone ritenute complici o responsabili per la morte del giornalista dissidente per conto del principe ereditario.

"Vogliamo ricalibrare le relazioni con Riad"
Il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha detto che l'amministrazione Biden vuole "ricalibrare" le relazioni con l'Arabia Saudita ma non vuole una "rottura". Blinken spiega così l'assenza di sanzioni contro il principe ereditario saudita. A conferma di un cambiamento nei rapporti tra Usa e Arabia Saudita, la divulgazione del rapporto della Cia è stata preceduta da una telefonata dello stesso Biden all'85enne re Salman e non a suo figlio Mbs (come è chiamato l'erede al trono) che era stato l'interlocutore privilegiato della Washington di Trump. La Casa Bianca ha tenuto a precisare che è Salman "l'unica controparte del presidente americano", nonostante l'anziano sovrano abbia da tempo abdicato alla gestione quotidiana del regno. Che l'aria a Washington per i sauditi fosse cambiata con l'avvento di Biden lo si era già capito con il ritiro dell'appoggio nella guerra in Yemen e lo stop alla vendita di armi.

Secondo le conclusioni del report, MbS non poteva non sapere
Fin dal 2017, spiegano gli 007 americani, "bin Salman aveva il controllo assoluto della sicurezza del regno e delle organizzazioni di intelligence, rendendo altamente improbabile l'ipotesi che i funzionari sauditi potessero condurre un'operazione di questo tipo senza l'autorizzazione del principe". L'eliminazione di Khashoggi, oppositore di bin Salman e editorialista del Washington Post, rientrava nella strategia adottata per "silenziare i dissidenti all'estero, compreso Khashoggi".

Il 2 ottobre 2018 il giornalista entrò al consolato saudita di Istanbul per ritirare alcuni documenti matrimoniali, ma non venne più visto uscire. L'ipotesi e' che sia stato ucciso e fatto a pezzi da agenti dell'intelligence saudita. Secondo gli 007 americani, all'operazione parteciparono quindici membri dei Servizi segreti dell'Arabia Saudita.

Bin Salman ha sempre negato il proprio coinvolgimento nell'operazione. Il rapporto arriva il giorno dopo la prima telefonata ufficiale tra il principe e il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Nell'ultima pagina del documento, l'Intelligence americana ha pubblicato l'elenco di ventuno persone che avrebbero preso parte, direttamente o indirettamente, all'operazione per eliminare il giornalista.

La lista dei 76
Washington ha imposto sanzioni e blocco dei visti per 76 cittadini sauditi che risultano coinvolti, in modo diretto e indiretto, nell'omicidio di Khashoggi e nelle minacce di dissidenti all'estero, ma i provvedimenti non riguarderanno il principe Mohammed bin Salman. 

Arabia Saudita respinge accuse
Il governo dell'Arabia Saudita ha respinto "categoricamente" il rapporto pubblicato dai servizi segreti americani, che sottolinea che il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha approvato l'operazione per uccidere il giornalista Jamal Khashoggi nel 2018, lo afferma il ministero degli Esteri saudita. "Il governo del regno respinge categoricamente ciò che si afferma nel rapporto (...) sul crimine dell'assassinio del cittadino Jamal Khashoggi, che Dio abbia pietà di lui", ha detto un comunicato del dipartimento degli Esteri saudita rilasciato dall'agenzia di stampa di Stato.

La verità in un documentario
In concomitanza con la decisione dell'amministrazione Usa di alzare il velo sull'assassinio del giornalista, esce in in esclusiva su MioCinema il film 'The Dissident' di Bryan Fogel, il documentario che ripercorre gli eventi che due anni fa hanno portato al brutale omicidio del giornalista del Washington Post, in particolar modo analizzando il diretto coinvolgimento del principe saudita Mohammed bin Salman.

Finanziato dalla Human Rights Foundation, 'The Dissident' presenta un'indagine dettagliata sulle colpe del regime saudita e che porta sul grande schermo la vicenda umana, oltre che politica, di Khashoggi.  Un tema delicato a causa dei molti interessi economici e politici in gioco.  Il documentario non è stato trasmesso da nessuna delle principali piattaforme streaming