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ITALIA

Operazione dei carabinieri del Noe

Gestione rifiuti nel Lazio, 7 arresti. C'è anche Cerroni, il patron della discarica di Malagrotta

Tra gli arrestati anche l'ex presidente della regione Lazio, Bruno Landi. L'operazione dei carabinieri del Noe ha portato al fermo di sette persone con le accuse di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. Sequestrati beni per 18 milioni di euro. Tra gli indagati anche l'ex governatore Piero Marrazzo

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Manlio Cerroni
Roma
Sette persone sono state arrestate questa mattina dai carabinieri del Noe di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione dei rifiuti del Lazio. Tra queste, il proprietario dell'area della discarica di Malagrotta, Manlio Cerroni, e l'ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. Tra gli indagati anche Piero Marrazzo.

L’ordinanza che mette agli arresti domiciliari l'avvocato Cerroni, che da anni controlla la discarica di Malagrotta, l'ex presidente della Regione Lazio, Bruno Landi, e altre cinque persone è stata firmata dal gip su richiesta della procura di Roma che ipotizza il reato di truffa. Gli altri arrestati sono Luca Fegatelli, fino al 2010 a capo della direzione regionale energia, il manager Francesco Rando, l'imprenditore Piero Giovi, inoltre Raniero De Filippis e Pino Sicignano.

Sono in tutto 21, tra arrestati e indagati, i soggetti coinvolti nell'inchiesta della procura di Roma sul traffico di rifiuti. Tra questi anche l'ex governatore della regione Lazio, Piero Marrazzo, citato in un capo di imputazione per abuso d'ufficio e falso, assieme a Manlio Cerroni, dominus del consorzio Coema, al legale dello stesso Avilio Presutti, e al responsabile dell'Area Rifiuti della Regione, Luca Fegatelli. Sotto accusa l'emanazione di un'ordinanza del 22 ottobre 2008 con cui si ordinava alla Coema di avviare le attività per la realizzazione dell'impianto di termovalorizzazione di Albano Laziale, ordinanza illegittima in quanto il Commissario Straordinario aveva cessato i suoi poteri il 30 giugno di quell'anno e il presidente della Regione, che emano' formalmente quell'ordinanza, era pertanto divenuto incompetente. 

Contestualmente all'arresto delle persone coinvolte nell'inchiesta sulla gestione dei rifiuti nel Lazio, sono stati sequestrati beni mobili ed immobili per 18 milioni di euro. Ad eseguire il sequestro gli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma. Il sequestro dei beni è indicato nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Massimo Battistini su richiesta del pm Alberto Galanti. Sequestro che ha avuto come oggetto le società Giovi e Pontina Ambiente, entrambe riferibili al patron di Malagrotta, Manlio Cerroni.
 
Le indagini sono state condotte dai militari del Noe (Nucleo operativo ecologico) diretti dal colonnello Sergio De Caprio, anche noto come “Ultimo” (che nel 1993 catturò Totò Riina), e coordinati dal capitano Pietro Rajola Pescarini.
 
Il gip
Si tratta di "fatti di inaudita gravità anche per le dirette implicazioni sulla politica di gestione dei rifiuti e per le ricadute negative sulla collettività" legati all'esistenza, dal 2008, di una stabile struttura organizzativa "informale" sovrapposta a quella formale delle società relative al gruppo imprenditoriale guidato da Manlio Cerroni (chiamato con l'appellativo di "Supremo") con "un indeterminato programma criminoso e un assetto variabile secondo le attività svolte, le vicende della vita o i cambiamenti all'interno dell'apparato politico-amministrativo". Lo ha sottolineato il gip Massimo Battistini nel provvedimento con cui ha disposto gli arresti domiciliari per il patron dell'area di Malagrotta e per altre sei persone per i reati di associazione per delinquere, traffico di rifiuti, frode in pubbliche forniture, truffa e falso ideologico. L’inchiesta sarebbe partita

Le reazioni
"Vorrei prima di tutto ringraziare le forze dell'ordine che hanno realizzato gli arresti. Le accuse sono gravissime e convergenti con i timori che da mesi proviamo a portare nell'aula di via della Pisana". E' il MoVimento5Stelle la prima forza politica a commentare gli arresti e lo fa per bocca del consigliere regionale M5S Devid Porrello, che ha parlato a nome dell'intero gruppo. "Nelle nostre interrogazioni sul sistema dei rifiuti laziali avevamo già indicato le responsabilità di Fegatelli e De Filippis, confermati da Zingaretti ai vertici dell'amministrazione regionale - si legge nel comunicato -. Zingaretti ora deve fare una profonda riflessione sulla strada da seguire per istituire un ciclo virtuoso dei rifiuti, tenendo ben presente la sua abilità nel circondarsi di personaggi come quelli arrestati oggi. Spero che da oggi si smetta di parlare di Monti dell'Ortaccio e di considerare la COLARI (il cui patron Manlio Cerroni é stato arrestato, ndr) come un interlocutore privilegiato, è il momento di portare la legalità anche nella gestione dei rifiuti e di aiutare le forze dell'ordine e gli inquirenti a fare luce e giustizia sulle centinaia di casi di ecomafia presenti sul territorio regionale".

"Se la magistratura riscontra delle questioni fa giustamente il proprio corso ancora di più nel settore delicatissimo dei rifiuti e se ci sono delle irregolarità deve andare avanti. Noi con la discarica di Malagrotta e tanti interventi fatti in questi mesi ci stiamo rendendo autonomi nella gestione dei rifiuti per evitare qualunque dipendenza da soggetti privati". Così, interpellata a margine della commissione Ambiente l'assessore all'ambiente e rifiuti di Roma Capitale, Estella Marino, ha commentato gli arresti di oggi.