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ITALIA

Indagine della Procura di Termini Imerese

Sicilia, arrestati per corruzione sindaco, il suo vice e un assessore a Casteldaccia

I tre sono finiti agli arresti domiciliari nell'ambito di una indagine della Procura di Termini Imerese che indaga su un presunto giro di tangenti al comune palermitano legato alla raccolta dei rifiuti. Stesso provvedimento per altri due funzionari del comune 

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Comune di Casteldaccia
I carabinieri hanno arrestato il sindaco dl Comune di Casteldaccia, in provincia di Palermo, il suo vice, un assessore e due funzionari comunali. L'accusa è di corruzione, falso materiale e ideologico e abuso di ufficio. Dalle indagini è emerso che gli amministratori avrebbero chiesto agli imprenditori soldi e assunzioni di parenti e amici.

Agli arresti domiciliari  il sindaco di Casteldaccia (Palermo), Giovanni Di Giacinto, il suo vice, Giuseppe Montesanto, e l'assessore Maria Tomasello, indagati dalla Procura di Termini Imerese su un presunto giro di tangenti al comune palermitano.

Ai domiciliari anche Rosalba Buglino, funzionaria del comune di Casteldaccia. Di Giacinto avrebbe esercitato il proprio potere siglando un partenariato con una cooperativa "dietro la promessa - sostengono gli inquirenti - di vedere selezionati per l'impiego come volontari del servizio civile alcuni nomi" segnalati da lui e dagli altri due componenti della giunta".

Tra le accuse rivolte a Di Giacinto, ex parlamentare regionale, anche quella di avere favorito una società incaricata del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti in cambio dell'assunzione di alcuni lavoratori. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri di Bagheria su disposizione del gip.

L'inchiesta è coordinata dal procuratore di Termini Imerese,  Ambrogio Cartosio. Secondo gli inquirenti, che hanno chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari anche per il geometra Salvatore Merlino, i due assessori "si sarebbero spesi per convincere Di Giacinto a sottoscrivere l'accordo di partenariato in tempi brevi, tali da garantire alla cooperativa "la possibilità di allegare la sottoscrizione del partenariato a una domanda finalizzata all'ottenimento di contributi pubblici da parte dell'assessorato alla Famiglia della Regione Siciliana".

I due, inoltre, avrebbero "collaborato" nella predisposizione dei documenti necessari per l'accordo "anche tramite contatti presso l'assessorato". Alla funzionaria Buglino e al geometra Merlino, invece, vengono contestati due presunti episodi di corruzione, accompagnati da numerosi falsi materiali e ideologici in atto pubblico, legati al rilascio di provvedimenti in materia di edilizia:

Buglino, con l'aiuto di Merlino, avrebbe curato due pratiche per il rilascio di provvedimenti in sanatoria, nonostante non avesse più competenza in materia edilizia, "dietro la corresponsione - sostengono i magistrati - di utilità da parte dei privati, predisponendo documentazione falsa finalizzata ad assicurare l'esito positivo del procedimento".

Fava (commissione Antimafia): conferma rischi raccolta rifiuti
"Gli arresti di oggi nel comune diCasteldaccia confermano i rischi e la pericolosità degli affidamenti diretti nel servizio di raccolta dei rifiuti. Per questo, come Commissione antimafia e anticorruzione, abbiamo avviato nelle scorse settimane un censimento della situazione Comune per Comune, con uno specifico focus sugli affidamenti diretti e in proroga in questo delicato settore".

Così Claudio Fava, presidente della Commissione regionale antimafia, che aggiunge: "E' nostra convinzione, e le notizie che arrivano da Casteldaccia sono una conferma, che dentro la giungla degli affidamenti diretti e senza gara di appalto del servizio di raccolta dei rifiuti si annidino malaffare e corruzione, oltre a costituire uno dei principali elementi di un ingiustificato aumento del costo del servizio  di raccolta".