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MONDO

Elezioni presidenziali

Vertice Ue, Michel: non riconosciamo i risultati delle elezioni in Bielorussia

Vertice straordinario dei 27 Ue sulle violenze nel dopo elezioni. La risposta di Lukashenko: gli stati occidentali finanziano la protesta, pensino invece ai loro problemi. La leader rivale in esilio: non riconoscere voto. Lavrov: elezioni non sono state ideali, ma no a interferenze. Merkel: trovino strada da soli

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Charles Michel - presidente del Consiglio Europeo

Oggi il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha convocato in videoconferenza straordinaria i membri del Consiglio europeo per discutere della situazione in Bielorussia dopo il contestato voto. Le elezioni presidenziali dello scorso 9 agosto hanno assegnato il sesto mandato ad Alexander Lukashenko, ma ci sono forti opposizioni sulla legittimità del voto e centinaia di manifestanti sono scesi in strada per protestare, 3 di loro sono morti, l'ultimo poche ore fa in ospedale a causa di ferite d'arma da fuoco. 

Ad annunciare l'inizio del vertice a 27 cominciato intorno alle 12 il portavoce di Michel su Twitter. "I cittadini della Bielorussia hanno il diritto di decidere del proprio futuro e di eleggere liberamente il proprio leader. La violenza contro i manifestanti è inaccettabile e non può essere tollerata", ha detto Michel.

In apertura di vertice è stato proiettato un video in cui il Presidente del Parlamento europeo David Sassoli suggerisce nuove elezioni "il futuro della Bielorussia può essere deciso solo dai suoi cittadini", eventuali interventi esterni "non sarebbero tollerabili". L'Ue ha il dovere  di "sostenere la richiesta dei cittadini di poter svolgere al più presto nuove elezioni e garantire che gli atti di violenza e tortura siano accertati e puniti" anche attraverso l'adozione di sanzioni.

L'Ue, infatti, ritiene che le elezioni presidenziali dello scorso 9 agosto non siano state libere né regolari. Da relazioni credibili di osservatori nazionali emerge che il processo elettorale non è risultato conforme alle norme internazionali che uno Stato membro dell'Osce dovrebbe rispettare. A seguito delle proteste, le autorità statali hanno fatto ricorso in modo "sproporzionato e inaccettabile alla violenza, risultata in almeno due decessi e numerosi feriti. Migliaia di persone sono state arrestate ed è stata inasprita la repressione delle libertà di riunione, dei media e di espressione", si legge nella pagina di presentazione del Consiglio europeo di oggi. Il 14 agosto 2020 i ministri degli Affari esteri dell'Ue hanno ribadito di non accettare i risultati delle elezioni così come presentati dalla commissione elettorale centrale della Bielorussia e hanno convenuto sulla necessità di sanzionare i responsabili della violenza, della repressione e della falsificazione dei risultati elettorali.

I ministri hanno esortato le autorità bielorusse a porre fine alla violenza sproporzionata e inaccettabile perpetrata nei confronti dei manifestanti pacifici e a rilasciare le persone arrestate. L'Ue ha invitato i leader politici bielorussi a partecipare "a un dialogo genuino e inclusivo" con la società nel suo complesso al fine di evitare ulteriori violenze, sostenendo la popolazione bielorussa nel suo desiderio di un cambiamento democratico.

La posizione degli altri paesi
Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto colloqui telefonici con la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Il messaggio è stato chiaro: Mosca non vuole né pressioni né interferenze da parte delle potenze straniere sulle questioni interne di Minsk. Lo scorso 15 agosto, durante una conversazione telefonica con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, Putin ha promesso di "assistere", se necessario, la Bielorussia "secondo il comune patto militare se necessario".

L'Unione Europea "vuole sostenere la società civile", "ma per noi è chiaro che la Bielorussia deve trovare da sola la sua strada" e non devono esserci interventi "dall'esterno", ha detto Angela Merkel, dopo il consiglio europeo, in conferenza stampa a Berlino. 

Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavov in un'intervista ha invitato l'Occidente a "ricordare l'esito dell'interferenza occidentale in Ucraina nel 2014"."Le elezioni sono state ideali, ci sono molte prove di questo, ed è riconosciuto anche dall'amministrazione bielorussa, ma non possono essere usate per minare il dialogo tra le autorità e la società", ha ammonito Lavrov.

Per quanto riguarda il trattato di sicurezza collettiva e il trattato sullo stato dell'unione di Russia e
Bielorussia che "contengono una serie di obblighi delle parti, che prevedono l'assistenza reciproca" la leadership bielorussa ha ammesso l'assenza di tale necessità" e che quindi non ci sarebbe bisogno di un "sostegno russo", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sottolineando che la situazione va tenuta all'interno "dell'alveo legale" e va costruito "il dialogo". "i mezzi militari russi si trovano nel territorio della federazione russa".   

La vicina Cina prende le difese del leader Bielorusso. Pechino non vuole che il paese "precipiti nel caos" e condanna "forze esterne" accusate di creare "divisioni e instabilità". E' quanto ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, in dichiarazioni riportate dal Global Times nel giorno del vertice straordinario europeo dedicato alla Bielorussia. Il presidente Xi Jinping è stato tra i primi leader a congratularsi con lui dopo il voto del 9 agosto.

Lukashenko 'mostra i muscoli'
Il neo eletto presidente Aleksandr Lukashenko, ha ordinato al Kgb (Comitato per la sicurezza dello Stato), di identificare gli organizzatori delle proteste di piazza e di "identificare e sopprimere le azioni degli organizzatori delle manifestazioni e di "smascherare i canali di finanziamento" utilizzati per sostenere i "disordini in Bielorussia.

Prima del vertice Lukashenko ha puntato il dito contro i leader occidentali, accusandoli di finanziare le proteste anti-governative e ha promesso di sciogliere il consiglio di coordinamento dell'opposizione, istituito dalla sua rivale Svetlana Tikhanovskaya. "Gli Stati occidentali stanno dichiarando apertamente, senza nascondersi, di raccogliere fondi e di inviarli in Bielorussia", "naturalmente non possiamo rintracciare tutti i finanziamenti che vengono inviati qui perche' molti sono in contanti, ma noi lo sappiamo e ci concentreremo su questo problema", ha detto il presidente. Ha, inoltre, esortato i leader dell'Ue a non discutere la situazione in Bielorussia, ma a prestare attenzione "ai problemi nei propri Paesi, come i gilet gialli in Francia o le proteste contro il lockdown in Germania".

L'appello della leader dell'opposizione in esilio

"Vi chiedo di non riconoscere queste elezioni fraudolente". E' quanto afferma, questa volta in inglese, Svetlana Tikhanovskaya in un nuovo video diffuso su YouTube di cui dà notizia stamani l'agenzia russa Tass nel giorno del vertice europeo straordinario dedicato alla Bielorussia. La Tikhanovskaya è fuggita dal suo Paese, per rifugiarsi in Lituania, dopo aver sfidato Alexander Lukashenko alle contestate elezioni presidenziali del 9 agosto.

"Le elezioni del 9 agosto non sono state giuste né trasparenti - dice la Tikhanovskaya - I risultati sono stati truccati". "Le persone che sono scese in strada nelle città della Bielorussia per difendere il proprio voto sono state brutalmente picchiate, sbattute in prigione e torturate dal regime", denuncia ancora nel video, parlando di quello che accade "ora nel cuore dell'Europa".