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MONDO

Dal 16 missione umanitaria italiana

Iraq, bomba a Baghdad. I marines sul Sinjar. Obama: "La situazione sul monte è migliorata"

Il presidente degli Stati Uniti: "Spezzato l'assedio" agli yazidi. "Non ci saranno ulteriori operazioni sul terreno, ma aiuti umanitari". Militari Usa in aiuto dei profughi yazidi sulle montagne nel nord del Paese. Anche il Regno Unito dispiega le forze speciali. Il ministro Mogherini: "Ora azione comune e coordinata" su Iraq e Ucraina. Anche l'Italia invierà aiuti

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Baghdad
Gli Stati Uniti continueranno l'assistenza umanitaria ma non ci saranno ulteriori interventi sul terreno iracheno. Lo assicura il presidente degli Stati Uniti Barack Obama: "La situazione sul Sinjar è migliorata", ha detto Obama da Martha's Vineyard, "continueremo con gli aiuti" ma "non ci saranno missioni per l'evacuazione" degli yazidi. Continueranno invece i raid "per proteggere civili e personale americano". 

Intanto oggi è espolsa un'altra autobomba a Baghdad, dopo quella di ieri che aveva provocato 16 morti. Sono almeno cinque le vittime dell'ennesimo attentato in Iraq, dove da poche ore, nel nord del Paese, sono sbarcati i marines statunitensi in soccorso dei profughi yazidi. Mentre il premier Nuri al-Maliki è sempre più isolato: dopo la sua rimozione, il suo partito e i suoi sostenitori hanno indicato un successore, Haider al-Abadi ritenuto in grado di fermare l'avanzata dei jihadisti dell'Is (Isis).

I marines in aiuto degli Yazidi
Nella notte di venerdì un centinaio di marines è sbarcato sulle montagne del Sinjar: il Pentagono ha riferito che "una missione di evacuazione è assai meno probabile", ma comunque gli Stati Uniti proseguono nell'assistenza umanitaria. 




Sempre il Pentagono rende noto che l'assedio dei jiahdisti sul Sinjar è terminato: dalle prime informazioni, la situazione è "molto più gestibile", hanno detto fonti al New York Times. Anche il segretario alla Difesa statunitense Chuck Hagel ha riferito che gli yazidi rifugiati sulla montagna sono meno di quanto si pensasse e che sono in relative buone condizioni. Accanto alle forze statunitensi ci sono anche quelle britanniche: le forze Sas sono sul terreno, mentre nella notte gli inglesi hanno proseguito il lancio di aiuti umanitari. Da Berlino invece, il ministero della Difesa fa sapere che la Bundeswehr si unirà alle operazioni militari da venerdì. Quanto agli yazidi ancora intrappolati sulle montagne, secondo le Nazioni Unite, sono almeno mille. Altri quindicimila sono riusciti invece a raggiungere la Siria.

Il patriarca chiede l'aiuto dell'Occidente
Quella yazida non è l'unica minoranza a rischio, in pericolo ci sono anche i cristiani: il patriarca caldeo e presidente della Conferenza episcopale irachena chiede un intervento di Stati Uniti, Unione Europea e Lega araba per "ripulire la piana di Ninive da tutti i miliziani jihadisti" e fermare il "lento genocidio" in atto nel nord dell'Iraq. Louis Sako lo chiede in una lettera pubblicata dall'agenzia Asianews. Ed è sempre Sako che oggi ha ricevuto a Erbil l'inviato di Papa Francesco in Iraq, il cardinale Fernando Filoni, partito per "portare la sua vicinanza e la solidarietà concreta alle vittime delle violenze in Iraq".

Mogherini: "Ora azione coordinata e comune"
In vista del Consiglio Straordinario degli Affari Esteri di domani a Bruxelles, il ministro Federcia Mogherini chiede un'"azione comune e coordinata su Iraq e Ucraina". Il capo della diplomazia italiana lo scrive sull'account Twitter della Farnesina. 




Dal 16 missione umanitaria italiana
Anche l'Italia parteciperà agli aiuti ai civili in difficoltà nel nord dell'Iraq. I ministri degli Esteri, Federica Mogherini, e della Difesa, Roberta Pinotti, hanno dato il via libera a un ponte aereo, con 6 voli, per la
distribuzione attraverso l'Unicef di 36 tonnellate di acqua, 14 tonnellate di biscotti proteici, 200 tende da campo e 400 sacchi a pelo.