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PEOPLE

Titolo in Lettere conferito dalla American University of Rome

Dr Aurelio De Laurentiis, laurea ad honorem all'università americana per Mr Filmauro

Dal cinepanettone alle serie tv, il fondatore della Filmauro è pronto per nuove sfide. Carlo Verdone: "Perché no? Potrei cimentarmi anch'io con le serie sul piccolo schermo" 

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di Mario De Pizzo
Domani compirà 65 anni e l'American University di Roma - quasi come regalo di compleanno - oggi lo ha insignito della laurea ad honorem in Lettere. Per Aurelio De Laurentiis - produttore cinematografico e presidente del Napoli Calcio - si tratta di un riconoscimento ad oltre 40 anni di lavoro . "Stay hungry stay foolish" - "Siate affamati, siate folli" ha detto De Laurentiis agli studenti, citando Steve Jobs, fondatore di Apple ed inventore di oggetti rivoluzionari come l'iPhone e l'iPad. Per presenziare alla cerimonia sono intervenuti il ministro della Cultura Dario Franceschini - "Questa laurea è un premio a tutto il cinema italiano", ha detto - il presidente del Coni Giovanni Malagò e gli amici di una vita, Carlo Verdone e Christian De Sica. Il sodalizio con De Sica è alla base del mito dei "cinepanettoni".

Dai cinepanettoni alle serie americane
De Laurentis ha prodotto e distribuito oltre 400 film, tra i quali opere di Mario Monicelli, Carlo Verdone, Ettore Scola, Ridley Scott, David Cronenberg, Luc Besson, Paul Haggis, Joel e Ethan Coen, David Lynch, Roberto Benigni e molti altri. Il suo successo più longevo, però, è proprio la saga dei "film di Natale". Un format collaudato con Christian De Sica in versione vacanziera pronto a sbancare il botteghino, a suon di gag e battute che entrano subito nella memoria collettiva. Una su tutte: "A papà, a te t’ha fregato er benessere. Facevi er capomastro? Mo’ hai fatto i soldi. M’hai mandato in America, a New York! Noi semo de Frascati!” 

"Rapporto simbiotico con una vasta audience"
Nel 2010 De Laurentiis ha ricevuto il premio "Variety Profile in Excellence" dalla prestigiosa rivista americana Variety con questa motivazione: "E' sempre stato in grado di rimanere in contatto con i gusti del pubblico. E' veramente l'unico produttore italiano che ancora emana quella grandeur genuina data da un rapporto simbiotico con una vasta audience. Aurelio ha un innato radar per le pulsioni pop, ha senso degli affari e una reale disponibilità a rischiare".

E questa disponibilità a rischiare porta De Laurentiis nuovamente a Los Angeles, per produrre serie tv. Un format ad episodi di un'ora, ben curati che stanno cambiando il modo di fare e vedere la tv e che porta sul piccolo schermo la qualità che solo l'industria cinematografica riesce a dare all'audiovisivo.

"Ho guardato spesso ad altri mercati e pochi anni fa guardavo con molta attenzione alla Cina e a Shangai. Ora, però, sto sviluppando un importante progetto per la produzione di serie tv proprio negli Usa". Un progetto che - secondo De Laurentiis - "sta già cambiando anche la tv di casa nostra". E a questa sfida e pronto a sottoporsi anche Carlo Verdone: "E' un linguaggio interessante quello delle serie, se questa sarà la tendenza, ci proverò anch'io".

Il fenomeno del momento è senz'altro "House of cards", un romanzo sul potere, interpretato magistralmente da Kevin Spacey. Sulle reti Rai, va invece in onda, un'altra serie cult come Mad Men, che racconta la storia americana dagli anni '50 ai '70 attorno alle continue ascese e cadute del pubblicitario Don Draper.