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MONDO

Porte aperte dopo il terrore

Attentato di Londra, #SofaForLondon: scatta la solidarietà verso gli sconosciuti

Cosa fare di concreto per aiutare chi si trova sul luogo di un attentato: tante soluzione arrivano dai social network

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Era già successo a Parigi e in Belgio, per fare solo due esempi. Appena si diffonde la notizia di un attentato i cittadini che vogliono aiutare chi si è trovato coinvolto aprono le porte di casa. #IkWillHelpen (voglio dare una mano), #PorteOuverte e #OpenHouse (porte aperte) erano alcuni degli hashtag utilizzati per offrire un tetto a chi non riusciva a tornare a casa, aveva perso il cellulare o le chiavi, era spaventato e magari preferiva parlare un po' prima di dormire. 

Londra non ha fatto eccezione: prima i ristoranti e i bar intorno al London Bridge e al Borough Market hanno offerto rifugio e ospitalità a chi si trovava in zona (e hanno messo a disposizione telefoni e rete per contattare familiari e amici). Subito dopo in moltissimi hanno offerto un posto letto per la notte, alcuni anche un té caldo e un pasto improvvisato: persone fisiche ma anche molte chiese e comunità, come qulla Sikh, che ha pubblicato una mappa dei punti in cui trovare rifugio e ristoro.