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MONDO

Le carte: "Avrebbe offerto soldi ai bambini"

"Traffico di minori": la Farnesina sospende ambasciatore Bosio

Il diplomatico italiano Daniele Bosio è in carcere a Manila e sta preparando la sua memoria difensiva. Su di lui pesano accuse gravi contenute nelle carte trasmesse dalle auotorità filippine a quelle italiane

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Daniele Bosio
Manila
Avrebbe dato ai bambini che aveva adescato delle caramelle. Forse anche un po' di soldi. E' quanto emerge dalle carte trasmesse dalle autorità filippine a quelle italiane in merito alla vicenda dell'arresto del'ambasciatore Daniele Bosio. Lo riferisce il 'Corriere della Sera', in un'inchiesta pubblicata oggi. Il diplomatico, 46 anni, ieri pomeriggio è stato sospeso dalla Farnesina dal servizio perchè accusato dalle autorità delle Filippine di traffico di minori. Su di lui pesa il sospetto che abbia abusato dei tre ragazzini con cui è stato trovato due giorni fa.

Accusato da due testimoni
Bosio, che è ambasciatore in Turkmenistan, è stato trasferito nel carcere di Binyan, vicino Manila. E' accusato di traffico di minori da due testimoni. Si tratta di due donne, che gestiscono un ong perl'infanzia, che sostengono che il diplomatico italiano avrebbe molestato i piccoli costringendoli a subire le sue attenzioni sessuali. Nelle carte trasmesse dalle autorità locali all'Italia si racconta quanto sarebbe successo sabato scorso allo Splash Island Resort di Binyan, 40 km a sud di Manila, dove il diplomatico è stato visto in compagnia di 3 ragazzini tra i 9 e i 12 anni. In tutto sono 27 fogli scritti in inglese e in filippino. La ricostruzione di una vicenda che, se confermata, sarebbe agghiacciante. Dopo essere stato sorpreso con i bambini nella piscina del villaggio turistico, lui stesso avrebbe detto: "Sono bambini di strada che ho portato qui dopo averli incontrati a Manila e aver parlato con i loro genitori". Ma poco dopo sarebbe stato costretto ad ammettere che in realtà non aveva avvisato nessuno. 

Le testimonianze
La prima testimone chiave dell'inchiesta è Catherine Elizabeth Scerri, vicedirettore australiano della Bahay Tuluyan Foundation organizzazione che si occupa di tutela dell’infanzia. Nel fascicolo d'inchiesta dice che "Il 5 aprile, verso le 14 sono arrivata a Splash Island (il parco acquatico dove Bosio ha portato i 3 bambini, ndr) con il mio capo Lily Flordelis, 56 anni, per andare a nuotare e ho notato uno straniero in compagnia di tre bambini. Mi ha colpito perché i bambini sembravano tutti della stessa età e perché avevano dei costumini nuovi. Li ho osservati perché lo straniero li toccava e li seguiva molto da vicino. Ho raccontato che cosa avevo visto a Lily e lei mi ha detto che aveva notato la stessa cosa". Le due donne all'iniziano cercano di avvicinarsi ai ragazzini ma non ci riescono. Poi, accortesi della differenza di razza tra i bambini e l'uomo adulto, chiedono a Bosio se i genitori dei bambini sono al corrente di tutto ciò. Bosio si sarebbe contraddetto. Scerri afferma: "Mi ha detto poi che si stavano solo divertendo".

"Spogliati, lavati sotto la doccia e massaggiati"
Bosio è stato fermato dalla polizia assieme ai tre bambini al parco acquatico . A dirlo è il ministro della Giustizia filippino, Leyla de Lima, confermando la testimonianza di Catherine Scerri e Lily Fiordelis, le due attiviste dell'ong Bahay Tuluyan che hanno denunciato l'ambasciatore dopo averlo visto in atteggiamenti definiti "sospetti" con i bambini proprio nel parco acquatico. Dai loro racconti e dalla lettura dei fascicoli emerge lo scenario più inquietante. Stando al rapporto della polizia, basato anche sulla deposizione dei tre bambini, Bosio li avrebbe adescati in un quartiere povero di Manila offrendogli soldi, cibo, vestiti e la promessa di un bagno in piscina. Poi il viaggio in macchina fino al Parco acquatico. Lì, nella stanza che aveva affittato per la sua vacanza, li avrebbe "spogliati, lavati sotto la doccia e massaggiati su tutto il corpo", hanno raccontato i bambini. Da qui, si legge nel rapporto di polizia, la richiesta dei magistrati di sottoporli ad alcuni esami medici per capire se ci sia stata violenza sessuale. Anche perchè, hanno detto le attiviste, "i bambini sono in grado di lavarsi da soli". L'ambasciatore nega di averli portati nel suo hotel e continua a ripetere che voleva solo "regalare un po' di divertimento a dei bambini di strada". Le attiviste dicono di
averlo visto giocare con loro in acqua e che i bambini lo chiamavano "daddy" o "Kuya Rey", che e' l'equivalente dell'italiano "fratellone".
  
Soldi, vestiti e medicine 
Scerri rivela poi al quotidiano filippino The Inquirer - riferisce sempre il Corriere della Sera - di aver avuto un litigio con Bosio perché lo ha incalzato chiedendogli se avrebbe avuto lo stesso comportamento con bambini italiani e lui avrebbe risposto di no, ma di averli portati con sé "per comprare loro vestiti e medicine".La donna poi aggiunge di avere scoperto che Bosio avrebbe offerti ai ragazzini del denaro e che era il secondo giorno che li portava in quel resort. Nel verbale viene specificato che i tre minori sono residenti a Caloocan City, sobborgo della capitale. La Scerrri dice anche che la direzione dello Splash Island venne avvisata ma la denuncia verrà fatta solo tempo dopo. Alla fine le due donne insistono e arriva la polizia. I poliziotti fermano Bosio, lo interrogano e parlano con i bambini che vengono trasferiti nella ong diretta dall'australiana Scerri. Il capo della polizia di Laguna, riferisce il Manila Times, ha detto che i"bambini hanno dichiarato di aver fatto il bagno insieme a Bosio, che li ha lavati e ha strofinato i loro corpi, ma ovviamente sappiamo che le intenzioni dell’uomo erano altre". 

Le ricerche sul suo passato 
Bosio, dopo la convalida dell'arresto, si trova in carcere. Ora si scava nel suo passato. L'ambasciatore anni addietro aveva effettivamente svolto attività presso alcune organizzazioni di assistenza all’infanzia a New York, dove ha lavorato nel consolato generale prima di essere nominato rappresentante diplomatico in Turkmenistan. Al momento il diplomatico sta preparando la sua memoria difensiva in una cella del carcere di Binyan, singola o comune su questo le fonti non concordano. In base alla legge per la tutela dei minori rischia fino a 20 anni di reclusione ed una multa di almeno un milione di pesos (16.200 euro). Fuori dalla prigione in cui è rinchiuso, a quanto si apprende, si è riversata una folla di reporter fotografi locali per seguire una vicenda che ha avuto molta eco in un Paese tra i più frequentati al mondo per il turismo sessuale.