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Coronavirus

Rapporto sulla stabilità finanziaria dell'Italia

Bankitalia: famiglie e imprese, aumentano differenze di reddito

Secondo gli esperti di via Nazionale i rischi sono contenuti, ma ora servono misure selettive

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La crisi Covid ha colpito e sta colpendo alcune famiglie e imprese più di altre aumentando "le differenze" di redditi, ma anche se la ripresa tarderà o sarà inferiore del previsto, non dovrebbero arrivare rischi per la tenuta complessiva della stabilità del paese.

Nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria la Banca d'Italia, pur riconoscendo la grande difformità fra le diverse situazioni (con alcuni settori e lavoratori che hanno sopportato l'onere maggiore), considera gli aggregati e sottolinea come le famiglie vulnerabili con debiti saliranno una volta esaurite le moratorie e le altre misure di sostegno (al 2% del totale ovvero circa 500mila), ma a una quota contenuta rispetto all'ultima crisi dei debiti sovrani.

Ilrapporto sostiene anche che se i tassi bassi di interesse della Bce proseguiranno nella loro opera di sostegno, molto dipenderà dalla ripresa e questa dall'andamento della pandemia e dalla campagna vaccinale.

Oltre alla politica di Francoforte hanno fatto la differenza le misure pubbliche come la moratoria, la cassa cig, per citare solo le principali, che hanno contribuito ad attenuare problemi per le famiglie, le imprese e le stesse banche. Ora, per non disperdere le risorse, occorrerà che gli interventi proseguano, ma siano "più selettivi, così da evitare rischi di un'inefficiente allocazione".   

C'è poi il capitolo istituti di credito. La Banca d'Italia torna a esortare le banche, specie quelle di minori dimensioni, a non aspettare la fine della moratoria sui crediti (che sta ritardando l'emersione delle perdite) per fare chiarezza e a utilizzare "notevole prudenza", vista "la situazione di incertezza", sostenendo le aziende con "prospettive di ripresa", ma accantonando di più nei bilanci.

Via Nazionale sottolinea che per questo genere di istituti di credito (fra i quali vi sono anche delle realtà robustissime) "l'incidenza delle posizioni per cui è stato rilevato un incremento significativo del rischio di credito è inferiore alla media di sistema, nonostante la quota di moratorie ancora in essere sul totale dei prestiti sia maggiore".   

Nel prossimo biennio le perdite da crediti per il complesso del comparto è pari a 9 miliardi stimano gli esperti di Via Nazionale che tranquillizzano almeno sulle conseguenze per l'erario dalle garanzie date dal Mef sulla cessione dei crediti (Gacs). Lo Stato ha ridotto l'esposizione da 17,7 a 10,4 miliardi e fino a ora non ha avuto perdite.