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ECONOMIA

La crisi di Kiev e gli effetti sui mercati

Le tensioni in Ucraina si allentano e le Borse riprendono fiato

Dopo il tonfo in apertura di settimana le piazze continentali chiudono in positivo. Mosca segna un +5,2%. E lo spread scende ancora a 182 punti. Tasso del Btp a 10 anni ai minimi dal 2005

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Borse europee
La tensione in Ucraina si allenta e le Borse europee mettono a segno il rimbalzo dopo il tracollo di lunedì. Milano è maglia rosa con un guadagno del 3,62%. Al momento "non c'è la necessità" di inviare truppe russe in Ucraina, anche se "la possibilità rimane", ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, aggiungendo che Mosca non vuole annettersi la Crimea. Dichiarazioni che hanno innescato il rally sui mercati del Vecchio Continente: dopo Milano, tornata sopra la soglia psicologica dei ventimila punti, la migliore è Madrid (+2,51%) quindi Francoforte (+2,46%), Parigi (+2,45%) e Londra (+1,72%). Recupera la Borsa di Mosca, con un guadagno di oltre il 5% dopo aver perso lunedì l'11%. Anche lo spread Btp-Bund respira, scendendo a 182 punti base dai 190 di lunedì, mentre il tasso sul decennale del Tesoro cala al 3,42%, segnando i minimi da fine 2005. 

Crisi ucraina sul tavolo della Bce
​Il differenziale della Spagna si attesta a 184 punti con il rendimento dei Bonos al 3,43%. Ripiegano invece le commodity dopo i rialzi di inizio settimana, l'oro perde oltre l'1% a 1.331 dollari l'oncia sul mercato di New York mentre il greggio cala a 103 dollari al barile da 104. Della crisi in Ucraina si parlerà molto probabilmente anche nella conferenza stampa che il presidente della Bce, Mario Draghi, terrà giovedì dopo la consueta riunione mensile del Board a Francoforte. L'Istituto centrale diffonderà le proprie stime su prezzi e crescita nell'Eurozona fino al 2016: con un tasso medio d'inflazione fermo allo 0,8% e in attesa di vedere come si evolve lo scontro Ucraina-Russia sulla Crimea, dovrebbe mantenere i tassi invariati al minimo storico dello 0,25%, secondo quanto prevedono gli analisti. Draghi però potrebbe annunciare nuove misure per sollecitare le banche ad aprire i rubinetti del credito e sostenere la "lenta e disomogenea" ripresa nell'Eurozona.

I prestiti alle famiglie e alle imprese ancora in picchiata
A gennaio i prestiti bancari a famiglie e imprese nell'Eurozona sono scesi del 2,2% dopo il -2,3% del mese precedente. Francoforte potrebbe quindi decidere di comprare titoli Abs (Asset Backed Securities) che permetterebbero alle banche, ad esempio, di cartolarizzare i mutui e venderli alla stessa Bce, scaricando di fatto su di essa i rischi e liberando liquidità da immettere nell'economia reale.