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MONDO

Il ritorno agli scambi

Coronavirus, sprofondano le borse cinesi

Non basta l'iniezione monstre di liquidità, le borse cinesi sprofondano per la crisi del coronavirus

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Era atteso ed è successo. Alla riapertura dei mercati, dopo la lunghissima pausa del capodanno lunare, le borse cinesi sono crollate: l'indice composite di Shanghai ha accusato nelle prime battute un tonfo dell'8,73%, bruciando ben 259,83 punti, scivolando a quota 2.716,70 e ai minimi da febbraio 2019, mentre Shenzhen ha perso il 9%, lasciando sul floor di borsa 158,02 punti, a quota 1.598,80.

L'incertezza sulla durata dell'epidemia del coronavirus e sull'impatto che questa avrà sull'economia cinese si è saldata sulla diffidenza verso le autorità politiche cinesi per come non hanno saputo gestire le fasi iniziali dell'epidemia. 

Non ha sortito gli effetti sperati l'annuncio, ieri, della banca centrale cinese di una maxi iniezione di liquidità sui mercati per 1.200 miliardi di yuan (154 miliardi di euro). Lo yuan si indebolisce sul dollaro e sfonda quota 7, a 7,0049 (+0,99%) sui mercati onshore, mentre su quelli offshore di attesta a 7,0054 (+0,07%). La banca centrale cinese ha fissato questa mattina la parità bilaterale a 6,9249, con un indebolimento del renminbi di 373 punti base.