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ITALIA

Informativa sulle carceri al Senato

Coronavirus, Bonafede: 100mila mascherine per garantire polizia penitenziaria e detenuti

Tamponi ai detenuti trasferiti, mascherine per gli operatori le prime misure. Ma il Guardasigilli ribadisce: lo Stato non indietreggia di fronte all'illegallità. Faraone: (IV): Rimuovere responsabile Dap

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"Da oggi, d’intesa con la protezione civile, anche in conseguenza dell’estensione della cosiddetta “zona protetta” a tutto il territorio nazionale, verranno effettuati i tamponi ai detenuti trasferiti a vario titolo, che si sommano alle operazioni di triage". "Proprio ieri è arrivata la prima fornitura di circa 100.000 mascherine che sono in fase di distribuzione, prioritariamente agli operatori che accedono dall’esterno".

Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, durante l'informativa al Senato sulle rivolte nelle carceri. "Stiamo lavorando senza sosta nel quadro di una più ampia battaglia contro il coronavirus. La task force all'interno del Ministero sta preparando possibili interventi per garantire, da un lato, i poliziotti penitenziari e, dall'altro lato, i detenuti", ha aggiunto Bonafede, "ma bisogna mantenere la calma ed essere uniti con una consapevolezza. Questo è un momento difficile per il Paese, ma è nostro dovere chiarire, tutti insieme, che lo Stato italiano non indietreggia di un centimetro di fronte all'illegalità".

A Modena "gran parte" dell'istituto penitenziario "è diventata inagibile" dopo le proteste scoppiate" sottolinea il Guardasigilli in aula al Senato. 

Cronaca della rivolta di Foggia
La rivolta del carcere di Foggia è stata l'unica ricostruita nel dettaglio dal ministro, che ha ringraziato la polizia penitenziaria e tutto il personale dell'amministrazione penitenziaria per aver "affrontato, mettendo a rischio la propria incolumità, situazioni molto difficili". E' cominciata la mattina del 9 marzo con alcuni detenuti che, ha riferito il ministro, hanno "appiccato il fuoco a lenzuola e materassi e danneggiando suppellettili all'interno delle camere di pernottamento". Nel frattempo, "circa 200 detenuti, in quel momento presenti nei cortili di passeggio a colloquio con il comandante, in massa imboccavano il corridoio verso l'uscita dei reparti. Durante il percorso forzavano i cancelli tra le sezioni favorendo l'uscita di altri detenuti e, dopo un tentativo di raggiungere la direttrice nel frattempo sopravvenuta, tentativo fallito grazie all'intervento della polizia penitenziaria, proseguivano nella loro azione scardinando il cancello interno della porta carraia, riuscivano a vincere le resistenze della polizia penitenziaria e si portavano fuori dalle mura perimetrali dell'istituto in 72. Successivamente, grazie al lavoro congiunto della polizia penitenziaria e delle altre forze dell'ordine tempestivamente allertate, 56 di loro sono stati riportati in carcere".

Faraone: (IV): Rimuovere responsabile Dap
"Il responsabile del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha gravissime responsabilità", dice Davide Faraone, capogruppo al Senato di Italia Viva, parlando nell'aula di Palazzo Madama. "Quello che è accaduto nelle carceri era prevedibile. Se i detenuti fossero stati responsabilizzati sulle misure probabilmente tutto ciò non sarebbe accaduto. Lei ministro avrebbe dovuto anticipare quello che è capitato. Non si può far finta di niente: bisogna agire su chi è stato responsabile, quindi chiediamo che venga rimosso il capo del Dap".

Garante: situazione ancora grave, 14 detenuti morti
La "situazione è ancora grave, anche se oggi non si registrano particolari tensioni nuove rilevanti". Lo sottolinea il Garante nazionale dei diritti dei detenuti, affermando che "secondo i dati in nostro possesso, al di là delle proteste riconducibili a mere percussioni o rifiuto del vitto, 49 istituti sono stati coinvolti, in maniera diversa. In talune situazioni la protesta ha assunto la connotazione di una drammaticità che non si vedeva nel nostro Paese da decenni: risultano 14 morti tra le persone detenute e alcune tuttora in ospedale in condizioni precarie, 59 feriti, per fortuna nessuno grave, tra i poliziotti penitenziari". Secondo le informazioni date al Garante fino a questo momento, "tutte le morti sono riconducibili a ingestione di farmaci e/o metadone".