Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/arcelormittal-no-accordo-parti-su-rinvio-depositata-memoria-778a568d-6602-4841-9d5a-fac64792f93f.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Milano

Arcelor Mittal: no accordo parti su rinvio, depositata memoria. Taranto, ricorso su spegnimento Afo2

I legali dell'ex Ilva hanno depositato alla cancelleria del tribunale del Riesame di Taranto il ricorso contro la decisione del giudice Francesco Maccagnano di respingere l'istanza di proroga della facoltà d'uso dell'Altoforno 2 dello stabilimento Arcelor Mittal di Taranto. La multinazionale: "Ricorso demagogico, danni occupazione e sviluppo causati da ex Ilva e da mutato contesto legislativo""

Condividi
Nessun accordo, almeno allo stato, tra Arcelor Mittal e i commissari di ex Ilva per chiedere di rinviare l'udienza del 20 dicembre davanti al Tribunale di Milano in cui è prevista la discussione sul ricorso cautelare d'urgenza presentato dall'ex Ilva per scongiurare la fuga della multinazionale dal polo siderurgico.

Dopo una lunga giornata di studio, i legali di ArcelorMittal hanno depositato la memoria per contrastare il ricorso cautelare presentato dai commissari dell'ex Ilva. Questo, di fatto, sancisce, almeno in questa fase, il fallimento delle trattative. Dunque la causa prosegue il suo 'cammino' naturale verso il 20 dicembre.

Spegnimento Afo2, Ilva in A.s. deposita ricorso
I legali dell'Ilva in As hanno depositato alla cancelleria del tribunale del Riesame di Taranto il ricorso contro la decisione del giudice Francesco Maccagnano di respingere l'istanza di proroga della facoltà d'uso dell'Altoforno 2 dello stabilimento Arcelor Mittal di Taranto. Ora si aspetta la data dell'udienza che probabilmente sarà fissata per il 30 dicembre, secondo il calendario delle discussioni dei ricorsi già fissato dal Tribunale.

La data successiva per la possibile fissazione del'udienza è quella del 7 gennaio, ma troppo ravvicinata all'ultima fase delle operazioni dello spegnimento dell'impianto, già avviate su disposizione del giudice Maccagnano.

Arcelor Mittal: ricorso ex Ilva demagogico
Il ricorso, intriso di considerazioni politiche e demagogiche, tenta chiaramente di cavalcare l'onda della pressione mediatica e istituzionale che è montata negli ultimi mesi, alimentata anche da inappropriate dichiarazioni governative ('la battaglia giudiziaria del secolo')" per portare il caso sulla scrivania del giudice, e "tentare di spazzare via ciò che conta davvero: i fatti, i documenti e le norme": così è scritto nella memoria presentata dai legali di Arcelor Mittal nella causa civile relativa all'ex Ilva.

"La roboante litania avversaria sulle  catastrofiche conseguenze dello scioglimento del contratto ha uno  scopo tanto ingannatorio quanto beffardo e vano: tentare di  impressionare il giudicante e consentire a chi ha davvero causato il  presunto disastro di attribuirne paradossalmente la responsabilità a  una società (ArcelorMittal) che ha soltanto svolto la propria attività imprenditoriale in conformità al contratto, fino a quando ha potuto,  superando anche grandissime difficoltà del tutto ingiustificate e  inattese causate dal governo e dalle controparti". Si legge ancora in uno dei passaggi della memoria di 57 pagine depositata dai legali di Arcelor Mittal al giudice civile di Milano.

Secondo quanto scritto dalla multinazionale "non è affatto vero che Arcelor Mittal stia cercando un alibi per  eludere i propri impegni contrattuali dopo averne compiuto  una diversa valutazione per ragioni di convenienza economica.  Arcelor Mittal non ha bisogno di alibi per chiedere la  rescissione del contratto sull'Ilva di Taranto". In particolare vengono indicatitre 'fatti' che giustificano la richiesta di rescindere il contratto: la protezione legale, lo spegnimento  dell'altoforno 2 e il fatto che la stessa magistratura  avrebbe imputato alla gestione degli anni precedenti gli inadempimenti relativi proprio alla messa in sicurezza  dell'altoforno 2.

"Danni occupazione e sviluppo causati da ex Ilva e da mutato contesto legislativo"
Le conseguenze paventate "sul'futuro dell'industria siderurgica italiana', sui livelli di occupazione, sulle 'prospettive di sviluppo economico e sociali di importanti aree del Paese' e sulle 'problematiche ambientali e di sicurezza'" derivano "dal mutato contesto legislativo e da 'anni di inadempimento colpevole' " degli stessi commissari dell'ex Ilva e non "dal recesso" dal contratto di Arcelor Mittal. Lo scrive lo stesso gruppo franco indiano nella memoria depositata.

Il sequestro dell'Altoforno
L'Afo2 fu sequestrato dopo l'incidente del giugno 2015 che costò la vita all'operaio Alessandro Morricella. A distanza di quattro anni e mezzo, non è ancora stata rispettata la prescrizione più importante, quella dell'automazione del campo di colata. In mancanza di accoglimento del ricorso da parte del riesame, secondo il cronoprogramma predisposto dal custode giudiziario dell'area a caldo Barbara Valenzano, "le modifiche impiantistiche che saranno implementate dall'8 gennaio 2020 in poi non consentiranno la successiva ripresa del normale esercizio dell'Afo2". Il 18 gennaio 2020, invece, quando sarà completata la fase di abbassamento carica dell'altoforno, inizierebbe il "colaggio della salamandra", consistente nella foratura del crogiolo e nel colaggio degli ultimi fusi, intervento che durerebbe un paio di giorni. A quel punto l'impianto non potrebbe essere più utilizzato se non dopo procedure che durerebbero almeno 6-7 mesi. Per ragioni di sicurezza e per garantire un regime termico adeguato, l'altoforno dovrà mantenere un livello minimo produttivo di 4.800 tonnellate al giorno fino all'ultima fase dello spegnimento.

Cassa Depositi e Prestiti non coinvolta in operazioni su Taranto
Cdp "non risulta coinvolta nelle operazioni e nelle discussioni in corso" per il salvataggio dell'ex Ilva di Taranto. Lo riferiscono fonti a conoscenza del dossier "rispetto a quanto riferiscono oggi alcuni organi di stampa riguardo all'operazione di sistema pubblico-privato che vedrebbe interessate Cdp, banche e Arcelor Mittal nel salvataggio dello stabilimento" pugliese.