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ECONOMIA

Lo scenario

Bce, Draghi: su inflazione ancora non ci siamo, dobbiamo essere pazienti

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Stop agli equivoci, alle interpretazioni sbagliate del discorso di Sintra a fine giugno sulla (pretesa) fine prematura del denaro a basso costo nella zona euro. Occorrono perseveranza, pazienza e prudenza. Traduzione: nessun annuncio di un cambiamento della 'forward guidance', la direzione di marcia della politica monetaria nel prossimo futuro. Questa è una discussione che si farà solo in autunno. Cioè tra il 21 settembre e il 20 dicembre. Ecco il messaggio principale del presidente della Bce Mario Draghi al termine dell'ultima riunione dei governatori prima della pausa estiva". Mancano ancora "segnali convincenti" sul fronte dell'inflazione, "non ci siamo" anche se la ripresa si espande, guadagna forza. La Bce, dice Draghi, resta pronta ad agire se lo scenario dovesse peggiorare anche estendendo oltre fine anno gli acquisti di asset sia nella dimensione che nella durata.

"Non abbiamo ancora discusso di quello che faremo a settembre e dopo, e' una discussione che faremo in autunno". E' stata questa la frase chiave di Mario Draghi per chiarire come si muovera' la Bce nei prossimi mesi. Il presidente della banca centrale non ha fornito particolari, limitandosi a indicare come manchino ancora elementi essenziali per aprire una discussione sulla modifica dell'impostazione della politica monetaria nei tempi medio-lunghi. E tanto per non ingenerare nuove aspettative sul calendario, ha invitato a non soffermarsi sul mese di settembre: se i governatori avessero voluto dare un'indicazione precisa l'avrebbero fatto, invece hanno deciso volutamente di restare sul vago e indicare solo la 'finestra' dei tre mesi. Per una discussione, non per una decisione (questo va tenuto sempre presente).

Il quadro dell'analisi della situazione economica e monetaria della zona euro e' lo stesso degli ultimi tempi, forse con una leggera accentuazione sul giudizio positivo della ripresa, che "ha guadagnato impulso". Giudizio pero' bilanciato dai rischi di peggioramento derivanti da fattori globali. Morale: i rischi complessivi alle prospettive di crescita sono "sostanzialmente equilibrati". Chi si aspettava leggeri cambiamenti alla 'dichiarazione' di 'policy' centrale e' stato smentito: Draghi ha ripetuto per filo e per segno quanto indicato da mesi e cioe' che i tassi di interesse resteranno ai livelli attuali (a zero il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale, a -0,40% i tassi sui depositi overnight presso lo sportello Bce, a 0,00% i tassi sulle operazioni di rifinanziamento e principali e a 0,25% sulle operazioni di rifinanziamento marginale) "per un esteso periodo di tempo e ben oltre l'orizzonte dei nostri acquisti di asset".

Quanto al 'quantitative easing', se necessario gli acquisti al ritmo di 60 miliardi al mese potrebbero anche estendersi nel tempo e/o aumentare di intensita'. "L'inflazione non e' al livello al quale noi vogliamo si trovi o la' dove dovrebbe essere", ha detto Draghi. Siamo ancora al "dente di sega": rialzi e ribassi costanti. A giugno all'1,3%, a maggio all'1,4%, ad aprile all'1,9%, a marzo all'1,5%, a febbraio al 2%, a gennaio all'1,8%. E nei prossimi mesi? Resteranno ai livelli attuali, secondo la Bce, anche se la ripresa si allarga, diventa "piu' solida", se aumenta l'occupazione. Le pressioni dei prezzi interni sono troppo deboli, i salari non si riprendono. Dunque, lo scenario e' di massima incertezza. Per questo la Bce non puo' permettersi di sbagliare anticipando la ritirata dell'espansione monetaria forzata. "L'ultima cosa che vogliamo e' un irrigidimento non appropriato delle condizioni monetarie", ha detto Mario Draghi.

Il presidente Bce ha tenuto a sottolineare che il consiglio dei governatori appoggia all'unanimita' la scelta di non indicare una data per la discussione sul cambiamento di politica monetaria. I dissensi interni (guidati dalla Bundesbank) appaiono sopiti. Pero' in Germania le critiche non scemano: qualche giorno fa il segretario del consiglio economico della Cdu Wolfgang Steiger ha dichiarato che "la Bce dovrebbe prendere adesso misure per arginare gradualmente l'inondazione di denaro, un primo passo necessario sarebbe l'annuncio su una riduzione del programma di acquisto di titoli'.