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ITALIA

Iinoltrata ieri la richiesta di estradizione

L'avvocato libanese dell'ex senatore: "Revocare l'arresto a Dell'Utri"

L'avvocato libanese dell'ex senatore di Forza Italia domani chiederà alla procura di Beirut di rimettere in libertà il suo assistito e ha accusato l'Italia di "aver violato il trattato di estradizione". Ieri il ministero della Giustizia Orlando aveva inoltrato alle autorità del Libano la domanda di estradizione. Il 9 maggio si pronuncerà la Cassazione

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Beirut
L'avvocato Akram Azoury, il legale libanese di Marcello Dell'Utri, ha dichiarato che domani chiederà al procuratore generale di Beirut di rimettere in libertà l'ex senatore di Forza Italia, e ha accusato l'Italia di avere "violato il trattato di estradizione bilaterale" quando ha chiesto il suo arresto. Proprio ieri il ministero della Giustizia Orlando aveva inoltrato alle autorità del Libano la domanda di estradizione e i relativi atti tradotti. Manca poco meno di una settimana allo scadere del termine di un mese fissato dalla convenzione Italia-Libano e solo 3 giorni dall'udienza in Cassazione che dovrebbe dare una parola definitiva sulla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Dell'Utri. 

Attualmente la richiesta di estradizione è collegata al mandato d'arresto spiccato dai giudici palermitani, tramutatosi in un mandato internazionale nel momento in cui Dell'Utri ha deciso di raggiungere la capitale libanese, dove il 12 aprile è stato fermato dalla polizia locale in collaborazione con quella italiana. Quella misura, che i legali di Dell'Utri avevano impugnato, è stata confermata dal Riesame. Se venerdì prossimo, 9 maggio, la Cassazione - che il 15 aprile rinviò tutto per malattia dei legali dell'imputato - dovesse confermare la condanna a 7 anni di reclusione emessa dalla Corte d'appello di Palermo, la domanda di estradizione, legata alla misura cautelare, si tramuterà un'istanza per esecuzione pena. Questo appare, al momento, lo scenario più probabile. Ma la Cassazione potrebbe annullare la condanna rinviando gli atti in appello; o potrebbe annullare tout court (ma questa appare improbabile). Bisognerà poi vedere se venerdì 9, con inizio udienza alle 14, la Suprema Corte riuscirà davvero a decidere in giornata o dovrà aggiornare i lavori ad altra data.  

A meno di un annullamento della condanna, la partita - tutta aperta - si gioca ora su due fronti. Uno tecnico-giuridico che ruota attorno all'esistenza o meno in Libano del reato che pende su Dell'Utri. "In Italia - osserva l'avvocato Roberto Afeltra, che ha seguito molte estradizioni - c'è l'associazione mafiosa e si prevede un concorso esterno. In Libano esiste il reato di associazione di malfattori: nella sua specificità il concorso esterno non è previsto, ma in senso lato l'associazione di malfattori potrebbe ricomprenderlo". L'altro piano è quello politico, perché il trattato bilaterale esclude l'estradizione per reati politici. Una carta che molto probabilmente la difesa del fondatore di Forza Italia giocherà.